alpini del territorio bolognese romagnolo

l'alpino Angelo Dazzani : forse l'ultimo?? reduce di Russia vivente del territorio bolognese romagnolo...
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° gennaio 2023

Sul settimanale imolese Sabato Sera del 10 novembre 2022 nella CRONACA a pagina 9, era pubblicata la notizia : Gli auguri per i 100 anni di Angelo Dazzani, l'ultimo dei castellani mandati in guerra in Russia con la classica foto attorniato dalla moglie (98 anni), figli e nipoti, oltre all'assessora Barbara Mezzetti che gli ha cosegnato una targa a nome della sua città.

Il mio primo pensiero è stato di andare a verificare fra gli oltre 9.000 ruoli matricolari che conservo in archivio, se fra i castellani avevo per caso un Dazzani Angelo, classe 1922.....
"Sorpreso" e coinvolto dall'entusiasmo nel constatare che si conservo il suo ruolo matricolare perchè alpino e reduce di Russia, ho contattato i famigliari proponendo di poter fare visita da alpino ad alpino centenario e reduce di Russia, alla risposta affermativa, mercoledì pomeriggio 23 novembre, cappello alpino in testa, sono andato a fargli visita.

Le prime parole che mi ha detto, sorpreso nel vedermi indissato il cappello e colto da un inaspettato entusiasmo...- ma è un alpino, anch'io sono alpino... (da notare che non ha usato il passato : sono un ex alpino... sono stato alpino...ma il presente ANCH'IO SONO ALPINO) - e così è cominciata una bella conversazione fra i ricordi, lontani ottant'anni, ma ancora ben presenti nella memoria, che hanno confermato le notizie che sono trascritte sul ruolo matricolare del quale poi gli ho fatto dono di una copia e nel ringraziarmi ha aggiunto, rivolgendosi ai famigliari : ne facciamo un quadro da appendere in casa!!
Documento compilato 81 anni fa, l'8 febbraio 1941, giorno della visita di leva quando viene dichiarato abile arruolato arma Alpini, poi via via aggiornato fino al 4 febbraio 1952 con la firma dell'ufficiale di matricola del Distretto militare.

Dal ruolo militare trascrivo le parti più salienti :


il ruolo matricolare ritrovato nel
corso delle ricerche che conservo
in copia dal 17 giugno 2019

Angelo Dazzani. nato a Castel San Pietro, Bologna, il 1 novembre 1922 di Luigi e Stella Selleri, residente in via Malvezza 10. Chiamato alla visita di leva l'8 febbraio 1941 e lasciato in congedo, viene indicata come professione colono. Chiamato alle armi il 2 gennaio 1942 viene assegnato all'11° Rgt. Alpini Btg. "Bassano". Pochi giorni di addestramento, quindi mobilitato ed imbarcato su una nave per il fronte balcanico-jugoslavo. (ricorda l'arrivo a Valona in Albania in un porto pieno di navi...).

Nel luglio 1942 arriva al comando dell'11° Rgt. Alpini la richiesta di "complementi" per costituire dei battaglioni da inviare sul fronte russo in forza alla Divisione alpina Julia per completare gli organici dei morti, feriti e congelati, che in previsione ne ridurranno la forza offensiva. Il 12 luglio arriva l'ordine di trasferimento al 9° Rgt. Alpini della Divisione Julia e, rientrato via terra in Italia, giunge al Deposito del 9° Alpini in Gorizia. Pochi giorni dopo è trasferito al 103° Rgt. Alpini di marcia che si sta costituendo ed è assegnato al 9° Btg. complementi. Completato l'organico e l'addestramento, il battaglione parte da Gorizia per la Russia il 1° gennaio 1943.

Giunge così dopo alcuni giorni di viaggio a Rossosch, sede di comando del Corpo d'Armata Alpino, e da qui riceve l'ordine di raggiungere a piedi (ovviamente) il fronte a Pobedinskaja. Viene così coinvolto nel noto tragico ripiegamento sostenuto dal Corpo d'Armata Alpino per evitare l'accerchiamento da parte dell'Esercito russo. E qui il "nostro" alpino Dazzani ricorda bene, ed il volto si fa serio, le marcie ed i tanti compagni che cadevano (in combattimento o dal freddo n.d.r.) in mezzo alla neve.

Sfinito dalle lunghe marcie, dal tremendo freddo e dai sanguinosi combattimenti, il fisico di Angelo cede ed il 23 gennaio 1943 ha "la fortuna" di essere raccolto e trasferito all'ospedale militare da campo italiano di Chernikov ai confini con l'Ucraina. Il 28 febbraio viene rimpatriato con un treno ospedale e giunto in Italia viene ricoverato all'ospedale militare di Riccione, sulla riviera romagnola. Dimesso dall'ospedale il 4 maggio viene inviato in licenza di convalescenza di 30 giorni e rientra in famiglia.

Il 4 giugno 1943 presentatosi all'ospedale militare di Bologna per la visita di controllo, viene giudicato idoneo ai soli servizi sedentari ed il giorno dopo rientra al reparto al 9° Rgt. Alpini in Gorizia e da qui il 25 giugno è inviato nuovamenrte in forza all'11° Rgt. Alpini Btg. "Bassano" per continuare il servizio in armi.

Coinvolto dagli avvenimenti politici dell'8 settembre 1943 riesce a rientrare a Castel San Pietro e riprende il lavoro di campagna.

L'8 marzo 1944 gli giunge una nuova cartolina precetto con la chiamata alle armi della repubblica sociale italiana che gli comunica di presentarsi al 37° Deposito Misto Provinciale di Bologna. Ovviamente non si presenta e viene dichiarato fra i renitenti alla leva militare assentatosi arbitrariamente dal reparto e quindi denunciato come disertore al tribunale militare di guerra. All'indomani si nasconde in un luogo sicuro, che neanche i genitori e l'allora fidanzata (poi giovane moglie) conosce, per evitare così ritorsioni spesso molto cruente nei confronti dei famigliari.

Con la Liberazione del 21 aprile 1945 si presenta al Distretto militare di Bologna che, in considerazione del suo stato di servizio, ne decreta l'esenzione dalla ripresentazione alle armi e lo considera in licenza illimitata senza assegni in attesa di disposizioni. Viene collocato in congedo il 16 luglio 1946.

Riprende così la "normale" vita di agricoltore, sposa la fidanzata Clotilde e nascono i tre figli Giancarlo, Giovanna e Luigi, poi tre nipoti e per ultime due pronipoti.

 

 

Nel salutarlo ho chiesto d Angelo se voleva indossare ancora una volta, dopo ottant'anni il cappello alpino (ne avevo preso uno di scorta, quello di mio padre che conservo), non ha esitato ad indossarlo ed ho visto il fisico non più giovanissimo riprendere forza con gli occhi visibilmente felici e con orgoglio ci siamo "congedati" con il saluto militare.....

 

 

Sicuramente non si sente ne un valoroso ne un eroe.....nei suoi ricordi rivede il dolore, la sofferenza ed anche la ingiusta morte di tanti troppi sfortunati compagni rimasti sulla neve.......che non riesce a dimenticare......