Nel
rileggere la storia alpina a tutto campo, nella quale si ritrovano
costantemente fatti e curiosità legate al territorio bolognese romagnolo
che meritano di essere ricollocate nella nostra memoria, è emersa
questa notizia-curiosità del suo trascorso bolognese.
L'articolo, che trascriviamo, è tratto dal quotidiano bolognese il Resto del Carlino del 21 maggio 1941 dal quale risulta e conferma l'inedita "curiosità" che modifica in parte le notizie "ufficiali" e che fino ad oggi corredavano le varie documentazioni biografiche.
Como, 20 maggio
E' qui pervenuta la notizia ufficiale della morte sul fronte greco-albanese del capitano degli alpini Adriano Auguadri, della nostra città.
L'Auguadri, partito diciassettenne volontario nella guerra 1915-18, si conquistò sul campo una medaglia d'argento, due di bronzo e una croce di guerra al valore. Sui più apri terreni della grande guerra il Caduto esercitò le sue straordinarie di soldato. Ferito gravemente ad un ginocchio, l'Auguadri, dopo la conclusione della pace, fu tra i primi ad iscriversi nei gruppi di azione dalmatica, per riprendere poi, con entusiasmo nel luglio 1939, il servizio militare. Combattente del fronte occidentale, guidò i suoi alpini al di là della frontiera venendo proposto per una ricompensa al valore. Inviato in Albania, il valoroso comasco venne inviato a tenere la più alta posizione di quel fronte, a quota 2120, e il 4 aprile, per spezzare la pressione nemica, in un disperato assalto, veniva gravemente colpito in più parti del corpo e moriva fra le nostre linee e quelle nemiche. Il suo corpo, straziato dalla mitraglia, veniva recuperato solo dopo qualche tempo, quando la vittoriosa nostra offensiva ricacciava il nemico.
Pchi giorni prima della sua morte, per le azioni di gennaio, era stato decorato di medaglia d'argento sul campo ed era stato proposto per altra medaglia al valore per le sue gesta del marzo. Per l'azione in cui trovò la morte altra e e maggiore ricompensa attesterà probabilmente l'indomità virtù di questo nobile e fiero figlio della terra comasca.
da il Resto del Carlino del 21 maggio 1941 |
Da aggiornate ricerche quindi è emerso che a conclusione della guerra rientra a Como e trova impiego come bibliotecario comunale ed è fra i fondatori della locale sezione Volontari di guerra. Poi dal 1934, ma non ne sono ben chiari i motivi, forse per concorso, porta la residenza a Bologna fino al 1939 dove ha ottenuto il posto di impiegato come bibliotecario comunale. Molto probabilmente l'impiego gli era stato assegnato, "con percorso previlegiato", in quanto reduce e ferito della grande guerra, ma è solo una ipotesi.
Allo scoppio della guerra d'Etiopia nell'ottobre 1935, chiede l'arruolamento volontario, alla visita però non viene dichiarato idoneo per i postumi della grave ferita al ginocchio.
Non è stato possibile trovare notizia documentata se era iscritto come socio e sul suo rapporto con la nostra sezione. Presumo comunque che un certo tipo di frequentazione esistesse, in quanto era certamente conosciuto in città e nel "mondo alpino anche associativo", lo testimonia l'articolo sul quotidiano del nostro capoluogo con la notizia della sua morte, dove viene indicato appunto...della nostra città....
Alla sua memoria gli sono intitolate due vie a Como e a Fiumicino.
Queste invece, sotto riprodotte, sono le note biografiche "ufficiali" tratte dal libro : la motivazione le
Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor
militare d’Italia, Roma 1965.
Adriano Auguadri
nato
nel 1897 a Como
Capitano
di complemento
5° Reggimento
Alpini
Battaglione
“Morbegno
Comandante
44ª Compagnia
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare “alla memoria”:
Più
volte decorato al valore, ripetutamente e brillantemente distintosi
durante il conflitto italo-greco in ardimentose azioni per le quali
si era sempre volontariamente offerto, sosteneva fermamente, alla
testa della sua compagnia, un violentissimo attacco nemico preparato
ed appoggiato da intenso e prolungato fuoco di artiglieria e mortai.
Nell’epica difesa della posizione affidata all’onore del suo reparto,
cadutigli attorno i suoi ufficiali e gran parte degli alpini, ferito
egli stesso più volte, rimaneva imperterrito al suo posto di combattimento
tenacemente reagendo e causando all’avversario perdite gravissime.
Nel percorrere la sconvolta posizione, per rincuorare i suoi dipendenti
allo sforzo estremo, incontrava morte gloriosa. Magnifica ed eroica
figura di alpino, fulgido esempio delle più alte e nobili tradizioni
e virtù guerriere di nostra gente. Monte
Guri i Topit (Fronte greco), 4 aprile 1941
Volontario,
partecipò non ancora diciottenne alla prima guerra mondiale nel
battaglione “Morbegno” del 5° reggimento alpini conseguendo la nomina
a sottotenente di complemento nel 1917. Dopo essersi distinto in
numerose azioni di guerra di alta montagna dall’Adamello al Piave
e riportato anche una grave ferita nell’agosto 1918 a Passo Mottirot,
fu congedato col grado di tenente nel gennaio 1920. Ripresa la sua
modesta vita di impiegato comunale, nel settembre 1939, richiamato
col grado di capitano riprese servizio nel suo vecchio battaglione
“Morbegno”. Entrata l’Italia in guerra, partecipò, prima alle operazioni
svoltesi alla frontiera alpina occidentale con la 509ª compagnia
mitraglieri e poi, dalla fine del 1940, a quelle svoltesi al fronte
greco-albanese.
(altre
decorazioni: Medaglia d’Argento (Passo Presena 1917) 2 Medaglie
di bronzo (Corno di Cavento 1917 – Monte Stablù 1918) Croce di Guerra
(Passo Mottirot 1918) Medaglia d'Argento (Quota 926, Zona Squimari, Grecia - 1941)
Per correttezza storica e ulteriore curiosità, ricordo che il suo vice comandante di compagnia era il Tenente in s.p.e. Feruccio Battisti (nipote del martire trentino e M.O. Cesare Battisti), morto anche lui in combattimento nella stessa giornata e decorato della massima ricompensa; la Medaglia d'Oro al valor militare "alla memoria" della quale propongo la significativa motivazione "Convalescente
rientrava volontariamente al proprio reparto sapendolo dislocato
su di una importante posizione avanzata di alta montagna. Durante
un intenso bombardamento seguito da violento attacco nemico, benché
ferito, rifiutava di allontanarsi e restava presso i suoi uomini,
incitandoli con la parola e con l’esempio alla strenua resistenza.
Saputo che il proprio capitano era caduto gravemente colpito, assumeva,
in momento criticissimo, il comando della compagnia e continuava
strenuamente a combattere, falciando l’avversario con l’unica mitragliatrice
rimasta efficiente e contrassaltando a bombe a mano. Col corpo martoriato
da altre ferite, tentava con supremo sforzo di raccogliere attorno
a sé i pochi superstiti per farne l’ultimo baluardo da opporre al
nemico, finché, sotto nuovo e più violento bombardamento, incontrava
morte gloriosa. Degno nipote del grande Martire trentino, tenne
fede fino allo estremo delle sue forze, all’antico comandamento
alpino “Di qui non si passa”. Monte
Guri iTopit (Fronte greco), 4 aprile 1941
Nella battaglia di Monte
Guri iTopit furono impegnati anche alpini e artiglieri alpini bolognesi romagnoli o residenti nel nostro territorio, alcuni dei quali si distinsero e vennero decorati al valor militare:
Antolini
Pepino di Bellaria
di Rimini (Forlì),
Sottotenente
5° Rgt. Alpini
Btg. “Morbegno”, medaglia d'argento e medaglia di bronzo.
Prosperini
Piero di Padova
residente a Ferrara,
Tenente
9° Rgt. Alpini
Btg. "Val Leogra",
medaglia d'argento "alla memoria"
Bartoccini Giordano di Terni
residente a Bologna,
Sottotenente
5° Rgt. Alpini
Btg. "Morbegno", medaglia di bronzo, poi socio e consigliere sezionale.