storia del territorio bolognese romagnolo

la Medaglia d’Oro al valore militare Augusto De Cobelli

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° dicembre 2003


Il 23 marzo 1945 in località Ca’ di Bazzone nella bolognese Valle Idice, cadeva mortalmente ferito il Maggiore Augusto De Cobelli comandante il battaglione alpini “L’Aquila”.

 

Pur non essendo bolognese romagnolo di nascita, ritengo comunque doveroso ricordare e riproporre questa eroica figura di ALPINO, caduto sul nostro territorio per difendere quei valori in cui fermamente credeva.

La sintesi storica del Reparto:

Il battaglione “L’Aquila” viene costituito nel 1935 alle dipendenze del 9° reggimento alpini. Mobilitato per la seconda guerra mondiale partecipa alle operazioni sul fronte greco poi in Russia dove si sacrifica nella zona di Selenji Jar. Ricostituito in Italia, si scioglie in Friuli a seguito degli eventi legati all’8 settembre 1943. Subito dopo l’occupazione anglo americana, nell’estate 1944, su iniziativa di alcuni ufficiali tra cui il col. Galliano Scarpa, il magg. Aldo Rasero ed il cap. Letterio Pappalardo, le superiori autorità militari autorizzano la costituzione a L’Aquila di un battaglione alpini da inquadrare nel Corpo Italiano di Liberazione. Molti vecchi abruzzesi e tanti giovani volontari affluiscono al reparto che viene denominato “Abruzzi”.

il distintivo del Battaglione
Alpini “L’Aquila”
In data 16 novembre 1944 lo Stato Maggiore, < in considerazione dell’alto valore morale della richiesta avanzata dalla Sezione aquilana dell’Associazione Nazionale Alpini > dispone che il Btg. Alpini “Abruzzo” del Gruppo di Combattimento “Legnano” cambi la denominazione in Btg. Alpini “L’Aquila”. Il rinato battaglione, al comando del maggiore Augusto De Cobelli, inizia il suo addestramento nella zona di Pedimonte d’Alife (Benevento), a Bracciano (Roma) e Castellina di Chianti (Siena). A Castellina di Chianti riceve solennemente il gagliardetto di combattimento offerto dalla Sezione Alpini “Abruzzi”. Inizia quindi l’avanzata e nel marzo 1945 entra in linea sul fronte emiliano con il compito di provvedere allo sbarramento della Valle Idice. Questa valle che prende il nome del Torrente che la percorre, inizia al Passo della Raticosa, prosegue per Monghidoro, Monterenzio e finisce a Idice a sud di Bologna in prossimità della via Emilia. Durante una ricognizione in località Ca’ di Bazzone oltre le linee nemiche, guidata personalmente dal Magg. De Cobelli, il giovane comandante viene mortalmente ferito in uno scontro a fuoco con i tedeschi. Amato e stimato dai suoi alpini, dalla sua gloriosa morte essi traggono nuovo incitamento per la lotta che prosegue ardua e con rinnovato spirito combattivo.

21 aprile 1945 - alpini del Btg. Piemonte”
sfilano a Bologna. Il Btg. “L’Aquila”
raggiungerà Bologna nel tardo pomeriggio.

Importanti combattimenti sono sostenuti a metà aprile in località Cà Merla, quindi l’avanzata prosegue per S. Chierico, Monte del Grippo, Calanoce e attraverso la Valle Zena, parallela alla Valle Idice con la quale si congiunge in prossimità della Via Emilia fra Idice e San Lazzaro di Savena, il battaglione raggiunge nel tardo pomeriggio del 21 aprile Bologna, liberata fin dal mattino. Pochi giorni in città quindi nuovamente in marcia verso il nord toccando Brescia, Bergamo, Bolzano (qui sono i primi soldati italiani che arrivano in città) poi in Valtellina con l’incarico di vigilare alla frontiera.

 

Nella primavera del 1946, con la graduale rinascita dell’Esercito Italiano, il Btg. “L’Aquila” passa alle dipendenze del ricostituito 8° Reggimento Alpini.
Su proposta del Col. Galliano Scarpa, comandante del reggimento speciale “Legnano” il battaglione viene decorato di medaglia d’argento al valore militare con la seguente motivazione:

Rinato per generoso impulso della fierissima gente di Abruzzo, fondendo con veterani intrepidi le giovanissime reclute ardenti, partecipava alla fase finale della guerra di liberazione, riverdendo fulgidi allori. Saldissimo nel presidio di un settore importante, tormentato ed esposto, prendeva il sopravvento morale sul nemico in un’aspra e logorante lotta di trincea a stretto contatto, scattava con superbo slancio a travolgerlo, lo incalzava inesorabile fino ai confini della Patria.
Valle Idice- Bologna- Bolzano, 20 marzo – 3 maggio 1945

 

Alla memoria del comandante Magg. De Cobelli viene decretata la Medaglia d’Oro al valore militare "alla memoria".

Augusto De Cobelli nasce nel 1909 a Novara. Incline alla vita militare entra alla Scuola Militare di Modena dove conseguito nel settembre 1932 il grado di Sottotenente viene destinato su sua richiesta al 6° Reggimento Alpini. Nel 1934 è promosso Tenente. Nel settembre 1936, su domanda, frequenta il corso di osservazione aerea a Cerveteri. Conseguito il brevetto svolge servizio presso la 35ª squadra osservatori a Bolzano fino all’ottobre del 1937 quando parte volontario per l’Africa Orientale Italiana. Qui partecipa ai cicli operativi di polizia coloniale nelle regioni del Goggiam e nell’Amhara come osservatore aereo meritando una medaglia d’argento al valore militare come risulta nel suo stato di servizio (Cielo dell’Impero, febbraio 1938 – ottobre 1939). Rimpatriato per esigenze di servizio, l’Italia si sta preparando alla guerra, viene assegnato al battaglione “Valtellina” del 5° Gruppo alpini Valle in fase di costituzione. Con il “Valtellina” partecipa nel giugno 1940 alle operazioni sul fronte occidentale. Sciolto il battaglione nel mese di ottobre, transita al battaglione “Tirano” del 5° Reggimento Alpini assumendo il comando della 48ª compagnia. Il 12 novembre 1940, per via mare, parte per il fronte greco albanese dove si distingue per l’abile guida della compagnia e nei primi combattimenti nella valle Kamenice, poi in quelli successivi in località Dushar, Kumlles, Maja, Korbiet e Monte Guri i Topit, meritando una medaglia di bronzo. Nell’aprile 1941 conclusa la guerra contro la Grecia e con la promozione a Capitano viene ammesso al 71° corso della Scuola di Guerra, ultimato il quale è assegnato in servizio di Stato Maggiore al Comando della 6ª Divisione Alpina “Alpi Graie” in corso di dislocazione a difesa del fronte a terra di La Spezia in Liguria.

La 108ª compagnia del Btg. alpini “L’Aquila” in fase di
avanzata dal Passo Raticosa verso la Valle Idice. L’ultimo
della fila a destra è Francesco Ventura di Bologna che ha
gentilmente messo a disposizione questo raro documento.

Con gli eventi legato all’8 settembre 1943 passa le linee mettendosi a disposizione dell’Esercito del governo regolare. Scelto ed incaricato di costituire in Abruzzo un battaglione alpini che nasce come Btg. “Abruzzi” poi ribattezzato Btg. “L’Aquila”, con la promozione a Maggiore ne assume il comando.
Fra il 15 ed il 17 marzo 1944 il reparto inizia l’avanzata Passo Raticosa, Piancaldoli, quindi entra in linea nella Valle Idice. Nella notte del 23 marzo durante una ricognizione fuori dalle linee per meglio studiare lo schieramento per una successiva azione, nel corso di un improvviso scontro a fuoco con una pattuglia tedesca viene gravemente ferito. Trasportato presso la 51ª Sezione Sanità muore serenamente dedicando le ultime parole ai suoi giovani alpini.
La motivazione della Medaglia d’Oro al valore militare:
Ufficiale di leggendario valore, già ripetutamente distintosi in precedenti campagne, sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative che portava al fuoco suscitando l’ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate. In una ricognizione da lui diretta oltre le linee, effettuata per valutare la consistenza dell’occupazione nemica, su di una posizione la cui conquista avrebbe meglio salvaguardato l’integrità della difesa e creata la necessaria premessa per la prossima azione offensiva, cadeva eroicamente. Col suo sacrificio egli volle infondere in ciascuno dei suoi alpini la sicurezza ed il mordente che nutriva nel proprio cuore. Ci è riuscito quando il suo esempio è divenuto comandamento e la leggenda a tutti gli alpini ragionanti tra loro e di continuo del loro giovane maggiore che era andato più avanti di tutti e, che era caduto primo tra tutti, insegnando con così semplice naturalezza quale fosse la via dell’onore e della gloria.
Valle Idice, 23 marzo 1945

 

Al Maggiore Augusto De Cobelli viene anche intitolata una caserma degli alpini a Brunico (Bolzano).


La lapide posta nella facciata del Palazzo Re Enzo in Piazza Nettuno a Bologna a ricordo dell’ingresso in città dei reparti militari italiani e della Liberazione avvenuta il 21 aprile 1945.

Particolare della lapide dove sono citati fra i reparti
militari italiani anche gli ALPINI.

 

 

Note – gemello del Btg. “L’Aquila” era il Btg. Alpini “Piemonte” citato nella fotografia del suo ingresso a Bologna. Costituito il 4 dicembre 1943 a Nardò in Puglia ed inquadrato nel Corpo Italiano di Liberazione poi Gruppo di Combattimento “Legnano”, prese parte ai combattimenti di Monte Marrone e all’avanzata fino in Valle Idice e all’alba del 21 aprile 1945 entrava a Bologna liberandola.

Il Btg. “L’Aquila”, per ragioni contingenti del momento, entrava in città nel tardo pomeriggio.

 



Nel dopoguerra, per iniziativa dei reduci, viene intitolata a
Ca’ di Bazzone, Comune di Monterenzio, la Via Caduti Alpini
ed eretto un monumento ai Caduti. Fra i nomi incisi il primo
è quello del Comandante magg. Augusto De Cobelli Medaglia
d’Oro al valore militare


 

La segnalazione del Magg. De Cobelli è pervenuta da Mario Gallotta del Gruppo Alpini Ferrara.