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Il tenente degli alpini Giovan Battista (“Tita”) Copetti: uno studente carnico
dell'Università di Ferrara
c
aduto per la Patria novant'anni or sono (1916-2006).
di Mario Gallotta

pubblicato il 1° dicembre 2006

 



Giovan Battista Copetti
Il 9 novembre 2006 presso l’ateneo ferrarese (1) ha avuto luogo una significativa cerimonia: nell’aula magna del rettorato sono stati ufficialmente consegnati i diplomi di laurea agli studenti universitari che hanno conseguito il sospirato alloro nella sessione estiva 2005/2006.
Nell’occasione il Dott. Giorgio Zanardi, Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, ha donato ad ogni studente l’“Albo Eroico” dell’Università di Ferrara (realizzato con il contributo di ricerca del Gruppo di Ferrara “S.Ten. Ivo Simoni M.B.V.M.”) che ricorda professori, studenti, amministratori e dipendenti dell’Università di Ferrara decorati al valor militare, feriti o caduti per la Patria (2).
Fra gli studenti citati nella pubblicazione vi è anche il nome di GIOVAN BATTISTA COPETTI, studente tolmezzino, caduto nel 1916 e decorato di medaglia d’argento al Valor Militare.

Il nome di GIO-BATTISTA COPETTI da Tolmezzo (poi proclamato dottore in Giurisprudenza “ad honorem” dall’ateneo ferrarese) è riportato anche sulla lapide marmorea che si trova nell’atrio di ingresso del rettorato dell’Università (Palazzo Renata di Francia, in via Savonarola).
Essendo trascorsi 90 anni (1916-2006) dall’eroica morte di Giovan Battista Copetti (detto “Tita”), ci sembra giusto ricordarne la figura, che lega la città di Ferrara e la Sezione bolognese romagnola alla Carnia.

Uno dei due Gruppi di Tolmezzo (Sezione Carnica) è infatti intitolato a “Tita” Copetti, come il Coro Alpini di Tolmezzo (ora ufficialmente denominato “Coro Tita Copetti – Città di Tolmezzo”).
La M.A.V.M. meritata dallo studente tolmezzino dell’Università di Ferrara venne inoltre appuntata dalla nipote Pia Copetti sul Gagliardetto del Gruppo di Tomezzo intitolato al Caduto con una cerimonia svoltasi (22 settembre 1977) nella sede della Sezione Carnica alla presenza, fra gli altri, dei comandanti del Btg. Alpini “Val Tagliamento” e del Gruppo Artiglieria da Montagna “Udine”.
“Tita” Copetti, iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo ferrarese, viene ricordato una prima volta nell’annuario dell’anno accademico 1917-1918, che riporta le parole del Rettore :
“…nell’Albo d’onore, sacro alla nostra Università, dovranno aggiungersi agli studenti già da noi commemorati nelle precedenti relazioni…quelli della cui morte gloriosa abbiamo avuto notizia dopo il giorno dell’inaugurazione degli studi dello scorso anno, e cioè :
COPETTI GIOVAN BATTISTA, di Giovanni, nato a Tolmezzo, anni 31, laureando in Giurisprudenza, Tenente nel terzo Battaglione
(3) Alpini, caduto sul Pasubio il 13 ottobre 1916…”.


Alpini sul Monte Pasubio nell'autunno 1916
Di Copetti si parla ancora nell’annuario dell’anno accademico 1920-1921, che elenca gli studenti proclamati dottori “ad honorem”. All’ottavo posto (in ordine alfabetico) troviamo “Copetti G. Battista, figlio di G. Battista, nativo di Tolmezzo (16 aprile 1886), Tenente aiutante maggiore negli Alpini, terzo Reggimento, Battaglione Exilles, partecipò ai più eroici cimenti, in sedici mesi di trincea, dal Monte Nero al Rombon, dalle alpi Carniche al Pasubio, dove è caduto da prode il 13 ottobre 1916. Nel Settembre 1916 fu proposto per la medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione:
“Quale Aiutante Maggiore in seconda, essendo stato gravemente ferito il Comandante di una Compagnia, ne assumeva il Comando e la guidava all’assalto animando i soldati coll’esempio di coraggio e di fede, indi radunava di sua iniziativa i superstiti di altri reparti e li faceva trincerare nella posizione raggiunta, cooperando così validamente al suo mantenimento”
.


il Sacrario del Monte Pasubio


 

 

Da “Carnia Alpina” (n.2/1992) apprendiamo inoltre che l’azione per cui Copetti meritò la M.A.V.M. (“sul campo”) si svolse “sul Coston di Lora il 10 settembre 1916 nella sfortunata azione condotta dalla 44ª Divisione per l’allargamento dell’occupazione del massiccio del PASUBIO, tra la Vallarsa e la Val Posina dove, soprattutto in corrispondenza del Coston di Lora e di Cima Palon, le truppe erano aggrappate in situazione precaria, dominate dall’alto dalle postazioni nemiche che comprendevano lavori in roccia, caverne e reticolati”.
La motivazione ufficiale recepì il testo della proposta, consacrando in Giovan Battista Copetti un altro universitario caduto eroicamente per la Patria.
Giovane ufficiale con la penna nera che il Gruppo di Ferrara e la Sezione bolognese romagnola sono ben lieti di ricordare, idealmente uniti ai “fradis” (fratelli-amici) di Tolmezzo e della Sezione Carnica.

Mario Gallotta


 



(1) Rammentiamo che l’Università degli Studi di Ferrara venne intitolata (con Legge 8 agosto 1942, n. 1096) ad un illustre alpino: Italo Balbo. E a Balbo la “Regia Università degli Studi di Ferrara” rimase ufficialmente intitolata fino al 1946, allorché la denominazione venne soppressa con Decreto Legislativo Luogotenenziale 8 febbraio 1946, n. 231.
(2)
Nella citata pubblicazione, curata dalla Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di Ferrara (che ricorda non solo i decorati, ma anche i feriti e i caduti), rileviamo vari nomi di “penne nere”.
Fra i docenti, Paolo Forchielli (da Urbino, ferito), Gino Ogniben (da Belluno, decorato) e Giancarlo Parenti (da Montecatini Valdinievole-Pistoia, decorato).
Fra gli studenti e i laureati, oltre a Giovan Battista Copetti (da Tolmezzo-Udine, caduto e decorato), Renzo Calzolari (da Ferrara, decorato), Antonio Maini (da Francolino-Ferrara, caduto), Pietro Prosperini (da Padova, caduto e decorato), Renato Rizzo (da Venezia, caduto e decorato) e Carlo Pizzati (da Valdagno-Vicenza, ferito).
Quest’ultimo (nato a Valdagno nel 1894 ed ivi deceduto nel 1961) si laureò in Farmacia a Ferrara nel 1920, partecipò al primo conflitto mondiale come Sottotenente dell’artiglieria da montagna e venne ferito sul fronte carnico. Raggiunse il grado di Tenente Colonnello nel ruolo d’onore.
Ricordato tra i fondatori della Sezionedi Valdagno, ne fu presidente dal 1929 al 1936.

(3) Nella fonte citata si parla, testualmente, di "terzo Battaglione", mentre si sarebbe dovuto indicare " 3° Reggimento Alpini".