alpini
del territorio bolognese romagnolo
ITALO
BALBO e LINO BALBO, zio e nipote ufficiali alpini
di
Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° marzo 2003
aggiornato il 1° marzo 2004
Il 28 giugno 1940 sul cielo di Tobruk veniva abbattuto
un aereo della nostra aviazione, a bordo fra i membri dell’equipaggio
vi erano zio e nipote uniti da un tragico destino. Italo Balbo
già tenente degli alpini nella grande guerra e Lino Balbo tenente
degli alpini in servizio di complemento. La loro morte a pochi
giorni dall’entrata in guerra dell’Italia sembra oggi, a tanti
anni di distanza, come un presagio sugli eventi appena iniziati
che segneranno milioni di italiani. Tutti i giornali dell’epoca
ed anche il giornale “L’ALPINO” diedero grande risalto alla notizia
“dell’eroica morte” che oggi sappiamo non fu poi tanto eroica,
ma causata da errore umano della contraerea italiana. La popolarità
dei due personaggi, in particolare quella dello zio Italo conosciuto
a livello mondiale e del nipote Lino un po’ più ristretta nel
locale e nella cerchia alpina, servì e fu abilmente utilizzata
dal regime quale esempio da additare al popolo chiamato alle armi.
Una ventata di sincero ed umano dolore percorse l’animo di tanti,
dal singolo cittadino alle varie istituzioni. In tutti i reparti
militari, dal comando generale al più piccolo presidio, furono
promosse spontaneamente cerimonie in loro onore. Ampia documentazione
si trova su “L’ALPINO” con le cronache di iniziative promosse
dalla Sede Nazionale, Sezioni e Gruppi. Il mondo alpino, in armi
ed in congedo, fu emotivamente presente nel dolore di questa perdita.
Al di là dei personaggi storici, certamente di primo piano, legati
e fautori esecutivi del regime politico di allora, ritengo che
il loro ricordo come alpini, nell’anniversario della morte, sia
doveroso anche per l’unicità e non offenda nessuno.
il nipote
LINO BALBO
Lino Balbo, a sinistra, con il Capitano Nello Quilici
in una fotografia scattata il 24 giugno 1940 sul campo
di aviazione in Libia. Come si nota Lino ha nelle controspalline
il grado di Tenente ed il fregio degli Alpini. Questo
conferma, come anche sullo stato di servizio oggi acquisito,
che il conferimento della medaglia d’argento “alla memoria”
gli è stata conferita come ufficiale degli Alpini.
|
Così
è conosciuto nelle cronache ed atti ufficiali del periodo, in
verità nasce con il nome di Arcangelo il 18 febbraio 1909 a Lugo,
comune in provincia di Ravenna, come risulta all’ufficio anagrafe
e nello Stato di Servizio militare. Il padre Fausto, qui trasferitosi
per lavoro, muore improvvisamente nel 1912 ed il piccolo “Lino”
(come sarà chiamato d’ora in poi) viene adottato dalla famiglia
di Italo Balbo che lo prende con sé a Ferrara. Lo zio Italo ne
diventerà poi tutore. Questo rapporto segnerà la vita di entrambi,
in particolare quella del giovane nipote “tutelata” da uno zio
così importante.
copia del suo Stato di Servizio |
Conseguita la licenza di ragioniere nell’anno
1926 presso l'Istituto Tecnico di Ferrara, si arruola volontario ed inviato alla scuola allievi ufficiali
di Verona, dove giunge il 10 settembre assegnato su sua richiesta
alla specialità Alpini. Dal 16 giugno 1927, nominato Sottotenente
di complemento, presta servizio di prima nomina nella 66ª compagnia
del battaglione “Feltre”, 7° reggimento alpini. Il 10 ottobre
è trasferito a disposizione del Ministero dell’Aeronautica a Roma,
sempre come ufficiale alpino e come tale rientra nel febbraio
1928, poi di nuovo in giugno, per partecipare alle esercitazioni
invernali ed estive in forza al battaglione “Cadore”. Su “suggerimento”
dello zio viene trattenuto in servizio presso il Ministero della
Regia Aeronautica (lo zio ne è dal 1926 sottosegretario e dal
1929 ministro), avendo così la possibilità di frequentare l’Università della capitale nella facoltà di scienze economiche e commerciali dove si laurea nella sessione di luglio 1931. Il 31 gennaio 1932 è
posto in congedo e rientra a Ferrara iscrivendosi quasi subito
al locale gruppo alpini nato da pochi mesi. Per la sua attiva
presenza nel Gruppo, documentata anche attraverso le pagine del giornale
“L’ALPINO”, viene nominato già l’anno successivo fra i consiglieri
della Sottosezione (il Gruppo è stato elevato a tale rango) che
viene intitolata allo zio Italo Balbo. Sempre attraverso le pagine
del giornale “L’ALPINO” del 10 febbraio 1934 si apprende che - il socio
Dott. Lino Balbo è stato nominato segretario federale di Ferrara - . Con tale nomina, per disposizioni previste, entra nel consiglio
di amministrazione dell’Università ed assume anche la carica di presidente
dell’Opera Nazionale Dopolavoro Ferrarese. Promosso Tenente di
complemento degli Alpini il 25 marzo 1935, con questo grado chiede
il richiamo alle armi per la guerra italo-etiopica come volontario
ed il 17 marzo 1936 si imbarca a Genova. La sua partenza dalla
stazione di Ferrara viene salutata da tutte le penne nere ferraresi
che inviano questa notizia a “L’ALPINO”. Sempre sul giornale associativo
del 15 giugno si legge che – il Tenente Lino Balbo invia da Adis
Abeba “saluti scarponi” - . Destinato in forza al Battaglione
“Trento” dell’11° Reggimento Alpini, assume il comando del plotone
mortai d’assalto della 94ª compagnia. Il 3 aprile ha il battesimo
del fuoco quando tutto il battaglione avanza dal Monte Amba Bohorà
verso il Lago Ascianghi, mettendo in luce le sue doti di abilità
e coraggio anche in successive azioni, come evidenziato nel profilo
scritto dal suo comandante Maggiore Guglielmo Simeone e pubblicato
sulle pagine del giornale “L’ALPINO”.
Nel
corso delle ricerche sulla “Gazzetta Ufficiale” del Regno d’Italia
anche il suo nominativo compare nell’elenco dei decorati di medaglia
di bronzo al valore militare: Questa decorazione gli è stata conferita
per la brillante azione a Colle Tarmaber del 3 maggio 1936.
Fotografia
scattata nei primi anni ’30 in Piazza San Marco a Venezia.
Al centro Italo Balbo con la moglie Emanuella
e
sulla destra in divisa di ufficiale degli alpini il nipote
Lino.
|
Il
5 maggio 1936 il Battaglione entra ad Addis Abeba con l’ordine
di presidio e pattugliamento contro piccoli nuclei di ribelli.
Con la guerra ormai finita, l’8 giugno rientra in Italia e ricollocato
in congedo riprende la sua attività politica.
inserito aggiornamento
Il 16 gennaio 1934 si era iscritto all'Università Cà Foscari di Venezia al Corso di una nuova laurea della facoltà di scienze economiche e commerciali, Sezione Consolare (per la carriera diplomatica n.d.r.).
Il 23 marzo 1939 viene nominato (non vi erano le elezioni ma le nomine n.d.r.) alla Camera dei deputati della XXX Legislatura. Nella scheda personale dell'Archivio Storico della Camera dei deputati viene indicato : Laurea in scienze economiche e commerciali ; Pubblicista / Giornalista.
Il 5 novembre 1941 l'Università Cà Foscari di Venezia gli conferisce "alla memoria" la Laurea Honoris Causa.
fine aggiornamento
Alla vigilia della
seconda guerra mondiale lo zio Italo, dal 1934 governatore generale
della Libia, lo rivuole vicino e, come volontario, è richiamato
per conto del Ministero della Regia Aeronautica e messo a disposizione,
mantenendo grado e Corpo di appartenenza, del quartier generale
dislocato a Derna. Da qui nel pomeriggio del 28 giugno 1940 (da
pochi giorni l’Italia è entrata in guerra) prende posto con lo
zio ed altre personalità militari sull’aereo per una prevista
ricognizione ed ispezione alle linee italiane trovandovi la morte
a seguito dell’involontario abbattimento sui cieli di Tobruk.
Al Dott. Comm. Tenente degli alpini Arcangelo Balbo viene conferita
la medaglia d’argento al valore militare “alla memoria”. Per diversi
numeri il giornale “L’ALPINO” dedica ampio spazio con articoli nel ricordo
e per onorare la memoria dei due illustri “soci scarponi”, Italo
e Lino (Arcangelo) Balbo, zio e nipote accomunati da un unico
tragico destino.
Ringrazio
ancora una volta l’amico Mario Gallotta del Gruppo di Ferrara
per la determinante collaborazione ed impegno nell’acquisizione
dei documenti originali grazie ai quali è stato possibile presentare
le dettagliate notizie biografiche e l'ultimo aggiornamento.
(estratto
dal mio articolo pubblicato sul giornale della Sezione
bolognese romagnola CANTA CHE TI PASSA n° 1 gennaio 2001)
|