alpini
del territorio bolognese romagnolo
il
Sottotenente (Docente Universitario) Nelson Cenci...un'illustre riminese
di
Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° settembre 2004
aggiornata il 15 settembre 2011
Nel
corso delle ricerche sugli alpini del nostro territorio decorati al
valore militare, alle quali l’amico e principale collaboratore Mario
Gallotta del Gruppo di Ferrara sta collaborando di sua iniziativa,
è emersa e subito segnalata la figura di questo emerito romagnolo,
luminare nel campo medico e scrittore ora residente nel bresciano,
che va ad aggiungersi con nostro orgoglio nella storia alpina del
territorio bolognese romagnolo, in quel “per non dimenticare”
che è la motivazione ed il perché è nato questo sito.
Nelson Cenci è "andato avanti" lunedì 3 settembre 2012. Dopo lunga malattia si è spento a Cologne (Brescia). Tantissimi alpini rappresentati dai Vessilli sezionali e Gagliardetti di Gruppo, ne hanno onorato la memoria presenziando ai funerali che si sono svolti nel pomeriggio del mercoledì.
Nelson
Cenci nasce il 21 febbraio 1919 a Rimini da Agenore e Francesca Campana.
All’età di due anni (il babbo lavora a
Milano), si trasferisce con la mamma nella frazione di Pietrapazza nel comune di Bagno di Romagna
poi a Monte Iottone nel comune di Mercato Saraceno, entrambi sull’Appennino
romagnolo della provincia di Forlì, dove alla mamma è stato assegnato
il posto di maestra elementare. A 11 anni, nel 1930, si trasferisce
a Milano dove la famiglia finalmente si riunisce. Qui prosegue gli
studi al Liceo-Ginnasio Carducci che conclude nel giugno 1939. Sportivo
appassionato del mare, dove è nato e dove trascorre le vacanze estive,
ma anche di montagna, dove ha vissuto la fanciullezza, partecipa ai
litorali di canottaggio di Milano nell’otto con timoniere e giunge
decimo ai campionati nazionali di discesa libera in sci a Bormio.
Iscritto all’Università (di Milano) nella facoltà di Medicina e Chirurgia decide comunque,
convinto nei suoi ideali, di presentare domanda al Distretto Militare
di Milano (dove è iscritto di leva di residenza), come volontario con precisa richiesta; essere assegnato al Corpo degli
Alpini. Il 15 novembre 1940 parte con destinazione Belluno nel 7°
Reggimento Alpini. Dopo il primo periodo di istruzione viene inviato,
in considerazione del suo titolo di studio, al battaglione universitari
allievi ufficiali alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo ad Aosta
dove consegue il 16 luglio 1941 il grado di Sergente. Dal giugno
1940 l’Italia è entrata in guerra ed ancora una volta, sentendo come
dovere per gli ideali in cui crede, chiede di non proseguire il corso
alla Scuola Allievi Ufficiali di Bassano ma di essere subito assegnato
ad un reparto combattente.
inserita nuova foto
(archivio Nelson Cenci)
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Nel luglio 1941 viene quindi assegnato
come volontario al Btg. “Val Fella” del 1° Gruppo Alpini “Valle” e
partecipa alle operazioni in Montenegro dove imane per un anno. Rimpatriato
nel gennaio 1942 è “comandato” a concludere il corso ufficiali a Bassano.
Con la nomina a Sottotenente viene destinato al servizio di prima
nomina quale comandante di plotone nella 55ª compagnia del Btg. “Vestone”
6° Rgt. Alpini Divisione “Tridentina”. Il Corpo d’Armata Alpino è
in fase di mobilitazione per essere inviato al fronte russo. Il 26
luglio del 1942 la tradotta del “Vestone” parte dalla stazione di
Maia Bassa a Merano, destinazione le montagne del Caucaso. Si ritrova
invece in linea nella pianeggiante distesa sul fiume Don ed il 1°
settembre ha il battesimo del fuoco ed i primi compagni caduti per
la riconquista di un caposaldo in località Kotowkji. Alla fine di
ottobre nuovo trasferimento con schieramento sempre sul fiume Don
in località Datscha. Qui il giovane ufficiale, ma già esperto di guerra,
svolge le sue funzioni con zelo come “naja comanda”. Disposizione
degli uomini, delle armi, verifica dei camminamenti, ma anche contatto
umano nei momenti di relativa calma. Fra i vari subalterni vi è il
Sergente Maggiore Mario Rigoni Stern, che nel dopoguerra descriverà
la stessa esperienza nel suo primo libro “Il sergente nella neve”
edito nel 1953, dove compaiono diverse citazioni su Cenci. A questo
primo libro seguiranno numerosi altri considerati tutti fra i più
belli della letteratura alpina. Non mancano anche alcune visite “di
passaggio” dei vari compagni di corso ad Aosta e fra questi il Sottotenente
Giuseppe Prisco della “Julia”. Quell’Avv. Peppino Prisco, deceduto
nel dicembre 2002, che gli sportivi ricordano quale appassionato vice
presidente dell’Inter e noi come un Grande Alpino, decorato di medaglia
d’argento, per molti anni consigliere nazionale dell’ANA, sempre presente
alle varie manifestazioni.
Momenti
del ripiegamento….
(archivio Nelson Cenci) |
Il
16 gennaio 1943 con la grande offensiva russa che minaccia l’accerchiamento
del Corpo d’Armata Alpino, l’ordine di ripiegamento. Dieci giorni
di drammatiche marce forzate ma anche di sanguinosi combattimenti
a Opyt, Seljakino, Nikitowka, Ladomirowka, Malakajewka ed infine il
26 gennaio quello decisivo per rompere l’accerchiamento e sperare
nella salvezza ed il ritorno a casa; Nikolajewka. Il Sottotenente
Cenci con il suo plotone è fra i primi ad entrare in battaglia ma
durante l’ennesimo contrattacco rimane ferito ad entrambi le gambe,
ed il suo generoso slancio viene riconosciuto con il conferimento
della medaglia d’argento così motivata: – Durante un duro attacco
ad un forte caposaldo avversario confermava le sue magnifiche doti
di combattente sereno, capace e coraggioso, alla testa dei suoi alpini.
Gravemente ferito non desisteva dalla lotta che dopo viva insistenza
del suo comandante, rammaricandosi con nobili parole di non poter
più contribuire all’azione in corso. Magnifica tempra di ufficiale
ardito e trascinatore. –
A sera la battaglia
è vinta ed il ripiegamento prosegue. Un giorno di gloria ed eroismo
per gli alpini e questa data viene ancora oggi ricordata con cerimonia
a livello nazionale dell’ANA che si svolge a Brescia, alla quale
si affiancano quelle locali promosse nelle varie Sezioni.
Caricato
su una slitta ed amorevolmente accudito dall’alpino Lancini, conducente
muli nella naja e contadino nel bresciano, proseguono assieme con
altri alpini della zona la ritirata fino a Karkov dove Cenci viene
caricato sul treno ospedale che lo riporta in patria. Ricoverato nell’ospedale
militare approntato nell’ex colonia marina di Loano sulla riviera
ligure, qui viene operato e vi trascorre oltre tre mesi di decenza.
Nei lunghi e monotoni giorni, ripensando alla sua drammatica esperienza,
una sola cosa lo rammarica, l’aver perduto la cassa personale e con
essa il suo cappello alpino. Nel giugno 1943 dimesso finalmente dall’ospedale,
essendo la casa di Milano distrutta dai bombardamenti, raggiunge i
parenti a Rimini. Riprende quindi gli studi interrotti desideroso
di laurearsi finalmente in Medicina. La situazione non è semplice
e sostiene i primi esami presso le Università di Perugia e Bologna.
Poi la decisione di rientrare a Milano e con i risparmi sul suo stipendio
di ufficiale affitta una camera alla Casa dello Studente. Nel 1946
finalmente la laurea in Medicina e Chirurgia ed inizia la sua luminare
carriera professionale. Nel gennaio del 1950 si sposa con la signorina
Jolanda e dal loro matrimonio nascono nel 1951 Maria Grazia e nel
1953 Giuliana. L’amore per la professione che considera come una missione
per alleviare il dolore e la sofferenza, lui di dolore e sofferenza
ne ha vista tanta, lo portano ad un sempre crescente impegno. Specialista
otorinolaringoiatra a Pavia nel 1949, quindi fino al 1960 è consulente
all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e assistente nella clinica
Otorinolaringoiatrica di Pavia e fino al 1964 anche nella clinica
di Milano.
Nelson
Cenci con la figlia Giuliana |
Quindi
acquisita la Libera Docenza, è Primario Otoiatra nell’ospedale di
Desio poi dal 1965 al 1980 all’ospedale di Varese. Dal 1972 al 1979
è professore incaricato di Clinica Otorinolaringoiatria all’Università
di Varese. La sua alta professionalità si traduce in ben 45 pubblicazioni
scientifiche ed è spesso relatore ufficiale a vari congressi nazionali
della specialità medica. Pur impegnato professionalmente non dimentica,
non può dimenticare i “suoi alpini” ed in particolare il conducente
Lancini e gli altri “bresciani” che lo hanno condotto ferito fuori
dalla sacca, e nel corso delle “rimpatriate” scopre a Cologne Bresciano
una bella tenuta agricola che acquista. Così, quando lascia la professione,
Cologne e la sua tenuta diventa la sua nuova casa. Con la figlia Giuliana,
che ha le redini, trasforma il casolare del ‘600 in una elegante residenza
di campagna e ripiantando con preziosi vitigni la tenuta, è divenuta
oggi una importante Azienda Agricola denominata LA BOSCAIOLA, che produce vino di altissima qualità
esportato anche all’estero.
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Con
l’età matura si avvicina anche al campo letterario, i ricordi
di gioventù ben intrecciati con quelli della naja e della
guerra, diventano libri. Nel 1980 la sua prima pubblicazione
“Racconti in prima persona”, nel 1981 “Ritorno” con la prefazione
del suo Sergente Maggiore Mario Rigoni Stern, nel 1984 “Le
stagioni lontane”, nel 1985 “I grandi silenzi”, nel 1987 “I
giorni della solitudine”, nel 1990 “Quello che resta in noi”,
nel 1991 “Natali di neve” e nel 2000 “Il passato che torna”. |
A
queste si aggiungono quattro raccolte di poesie fra le quali propongo
questa dedicata a Nikolajewka.
“Nikolajewka”
Un’alba che nell’anima del sole/ aveva la speranza. Per immensi pascoli
di neve/ sotto un cielo arato di morte/ più
volte sui tuoi dossi/ si logorò l’audacia/ a
cercarvi la vita.Solo al finire del giorno,/
con disperato grido, epica/ schiera di fantasmi/
passò tra mesto mormorio di/ preghiere.Scende
ora il sole sull’alto del/ crinale/ bagnando
di luce i tuoi morti/ e, in un vento di nuvole,
fugge/ il tuo solitario pianto/ verso cieli
lontani.Non più aspre terre e profili di/ monti/
nei loro occhi di vetro/ ma lunghe file mute
di uomini/ su sentieri di ghiaccio.La pista
si è fatta di stelle/ e cristalli di luna si
spengono/ su misere croci senza nome.
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Nell’aprile del
2003 è stato ospite della trasmissione televisiva condotta da Pippo
Baudo, NOVECENTO, dedicata alla ritirata di Russia per
ribadire, attraverso la testimonianza dei sopravissuti, che fu comunque
una delle più belle pagine di eroismo del soldato italiano.
Il “Sottotenente”
Nelson Cenci, considerato socio illustre della Sezione di Brescia,
entra di diritto anche nella storia della Sezione bolognese romagnola.
note: questa concisa biografia è stata realizzata traendo le
notizie in parte da alcuni libri che gentilmente ha voluto donarmi
con dedica, completate con l’apporto personale di Nelson Cenci che
ringrazio anche per la concessione dei documenti fotografici.
Per ulteriori notizie sull’Azienda Agricola LA BOSCAIOLA, di Giuliana e Nelson
Cenci, digitate l’indirizzo internet
www.laboscaiola.com
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