Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla figura dei due fratelli Anacleto e Antonio Costa, dei quali ho "scoperto l'inedita notizia" che erano stati entrambi artiglieri da montagna, combattenti e reduci uno della Tripolitania e l'altro della Grande Guerra, poi per scelta, impegnati nella lotta antifascista, dei quale desidero proporre le singolari figure rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.
il fratello Antonio
Antonio Costa nasce a Imola, Bologna, nella frazione di Sesto Imolese il 6 luglio 1892.
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Chiamato alla visita di leva il 18 aprile 1912 è lasciato in congedo e indicato come professione calzolaio. Chiamato alle armi il 9 settembre viene assegnato al 2° Rgt. Art. da Montagna ed il 16 settembre in forza alla 23ª batteria del Gruppo "Belluno" parte per le operazioni in Tripolitania e Cirenaica, dove rimane ininterrottamente per sette anni e da dove rientra, imbarcandosi a Derna per l'Italia il 22 aprile 1919 ed è congedato il 28 agosto. Nel novembre 1913 essendo rimpatriata la "sua" 23ª batteria viene riassegnato e transita in forza alla 46ª batteria del 36° Rgt. Art. da Campagna (da Montagna). Sul ruolo matricolare viene annotato che : Ha procurato al fratello Anacleto, classe 1894, il ritardo della chiamata ai termini dell'art. 108 sul reclutamento (l'articolo prevedeva che, in tempo di pace, più fratelli non potessero essere contemporaneamente chiamati alle armi). Viene inoltre annotato che : Dal 1° gennaio 1915 è trattenuto alle armi per ragioni di servizio in territorio dichiarato in stato di guerra in conseguenza della guerra italo-turca 1911-1912.
Rientrato "finalmente" alla vita civile lascia la professione di calzolaio e intrapprende quella di facchino. Nel 1922 si sposa con Maria Chini e dal loro matrimonio nel 1923 nasce il figlio Ugo che purtroppo muore pochi giorni dopo. Nell'aprile 1926 nasce la secondogenita Aldimira. Nel 1932 ha il grande dolore di sepellire con il primogenito Ugo anche la giovane moglie Maria. La vita però deve continuare e nel 1936 sposa in seconde nozze Virginia e dal loro matrimonio nasce nell'aprile 1937 il terzogenito Luigi.
Sicuramente di idee (socialiste) non in linea con il regime fascista, si tiene prudentemente lontano dalla politica e mette davanti a tutto la famiglia ed il lavoro. Poi sempre più "insofferente", viene schedato nel casellario Politico Centrale come antifascista, ed il 29 agosto 1939 viene arrestato per avere insultato Mussolini in luogo pubblico; il 4 dicembre viene ammonito e liberato.
Con gli eventi legati al 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini si vive un clima di "liberazione" che ben presto finisce dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana.
Dal 6 maggio 1944 entra a far parte della formazione partigiana 7ª brigata GAP (gruppo azione pattriottica) che opera prevalentemente nella pianura fra Imola e Bologna.
Purtroppo pochi mesi dopo, durante una visita ai famigliari, viene catturato il 9 ottobre 1944 assieme al fratello Anacleto, nella frazione di Sesto Imolese nel corso di un vasto rastrellamento tedesco che dalle 6 del mattino muovendo dalle località di Balia, Bettola e Sterlina, passando di casa in casa preleva tutti gli uomini. Portati nella piazza, i più anziani sono rimandati a casa ed i rimanenti, circa un centinaio vengono portati nella vicina cittadina di Medicina per ulteriore controllo e selezione. Selezione che avviene con l'intervento di un reggente del Fascio infiltrato dalla Resistenza che indica il si o no e che riconosce quanti sono attivi nella Resistenza. Circa la metà vengono rilasciati ed i rimanenti sono portati al campo di raccolta delle Caserme Rosse a Bologna, quindi avviati al campo di transito di Fossoli di Carpi, gestito dall'agosto 1944 come Sammellager, l'organizzazione per il servizio del lavoro coatto tedesco.
Dopo una tappa a Peschiera è inviato nel Reich, insieme ai compagni imolesi, il fratello Anacleto anche lui sorpreso dal mattutino rastrellamento e altri italiani, per essere impiegato come lavoratore coatto, raggiungendo la città di Erfurt poi Kahla, in Turingia, dove, circa 15.000 lavoratori provenienti da varie nazioni dell'Europa occupata sono utilizzati in un polo industriale di circa 95 aziende raccolte sotto la sigla Reimahg (acronimo di REIch MArshall Hermann Goering), il cui compito era di sviluppare il progetto di costruzione del nuovo avveniristico caccia a reazione Me-262.
In considerazione della priorità strategica assegnata al progetto, (l'invincibile esercito tedesco non è più così "invincibile"), le condizioni di vita e sfruttamento forzato del lavoro dei prigionieri e lavoratori coatti impiegati a Kahla sono terribili, causano una mortalità altissima. Su 15 imolesi presenti (nati e residenti a Imola o frazioni), 10 non torneranno a casa.....
Antonio, di "sana e rubusta costituzione" ha la fortuna di riuscire a sopravvivere fino all'arrivo dell'Armata americana il 12 aprile 1945. Traferito in seguito per la quarantena nella cittadina di Essen, nella Renania settentrionale, il 25 luglio 1945 rientra in Italia.
Sul ruolo matricolare viene annotato : Riconosciutagli la qualifica di "Partigiano combattente" equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione. D.L. 21 agosto 1945.
Ma le sofferenze non sono finite! Nel 1949 muore anche la seconda moglie Virginia.
Deceduto a Sesto Imolese nel 1968, nella lapide non sono indicati giorno e mese, e viene sepolto in un loculo assieme al primogenito Ugo, la prima moglie Maria, la seconda moglie Virginia e dove poi si sono riuniti anche gli altri figli Aldimira (2012) e Luigi (2014).
il fratello Anacleto
Anacleto Costa nasce a Imola, Bologna, nella frazione di Sesto Imolese il 30 luglio1894.
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Chiamato alla visita di leva il 17 giugno 1914 è lasciato in congedo e indicato come professione muratore. Chiamato alle armi l'11 settembre viene dispensato provvisoriamente e lasciato in congedo in attesa del congedamento del fratello Antonio, classe 1892, ma con obbligo di presentarsi alle armi otto giorni dopo il congedamento del fratello.
Come abbiamo visto, il fratello Antonio era stato trattenuto alle armi per ragioni di servizio, ed essendo entrata in vigore la "chiamata alle armi per mobilitazione generale" decade l'art. 108.
Il 1° giugno 1915 sul ruolo matricolare è indicato "giunto in territorio dichiarato in stato di guerra" ed il 14 giugno lascia il fronte in quanto "partito da territorio dichiarato in stato di guerra" per raggiungere il Deposito del 3° Rgt. Art. da Montagna a Bergamo e nello stesso giorno "fresca recluta vestito e armato" riparte per raggiungere il reparto in zona di guerra.
Il 1° gennaio 1919 viene indicato che è trattenuto alle armi (la guerra è finita il 4 novembre 1918) ed inviato al Deposito del 2° Rgt. Art. da Montagna a Belluno per continuare il "normale servizio militare in tempo di pace" ed il 12 settembre viene mandato in congedo e gli è concessa la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di avere servito con fedeltà ed onore. Riabbraccia il fratello Antonio rientrato da una quindicina di giorni dall'Africa il 28 agosto.
Rientrato alla vita civile riprende la professione di muratore e si sposa con Ida Quattrosoldi e dal loro matrimonio nasce la figlia Neva che purtroppo muore precocemente nel 1938 a 19 anni.
Sicuramente di idee (socialiste) non in linea con il regime fascista, si tiene prudentemente lontano dalla politica e mette davanti a tutto la famiglia ed il lavoro.
Con gli eventi legati al 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini si vive un clima di "liberazione" che ben presto finisce dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana.
Dal 15 maggio 1944 entra a far parte della formazione partigiana battaglione SAP (squadre azione pattriottica) di Imola. Purtroppo pochi mesi dopo viene catturato il 9 ottobre 1944 assieme al fratello Antonio, nella frazione di Sesto Imolese nel corso di un vasto rastrellamento tedesco che dalle 6 del mattino muovendo dalle località di Balia, Bettola e Sterlina, passando di casa in casa preleva tutti gli uomini. Portati nella piazza, i più anziani sono rimandati a casa ed i rimanenti, circa un centinaio vengono portati nella vicina cittadina di Medicina per ulteriore controllo e selezione. Selezione che avviene con l'intervento di un reggente del Fascio infiltrato dalla Resistenza che indica il si o no e che riconosce quanti sono attivi nella Resistenza. Circa la metà vengono rilasciati ed i rimanenti sono portati al campo di raccolta delle Caserme Rosse a Bologna, quindi avviati al campo di transito di Fossoli di Carpi, gestito dall'agosto 1944 come Sammellager, l'organizzazione per il servizio del lavoro coatto tedesco.
Dopo una tappa a Peschiera è inviato nel Reich, insieme ai compagni imolesi, il fratello Antonio anche lui sorpreso dal mattutino rastrellamento e altri italiani, per essere impiegato come lavoratore coatto, raggiungendo la città di Erfurt poi Kahla, in Turingia, dove, circa 15.000 lavoratori provenienti da varie nazioni dell'Europa occupata sono utilizzati in un polo industriale di circa 95 aziende raccolte sotto la sigla Reimahg (acronimo di REIch MArshall Hermann Goering), il cui compito era di sviluppare il progetto di costruzione del nuovo avveniristico caccia a reazione Me-262.
In considerazione della priorità strategica assegnata al progetto, (l'invincibile esercito tedesco non è più così "invincibile"), le condizioni di vita e sfruttamento forzato del lavoro dei prigionieri e lavoratori coatti impiegati a Kahla sono terribili, causano una mortalità altissima. Su 15 imolesi presenti (nati e residenti a Imola o frazioni), 10 non torneranno a casa.....
Anacleto, di "sana e rubusta costituzione" ha la fortuna di riuscire a sopravvivere fino all'arrivo dell'Armata americana il 12 aprile 1945. Traferito in seguito per la quarantena nella cittadina di Erlangen-Bruck, in Baviera, a luglio rientra in Italia.
Sul ruolo matricolare viene annotato : Riconosciutagli la qualifica di "Partigiano combattente" equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di liberazione. D.L. 21 agosto 1945.
Deceduto a Sesto Imolese il 16 aprile 1968 è sepolto nel locale cimitero nella tomba di famiglia dove già vi era la figlia Neva e dove si è aggiunta la moglie Ida deceduta nel 1979.