alpini
del territorio bolognese romagnolo
Il
Tenente Aldo De Barberis
ricordo del ferrarese Aldo de' Barberis,
eroico ufficiale del Btg. “Vicenza”, Caduto in Russia nel 1943
di
Mario Gallotta
pubblicato il 1° agosto 2010
Ancora
una volta è stata rintracciata dal passato un'altra
bella figura di alpino, è il ferrarese tenente Aldo
De Barberis. Grazie al paziente, instancabile lavoro di
ricerca dell'amico e principale collaboratore, dott. Mario
Gallotta di Ferrara, ricollochiamo oggi con orgoglio questa
bella figura nella storia degli alpini bolognesi romagnoli.
Le
note biografiche con i ricordi di bambina ci sono state
inviate dalla
figlia Dr. Loretta, che
sentitamente ringraziamo.
Gentile
Dottore (Mario Gallotta),
ho letto la Sua lettera con molto piacere e cercherò
di rispondere alle Sue domande nel miglior modo possibile,
tenendo conto che, purtroppo, non ho molti ricordi di mio
Padre poichè, quando è partito per la Russia,
io avevo appena compiuto 7 anni.
Era
nato a Ferrara perchè suo padre veniva trasferito
molto frequentemente per motivi di lavoro, essendo funzionario
o comandante delle guardie carcerarie. La sua famiglia è
originaria di Lecce. Non so quanto tempo visse a Ferrara
nè dove compì i suoi primi studi. So che si
diplomò in Ragioneria, si iscrisse alla Facoltà
di Economia e Commercio, senza però conseguire il
diploma di laurea ad appena due esami dalla fine del corso
universitario.
Nel
frattempo si era trasferito a Roma dove abitava una sua
sorella il cui marito faceva il giornalista vaticanista,
perchè desiderava diventare giornalista a sua volta.
Non riuscì a realizzare questo suo desiderio in quanto
poi (non so per quali motivi) si trasferì a Firenze
dove il marito di un'altra sua sorella gestiva un'agenzia
della Sai (Società Italiana Assicurazioni n.d.r).
Così andò a lavorare con lui e successivamente
si trasferì a Milano.
Intanto
a Roma aveva conosciuto mia madre e si sposarono nel 1933,
stabilendosi poi subito a Milano dove lui lavorava. Su consiglio
di mia madre, poco prima dello scoppio della guerra, chiese
di essere trasferito all'ufficio sinistri dove avrebbe guadagnato
di più. Purtroppo però allo scoppio della
guerra le macchine non si vendevano più e quindi
lui tornò al suo lavoro precedente.
L'avanzata, nell'ottobre 1940, della Divisione
Alpina "Julia" in territorio
Albanese.
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Intanto
fu richiamato sul fronte Greco-Albanese da dove ritornò
ferito da una scheggia al braccio sinistro che portava al
collo trattenuto da un fazzolettone bordò. Infatti
fu rimpatriato su un aereo ospedale. Di questo periodo ho
un ricordo vivissimo: eravamo nel soggiorno della nostra
casa di via Washington a Milano e Lui suonava "La Montanara"
alla fisarmonica, cantandola accompagnato da mia madre che
faceva il controcanto. Io che allora avevo 5 anni, mi commossi
tanto che scoppiai a piangere e Lui mi prese in braccio,
mi chiese il motivo del mio scoppio di pianto e dopo che
gli dissi che non volevo che andasse più in guerra,
me lo promise solennemente.....! Purtroppo
nell'autunno del 1941 andammo a Caporetto perchè
Lui aveva ricevuto (o si era procurato) l'incarico di addestrare
gli Alpini che sarebbero dovuti partire per la Russia e
lì trascorremmo tutto quell'inverno fino a quando
nel luglio 1942 mia madre ed io lo accompagnammo a Gorizia
da dove partì per questa Campagna da dove non avrebbe
fatto più ritorno....!
Il tragico ripiegamento dal Don sul fronte russo nell'inverno
1943.
Anche la "Julia" affronterà il suo
tragico cammino. i suoi reparti
del 9° Rgt. Alpini cadranno prigionieri il 20
gennaio 1943, dopo
accanita battaglia sostenuta in località Lesnisankij. |
Evidentemente,
dopo aver addestrato gli Alpini e aver passato con loro
tanto tempo, non se la sentì più di lasciarli
andare senza di Lui e così, tramite un suo fratello
che a sua volta si rivolse ad un loro zio impiegato al Ministero
della Guerra, si fece richiamare per non far sapere a mia
madre che si voleva arruolare volontario, pur avendo già
37 anni e una giovane moglie e due bambini piccoli e avendo
già combattuto in Grecia.Io
ho capito cosa vuol dire "essere un Alpino" andando
a Vicenza lo scorso ottobre ( 2008 n.d.r.), invitata dal
Dott. Grotto alla cerimonia in ricordo degli Alpini caduti
in Russia. E' stato qualcosa di estremamente commovente
che mi ha indotto a riflettere per molto tempo e mi ha fatto
capire molte cose. Respirare quell'atmosfera ed essere circondata
da tutte quelle Penne Nere e da alcuni Reduci che ricordavano
benissimo mio padre è stato per me come se Lui fosse
con me. Il Dott. Grotto mi ha donato un libro sulla Campagna
di Russia costituito per la maggior parte da lettere di
Alpini Reduci dalla Russia e quindi leggendole ho saputo
molte altre cose su mio Padre. Mi
ha addolorato profondamente sapere che è stato prigioniero
quasi due mesi e mezzo, immagino in quali condizioni e malato,
in quanto aveva un abbassamento di stomaco e un principio
di congelamento agli arti inferiori, tanto che aveva già
in tasca il foglio di rimpatrio. Purtroppo non ha fatto
in tempo a tornare perchè ormai erano accerchiati
ed impossibilitati a raggiungere un qualunque luogo da cui
partire per tornare in Italia.Gentile
Dottore, avrà forse capito, da queste mie poche povere
righe, che io ho sofferto moltissimo la mancanza di mio
Padre ma sono stata consolata dal fatto che ho sempre sentito
la Sua presenza accanto a me e la Sua protezione e il suo
aiuto nelle necessità della mia vita successiva.omississ.....
Aggiungiamo
alcune brevi note storico-biografiche basandoci sulle notizie
del suo Stato di Servizio, gentilmente consesso dal Ministero
della Difesa:
Aldo De
Barberis nasce a Ferrara il 26 aprile 1905. Chiamato alle armi
l'8 aprile 1926 viene ammesso a frequentare il corso allievi
ufficiali di complemento ed il 1° settembre guunge alla
Scuola Allievi Ufficiali di Roma. Promosso Caporale il 15 dicembre
e Sergente il 15 marzo 1927, viene inviato per i tre mesi prescritti
a svolgere servizio presso il 3° Rgt. Alpini. Al termine
del periodo, con la nomina a Sottotenente di complemento che
giunge in data 15 giugno, viene assegnato per il servizio di
prima nomina al 1° Rgt. Alpini, Btg. "Mondovì".
Concluso il 30 settembre anche questo periodo, viene posto in
congedo ed iscitto nel ruolo ufficiali di complemento al Distretto
Militare di Roma. (dove ora risiede n.d.r.)
Il 9 giugno 1939 risulta trasferito presso il Distretto Militare
di Milano (dove ora risiede con moglie e figlia n.d.r.)
Dal 5 settembre al 19 settembre 1939 viene richiamato alle armi
per istruzione presso il 5° Rgt. Alpini (il Reggimento milanese
n.d.r.). L'anno successivo, esattamente dal 13 agosto 1940,
è nuovamente richiamato in quanto destinato al 9°
Rgt. Alpini della Divisione Julia, già presente in Albania
dall'aprile 1939, in previsione delle operazioni che inizieranno
il 28 ottobre con l'attacco alla Grecia. Il 20 agosto sbarca
a Durazzo per raggiungere il reparto a cui è destinato;
il Btg. Alpini "Vicenza". Partecipa alla drammatica
avanzata e negli aspri combattimenti del 13 novembre in località
Konitza rimane ferito per scheggia all'avambraccio sinistro
con lesione al tendine. Medicato sommarriamente all'ospedale
da campo, dopo due giorni di drammatico viaggio viene ricoverato
all'ospedale militare di Tirana. Partito da territoirio
dichiarato in stato di guerra, il 20 novembre risulta ricoverato
all'ospedale militare di Bari e due giorni dopo inviato in licenza
di convalescenza.
Dopo periodici controlli all'ospedale militare di Milano (dove
risiede n.d.r.) per verificare lo stato della ferita, il 21
aprile 1941 rientra al Deposito del 9° Rgt. Alpini di stanza
a Caporetto (n.d.r.) con l'incarico di addestrare le reclute
alpine. Con la promozione a Tenente, giunta il 7 febbraio 1942,
gli viene affidato il comando della 61ª compagnia del Btg. "Vicenza"
i cui alpini addestra e prepara per l'imminente invio sul fronte
russo che avviene il 15 agosto con partenza dalla stazione ferroviaria
di Gorizia.
Sul fronte Russo, si mette in luce per l'intelligente condotta
quale comandante di compagnia distinguendosi in numerosi combattimenti,
l'ultimo dei quali si svolge per tutta la notte del 21 gennaio
1943 in località Popowka, dove dopo accanita eroica resistenza,
tutto il suo Reggimento viene catturato e, come tantissimi suii
alpini, consumato nel fisico, finirà il suo calvario
di prigionia sul percorso della marcia del "Davai taglianskj"
(avanti italiani!). Internato nel campo 56 di Uciostoje - Regione
di Tambov, qui decede il 31 marzo 1943.
Alla sua memoria gli verrà conferita la medaglia d'argento
al valor militare "alla memoria". Questa la motivazione:
" Comandante di compagnia alpina, la guidava con capacità
ed ardire nel corso di una dura, lunga e sanguinosa battaglia
difensiva respingendo, in aspra lotta, i reiterati attacchi
del nemico preponderante per uomini e mezzi. Iniziatasi la fase
del ripiegamento, riusciva ripetutamente ad infrangere il cerchio
che lo stringeva sempre più da vicino, fino a quando,
sopraffatto mentre guidava i superstiti in un disperato contrassalto,
rimaneva disperso nella steppa".
Russia 20 dicembre 1942-21 gennaio 1943
Vogliamo anche ricordare che fra i suoi subalterni quale comandante
"intelligente e trascinatore con l'esempio dei propri uomini
della 61ª compagnia", aveva come comandante di plotone
fucilieri il sottotenente Ciro Menotti, Medaglia d'Oro al valor
militare, che cadrà eroicamente nella battaglia a quota
205,6 del 24 dicembre 1942.
Grazie anche alla preziosa collaborazione del COMMISSARIATO
GENERALE ONORANZE CADUTI IN RUSSIA nella persona del
Generale C.A. Bruno Scandone, siamo in grado di proporre queste
due immagini del campo prigionieri di guerra in Russia di Ucciostoie,
dal quale risulta impossibile poter rimpatriare i Resti mortali
dei singoli Caduti in quanto sepolti in fosse comuni.
Nella
lapide è incisa la dedica (in italiano e sotto
in russo):
AI CADUTI
ITALIANI
IN TERRA
DI RUSSIA |
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aggiornamenti inseriti il 1° maggio 2013
Sabato 13 aprile presso il municipio di Grugliasco, Torino, ha avuto luogo una commovente cerimonia; la consegna ai figli Carlo e Loretta della piastrina del Ten. Aldo De Barberis ritrovata casualmente in terra di Russia. Un bell'articolo (al quale abbiamo collaborato come sito) a cura del giornalista Ruggero Veronese (anche se non compare la firma), è stato pubblicato sul Quotidiano on-line di informazione ferrarese : estense.com che invitiamo a leggere al link : http://www.estense.com/?p=293604
la piastrina ritrovata in terra
di Russia |
la consegna della piastrina da parte del Sindaco alla figlia Loretta
(fotografia tratta dal sito della Sezione di Torino) |
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