alpini del territorio bolognese romagnolo

Il Generale Alessandro Bombardi
Da soldato semplice a Generale di Divisione, già comandante del battaglione alpini "Bassano" nella Grande Guerra,
pluridecorato al valor militare, una vita con le stellette.....

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 15 marzo 2012

 

Ancora una volta è emersa dal passato un'altra bella figura di alpino, è il romagnolo Generale Alessandro Bombardi che oggi ricollochiamo, con orgoglio, nella storia degli alpini bolognesi romagnoli. Questa possibilità è stata resa possibile grazie alla disponibilità del giovane pronipote Nicola Prati, già alpino della "Julia" a Venzone (Udine), che di propria iniziativa ha contattato il nostro sito e messo cortesemente a disposizione la preziosa documentazione. Il fratello Matteo poi ha anche lui cortesemente concesso l'autorizzazione alla pubblicazione.

 


il Ten. Col. Alessandro Bombardi nel 1929

Alessandro Bombardi nasce a Forlì il 22 giugno 1877 da Federico e Maria Antonia Pasini. La famiglia è sicuramente di estrazione agiata ed il giovane può frequentare gli studi superiori, un privilegio che lo aiuterà poi nella carriera militare. Soldato di leva alla data del 23 luglio 1877 ed iscritto alla IIIª categoria (forse per soprannumero..) è lasciato in congedo illimitato in attesa di chiamata alle armi. A domanda, chiede l'iscrizione alla 1ª categoria, rinunciando così ai rinvii previsti per la IIIª categoria, ed il 30 ottobre parte come soldato semplice per Pesaro assegnato al 28° Rgt. fanteria (Brigata Pavia). In considerazione del titolo di studio viene "obbligato" al corso allievi ufficiali allora tenuti presso i Reggimenti ed il 31 gennaio 1898, superati gli esami, è promosso caporale. Il 29 marzo viene quindi inviato presso l'86° Rgt. fanteria (Brigata Verona) di stanza a Novi Ligure per proseguire il corso per sottufficiali, al termine del quale, con la promozione a sergente ottenuta il 30 aprile, viene inviato al corso allevi ufficiali presso il 78° Rgt. fanteria (Brigata Toscana) di stanza a Milano. Superati brillantemente gli esami, il 15 novembre viene inviato in licenza in attesa della nomina al grado di Sottotenente di complemento. Il 25 dicembre 1898 giunta la nomina a Sottotenente di complemento Esercito Permanente, arma di fanteria, effettivo al Deposito fanteria "Forlì" (di stanza a Firenze) dove rimane fino al 21 gennaio 1899 e dal giorno dopo è assegnato per il prescritto servizio all'87° Reggimento fanteria (Brigata Friuli) di stanza a Milano dove rimane fino al 22 aprile quando è collocato in congedo illimitato. Non si conoscono le ragioni per le quali non termina il prescritto periodo per completare la nomina a Sottotenente. Nello Stato di Servizio si legge infatti: Dimissionato in servizio a sua domanda ed iscritto quale sergente in congedo illimitato di 1ª categoria classe 1877 nel Deposito del Reggimento Fanteria Forlì R.D (Regio Decreto) 19 maggio 1899. Nel rileggere attentamente quanto annotato nello Stato di Servizio, credo di aver interpretato che era sua volontà intraprendere la carriera militare, infatti una decina di giorni dopo, ed esattamente il 31 maggio 1899 si legge: Riammesso in servizio nel 49° Rgt. fanteria (Brigata Parma, di stanza a Torino) col grado di sergente per la ferma di anni 5. In data 31 luglio 1900 viene promosso al grado di Furiere (sergente maggiore). E' chiaro che nel frattempo, fra le dimissioni ed il rientro in servizio, aveva inoltrato domanda per intraprendere la carriera di ufficiale nel servizio attivo permanente, infatti con il grado di Furiere è ammesso alla Scuola Militare di Parma dove giunge il 31 ottobre 1900. Il biennio è particolarmente selettivo ma supera ancora una volta con tenace volontà tutti gli esami ed il corso. Con la nomina a Sottotenente che giunge il 26 luglio 1902, viene inviato per il previsto periodo applicativo nuovamente presso il 49° Rgt. fanteria (Brigata Parma) a Torino. Superato il periodo applicativo, il 26 ottobre 1902 con la promozionme a Sottotenente effettivo viene chiamato a prestare il giuramento di fedeltà presso la Scuola Militare di Parma. Il giorno dopo parte per la nuova destinazione di ufficiale in servizio nell'81° Rgt. fanteria (Brigata Torino) di stanza a Roma dove rimane fino al 6 marzo 1907. Nel frattempo, esattamente dal 31 dicembre 1905, era stato promosso al grado di Tenente.


1914 - ufficiali del Btg. "Feltre" in Libia, con la V è indicato il Ten. Bombardi

Il 7 marzo 1907 la svolta nella sua carriera che ci interessa da vicino, infatti da quel giorno lascia la fanteria ed indossa le "fiamme verdi", le mostrine del Corpo degli Alpini, in quanto è assegnato al 6° Rgt. Alpini, di stanza a Verona. Non è precisato se rimane in servizio presso il Comando Reggimento o assegnato a uno dei battaglioni allora in organico al 6° Alpini ( i Btg. Vestone, Verona e Vicenza). Per sette anni ha modo così di assimilare le tradizioni e lo spirito di corpo, ma anche vivere la vita di montagna, lo specifico addestramento e prendere coscienza che il motto del Corpo degli Alpini "di qui non si passa" (coniato il 18 ottobre 1888 dal Gen. Luigi Pelloux) è veramente coinvolgente.
Già dal 1885 l'Italia ha iniziato l'espansione coloniale in Africa, prima in Somalia poi nel 1911 in Libia e già molti sono i soldati caduti nelle guerre sul suolo africano. (Anche il Corpo degli alpini, nato nel 1872 a difesa dei confini delle Alpi, avrà il battesimo del fuoco in terra d'Africa nel 1887). In Libia, nelle regioni della Tripolitania e Cirenaica, l'occupazione italiana è ostacolata dalla resistenza degli arabo-berberi e dei Senussi e questo induce il Governo italiano ad inviare ulteriori truppe, fra le quali anche diversi battaglioni alpini. Nel febbraio 1914 al Tenente Bombardi giunge l'ordine di trasferimento al 7° Rgt. alpini in procinto di partire "per esigenze di guerra" per la Tripolitania e Cirenaica. Assegnato al Battaglione "Feltre", il 28 febbraio il reparto si imbarca dal porto di Napoli per la Libia. Ha così come Alpino anche lui il battesimo del fuoco in terra d'Africa. Il "Feltre" prende parte ai combattimenti di Bu Gazal, Maraua, Agedabia, Zuetina e l'ultima a Kasr Tecasis. Promosso Capitano in data 5 aprile 1914, rientra in Italia alcuni mesi dopo per il rimpatrio definitivo del battaglione ed il 20 agosto sbarca a Napoli.
Sull'Europa incombe già aria di guerra iniziata il 2 agosto.


1915 - al centro il Cap. Bombardi, Comandante
la 94ª compagnia del Btg. alpini "Bassano"

Con il ritorno in patria viene nuovamente assegnato in servizio nel 6° Rgt. alpini e dal 22 maggio 1915, l'Italia due giorni dopo entrerà in guerra, assume il comando della 94ª compagnia del battaglione alpini "Bassano" ed indicato convenzionalmente <giunto in territorio dichiarato in stato di guerra>. Il "Bassano" in questo primo frangente si trova dislocato in alta Val Sugana ed il 12 ottobre in località Marcai di Sopra sostiene un aspro combattimento nel corso del quale il Capitano Bombardi rimane seriamente ferito al petto e alla gamba sinistra. Ricoverato prima all'ospedale militare di Asiago, quindi trasferito negli ospedali di Bassano ed infine a Verona dove rimane fino al 3 marzo 1916, è quindi inviato in licenza di convalescenza fino al 2 maggio. Conclusa la convalescenza rientra al Centro di Mobilitazione del battaglione "Bassano" in Bassano e nuovamente indicato convenzionalmente <giunto in territorio dichiarato in stato di guerra>.


1916 - località non indicata, a destra
con la mantellina il Cap. Bombardi

Inviato il 10 maggio alla visita collegiale di controllo presso l'ospedale di Verona e dichiarato inabile al servizio di prima linea per un mese, è confermato in servizio al Centro di Mobilitazione di Bassano dove rimane fino al 15 giugno quando è trasferito in servizio presso il Comando del 20° Corpo d'Armata con sede ad Enego (Vicenza). Presso questo Comando rimane pochi giorni ed il 19 giugno è "comandato" in servizio presso il Comando del 9° Gruppo Alpini (dal quale dipende anche il "Bassano") dislocato sull'Altipiano di Asiago. Durante questo periodo mette in luce le sue particolari doti di valoroso ufficiale tanto da meritare la medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: - Non ancora completamente guarito da una ferita di guerra riportata precedentemente, accettò di essere addetto al comando di un gruppo alpino; e, colla sua attività, calma e arditezza in mezzo ai pericoli, fu valido cooperatore del comando stesso - Altipiano di Asiago, giugno-luglio 1916 - In data 8 agosto 1916 viene nuovamente ricoverato presso l'ospedale da campo per l'acutizzarsi dei postumi delle ferite non ancora perfettamente guarite ed il 24 agosto è ricoverato presso l'ospedale militare di Bassano. Collocato fuori quadro per sovrannumero di Capitani, ma comunque restando "comandato" al Corpo dove è assegnato in organico, rientra nel servizio attivo presso il Comando del 6° Rgt. Alpini in Verona. Promosso al grado di Maggiore dal 25 febbraio 1917 rimane ancora per qualche tempo a Verona, poi dal 7 giugno è trasferito nuovamente al Comando del 20° Corpo d'Armata ad Enego. Tre giorni dopo giunge l'ordine di trasferimento nella zona di operazioni del Monte Ortigara per assumere il comando del Battaglione "Bassano". E' sicuramente un riconoscimento di prestigio ma anche di estremo impegno. Infatti in quei giorni il "Bassano" è strenuamente impegnato in sanguinosi combattimenti che stanno decimando battaglioni su battaglioni mandati all'assalto. In uno di questi assalti per la presa di Cima Ortigara, il giorno 14 giugno a quota 2105 di Cima Campanaro nei pressi del Passo dell'Agnella, rimane nuovamente ferito per lo scoppio di una granata nemica, ma rifiuta di abbandonare il proprio posto di comandante ed è curato sul posto. Pochi giorni dopo, esattamente nella giornata del 20 giugno, durante nuovi combattimenti per la presa di Cima Ortigara, una scheggia di bombarda lo ferisce al braccio destro nell'atto di incitare i propri uomini all'assalto. Anche in questo caso rifiuta di abbandonare il proprio posto di comandante. Per il suo valoroso comportamento viene decretata una seconda medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: - Quale comandante di un battaglione di rincalzo, in una zona violentemente battuta dal fuoco dell'artiglieria nemica, con energia, valore e sprezzo del pericolo, si adoperava a raccogliere e spingere in avanti militari ritardatari di reparti antistanti e che, privi di ufficiali, si erano fermati durante il bombardamento. - Monte Ortigara, 19-20 giugno 1917 -.


una delle cartoline della Croce Rossa Italiana inviate
al Prigioniero di Guerra Maggiore Alessandro Bombardi

Alcuni giorni dopo, esattamente il 25 giugno, spintosi troppo allo scoperto nella foga del combattimento ed impossibilitato a mettersi in salvo per l'ennesima ferita, questa volta alla gamba destra, cade prigioniero. Viene ricoverato in un primo momento all'ospedaletto da campo austriaco di Monte Rovere quindi all'ospedale militare di Trento e poi in vari ospedali in terra d'Austria e della Boemia. Significativa è la comunicazione che il comando del 6° Rgt. alpini invia al Sindaco di Forlì in data 18 agosto 1917 affinchè ...ne dia partecipazione e coi dovuti riguardi, alla famiglia del valoroso ufficiale dato per disperso nei combattimenti del 25 giugno. Nello stesso foglio è annotata la risposta che il Sindaco invia al comando del 6° Alpini: Visto, si ritorna all'ufficio mittente significando che la Croce Rossa Italiana, Commissione prigionieri di guerra, con telegramma-espresso del 17 corrente mese comunicava che il Maggiore Bombardi Alessandro trovasi prigioniero internato a Mauthausen. E' sicuramente dura la vita di prigioniero sia moralmente sia fisicamente ed in alcune cartoline predisposte dalla Croce Rossa Italiana e conservate ancora oggi nel carteggio, si possono leggere quali e quanto molteplici erano le richieste inviate ai famigliari, dalle vettovaglie agli indumenti, ecc. Con la vittoriosa conclusione della guerra e la firma dell'armistizio con l'Austria del 4 novembre 1918, il 29 novembre è rimpatriato e viste le precarie condizioni fisiche per postumi di ferite (evidentemente non curate a dovere) e deperimento fisico, viene ricoverato all'ospedale militare di Bologna dove rimane fino al 24 dicembre (vigilia di Natale) ed inviato in licenza di convalescenza a Forlì dove può finalmente riabbracciare i famigliari. Il 5 febbraio 1919, ristabilito nelle forze, rientra al Corpo al comando del 6° Rgt. alpini a Verona ed è assegnato in servizio al Centro di Mobilitazione Militare di Bassano.


Tolmezzo, 23 marzo 1929 - visita del Principe Umberto di Savoia. Sulla destra in
basso sono schierati anche gli alpini in congedo dei vari gruppi locali con il
Gagliardetto. Con la freccia è indicato il comandante Ten. Col. Bombardi

 

Sottoposto a visita dell'apposita commissione per i prigionieri di guerra, viene dichiarato abile ad incondizionato servizio.
Durante i vari periodi bassanesi conosce la signorina Elisa Gobbi ed il 20 dicembre 1919 viene celebrato il matrimonio in Bassano. Dalla loro unione nascono due figli; nel dicembre 1920 ad Udine, Annamaria e nell'ottobre 1924 a Tolmezzo, Francesco (Annamaria era la nonna dei pronipoti Nicola e Matteo Prati).


Tolmezzo - gli onori militari resi al Principe
Umberto dal comandante Ten. Col. Bombardi

Ritornando sul filo della storia, leggiamo che il 24 marzo 1919 viene trasferito al 7° Rgt. alpini quale comandante del battaglione "Monte Antelao". Esperienza breve in quanto il 7 aprile viene richiamato in servizio al 6° Rgt. alpini per assumere il comando del battaglione "Bassano bis" dove rimane fino al 17 ottobre. In tale data un nuovo trasferimento; lascia il Veneto per il Friuli destinato al Comando della 9ª Armata di Udine quale componente della commissione confini, poi dal 24 novembre è "comandato" alla delegazione intendenza della 9ª Armata, quindi all'ufficio fortificazioni. Il 22 gennaio 1920 non è più in forza al 6° Rgt. alpini in quanto trasferito a tutti gli effetti "in forza" all'8° Rgt. alpini e svolge servizio presso il Comando del reggimento sempre a Udine. L'8 aprile è "comandato" al Deposito dell'8° alpini a Tolmezzo e dal 24 maggio ne è nominato comandante, incarico che svolge fino al maggio 1929.


il Principe Umberto saluta cordialmente
la
Signora Elisa Gobbi Bombardi durante
una cerimonia in località non indicata

 

Non è chiaro se a sua domanda o previsto d'ufficio per l'avanzamento al grado superiore, si trasferisce a Torino per frequentare il corso di Stato Maggiore alla Scuola di Guerra, al termine del quale, nell'ottobre 1933 viene promosso al grado di Colonnello e destinato al servizio applicativo presso la Scuola Sottufficiali di Avellino, mantenendo comunque il grado ed il ruolo di ufficiale superiore degli alpini. Nel 1935 lascia Avellino per assumere il comando della Scuola Allievi ufficiali di fanteria a Campobasso, sempre come Colonnello degli Alpini. Dopo il biennio di comando, nel 1937 per raggiunti limiti di età, viene posto in ausiliaria e rientra nella sua Forlì dopo 42 anni di onorato servizio nel Regio Esercito.


l'alta uniforme di Bombardi con i gradi
di Col. comandante di Reggimento

Due anni dopo è promosso, sempre nel ruolo ausiliario, al grado di Generale di Brigata e nel 1941 a Generale di Divisione.
Gli eventi bellici legati alle seconda guerra mondiale sicuramente in qualche modo lo coinvolgono e quando la guerra arriva anche Forlì con l'avanzata degli Alleati dal sud verso il nord per "liberare" le zone ancora sotto il dominio dei soldati tedeschi e dei fascisti italiani, per la sua conosiuta personalità e grado militare, il 17 agosto 1944 viene nominato Commissario Straordinario dell'Ufficio Provinciale per l'Assistenza ai profughi di Forlì, incarico che ovviamente si conclude il 25 aprile 1945 con la fine della guerra in Italia. E' il suo ultimo incarico militare.


Ora, a 68 anni, è posto in congedo assoluto e come si dice nel mondo militare, " appende la divisa al chiodo".

Il Generale di Divisione Alessandro Bombardi si spegne serenamente nel 1953 a Forlì ed è sepolto nel locale cimitero nella tomba di famiglia.

 




Desideriamo vivamente ringraziare i due giovani pronipoti Nicola e Matteo Prati, per aver messo cortesemente a nostra disposizione la documentazione biografica, libri, divise e le immagini storiche che corredano l'articolo. Ovviamente ci pregano di indicare che è vietato riprodurre le fotografie senza la loro autorizzazione scritta e che possono essere contattati tramite il nostro sito.