rassegna stampa da L’ALPINO

periodico dell’Associazione Nazionale Alpini

IV NOVEMBRE
di Italo Lunelli*

pubblicato il 15 novembre 2010
testo trascritto da Giuseppe Martelli
dalla propria collezione cartacea de L'ALPINO


V’è nebbia sul fronte di Nervesa;
or s’alza e sfuma verso Monte Grappa
svelando i colli dove di tappa in tappa
corse la nostra vittoriosa offesa.

Balena al scialbo sole la meschita,
pietra non più, ma palpitante idea.

Sui gradini che salgon la scalea,
nella divisa ormai tutta sbiadita,
a mille son schierati i combattenti;
giù nel piano e attorno la gran mole
selve di baionette sull’attenti.

Silenzio è in cielo e un nodo nelle gole
mentre di Cristo le specie viventi
innalza il sacerdote verso il sole.

Come un mito fu quella primavera.

O della Patria fiorescenza nuova,
o alto grido che tutta Ti rinnova,
voce del Tuo destino < guerra guerra! >.

O primo sangue! Il Carso è già vermiglio.
Poi si lancian, si rilancian le ondate
e a mille a mille sotto le falciate
i fanti cadon con asciutto ciglio.

L’anima mia così ai ricordi cari
s’eleva, che dopo il materno riso,
sono la poesia dei nostri alari.

Su ogni monte arde un nome intriso
di sangue. O Passo Buole, mischia impari,
nome di Termopili d’Alpe inciso.

Monte Grappa è un solo immenso altare,
ceruleo, con la sua nivea tovaglia,
nubi, incensi, e il sacrario ove pregare.

Fu lassù che arse la maggior battaglia.

O gloria degli alpini, epopea
di dicembre, quando nell’angoscia fosti
l’ultima speranza senza trincea.

Un contro dieci, costi quel che costi,
su neve, allo scoperto, a razion fredda
gli alpini sparan con calma, e sul posto
cadono i più; attaccano all’arma fredda
i nuovi battaglioni, e non v’è posto
ove, sopra i caduti, pur si ceda.

Ma il nemico non passò, a nessun costo.

A te Piave, la dolce canzone
canteremo, nata fra la mitraglia
mentre sul greto tuonava il cannone
e il fante passava alla Sernaglia.

Dalle tue rive emerse la Vittoria
e la vedemmo come dea laziale
immensa, bianca, soffusa di gloria
verso la Vetta d’Italia aprir l’ale.

Che importa riandar la tristissima êra
quando la Patria dovè soffrire
oltraggio? L’eroe pensò alla trincea.

Finchè il Capo gridò doversi agire;
riafferran gli arditi la fiamma nera
ed i moschetti dalle fredde mire.

Voce della Patria fu il Suo grido
e noi l’udimmo, in quel radioso maggio.

Dalla trincea ci incitò ferito.

Or s’erge gigante contro l’oltraggio
pallido della Patria Dittatore.

Travolgenti le schiere al suo comando,
e v’è tra esse della guerra il fiore,
sbaraglian le orde disfattiste. E quando
d’un’alba laziale all’incerta luce
Egli addita lontano un balenare,
un grido alzaron le legioni: DUCE!

DUCE, chè al par di Cesare marciare
osò su Roma, e ad essa riconduce
bianca l’ala la Vittoria del Piave.

ITALO LUNELLI

Pubblicato sul giornale associativo L’ALPINO n° 24 del 15 dicembre 1939.


 

*Italo Lunelli, nato suddito austriaco, irredento trentino arruolatosi volontario nell’Esercito Italiano con il nome di guerra Raffaele Da Basso. Aspirante Ufficiale del 7° Rgt. Alpini decorato di medaglia d’Oro al valor militare per l’azione di conquista del Passo della Sentinella del 16 aprile 1916. Bolognese di adozione per matrimonio, Avvocato con studio a Bologna, deputato al parlamento, nuovamente volontario nel 1940 con il grado di Maggiore nell’11° Rgt. Alpini sul fronte occidentale (francese) quindi Ten. Colonnello nel 6° Rgt. Alpini sul fronte greco-albanese. Consigliere Nazionale dell’Ass. Naz. Alpini dal 1950 al 1960. Nel biennio 1951-1952 è stato Presidente della Sezione bolognese romagnola. Deceduto improvvisamente a Roma il 25 settembre 1960.

 

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