albo d’oro degli alpini bolognesi romagnoli

le 7 Medaglie d’Oro al valore militare
di Giuseppe Martelli
pagina aggiornata il 1° ottobre 2013

ALDO DELMONTE

da Montefiorito (Forlì)
Maggiore s.p.e. di Artiglieria Alpina
Comandante del 2° Gruppo Artiglieria da Montagna 2ª Divisione Eritrea
Ferito a Sciogguà Sciogguì (Etiopia) il 12 novembre 1935
Deceduto all’ospedale da campo n° 77 il 13 gennaio 1936

 


dal Bollettino Ufficiale del giugno 1915, la nomina ad ufficiale nel servizio
permanente effettivo promosso Sottotenente nel 1° Rgt. Art. da Montagna.
Il cognome corrisponde ancora all'atto di nascita.

Aldo *Delmonte nasce a Montefiorito, Forlì, oggi Montefiore Conca in provincia di Rimini, il 31 dicembre 1894 da Giuseppe e Ines Lazzarini. Trasferito giovanissimo per ragioni famigliari a San Giovanni in Marignano poi a Pesaro nelle Marche, qui frequenta gli studi al ginnasio poi al liceo “Terenzio Mariani” dove consegue la maturità classica. La forte inclinazione per la vita militare lo porta ad arruolarsi volontario ed il 10 novembre 1913 entra nell’Accademia Militare di Torino optando per l’Artiglieria da Montagna. Con il grado di Sottotenente assegnato al 1° Reggimento Artiglieria da Montagna gruppo “Torino-Aosta”, giunge nel maggio 1915 in zona di operazioni in Val Sugana a seguito della dichiarazione di guerra all’Austria. Per 40 mesi rimane ininterrottamente al fronte distinguendosi in particolare nei combattimenti sul Monte Cauriol, Punta Cardinal, Busa Alta, Col dell’Orso, Monte Solarolo e sul Monte Grappa, prima come subalterno, poi raggiunto il grado di Capitano, come comandante della 6ª batteria da montagna. Al termine della guerra si imbarca nel 1919 per la Libia prendendo parte alle operazioni di riconquista al comando della 1ª batteria indigeni, passando poi in Eritrea dove rimane fino al 1924. Rimpatriato, viene chiamato a svolgere funzioni didattiche poi direttive presso la Scuola di Tiro d’Artiglieria, l’Accademia Militare di Torino, quindi all’Ispettorato d’Artiglieria. Il 10 febbraio 1927 si sposa a Torino con Agostoni Angela dalla quale ha nel 1930 un figlio. Nell’autunno 1935 avuto sentore delle imminenti operazioni coloniali per la conquista dell’Etiopia, chiede di riprendere il suo posto di combattimento giungendo in Eritrea prima dell’inizio delle ostilità. Con il grado di Maggiore gli è assegnato il comando del 2° Gruppo Artiglieria da Montagna inquadrato nella 2ª Divisione Eritrea. Il 3 ottobre 1935 varcando la linea di confine del fiume Mareb inizia la guerra d’Etiopia. L’avanzata della 2ª Divisione eritrea verso il Tembien trova agguerrita resistenza dei Ras Cassa e Ras Seium che dispongono di 30.000 guerrieri, ed il maggiore Del Monte con i sui pezzi ha il compito di avanguardia. Giunti ai primi di novembre nella valle del fiume Ghevà con obiettivo successivo Macallè, nella impervia stretta di Scioguascioguì ( Sciogguà Sciogguì) lunga undici chilometri, come indicata nelle carte dell’epoca, avviene la battaglia. Durante il combattimento del giorno 12 accortosi delle difficoltà di una nostra colonna, senza esitare ed attendere ordini si dirige in suo aiuto riuscendo a disperdere il nemico. Poco dopo un nuovo attacco lo sorprende in ardita ricognizione fuori dalle linee ed è gravemente ferito alle gambe. Pur stremato non abbandona il combattimento fino al termine della battaglia, dirigendo il fuoco della sua batteria che risulterà determinante per la messa in fuga del nemico. Trasportato all’ospedale da campo n° 77, dopo due mesi di sofferenze causate da una progressiva infezione alle ferite che costringe i medici all’amputazione e per le complicazioni dovute ad una broncopolmonite, alle 8,36 del 13 gennaio 1936 muore. Le sue spoglie sono tumulate nel cimitero cattolico di Asmara. Alla memoria viene decretata la medaglia d’oro al valore militare. Sabato 4 aprile 1936 nel Comune di nascita per iniziativa del Podestà A. Cavalli, si svolge una solenne celebrazione per onorarne la memoria.


sul Bollettino Ufficiale del luglio 1917 viene corretto "l'errore di trascrizione".
note : *nell'atto di nascita che ho consultato nel Comune di nascita (oggi Montefiore Conca), è scritto con bella grafia con il cognome Delmonte, poi successivamente trascritto nel corso degli anni diventerà Del Monte.
Al Maggiore Aldo Delmonte è intitolata la caserma a Pesaro del 28° Reggimento Fanteria Divisione “Pavia”.

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO:

“Comandante di un gruppo di artiglieria eritreo, dopo un combattimento sostenuto in una stretta, si portava in aiuto di una colonna salmerie di altra arma, attaccata anch’essa da nuclei nemici e riusciva a disperdere gli assalitori. Accesasi poco dopo nuovamente la lotta, generosamente accorreva dove più si delineava la minaccia. Mentre era intento a dare disposizioni necessarie ad arginare il nuovo attacco, cadeva gravemente ferito. Stremato di forze, rimaneva sul posto fino a quando i nemici non venivano respinti e messi definitivamente in fuga. Decedeva in seguito alla ferita riportata. Fulgido esempio di belle virtù militari.”

Sciogguà Sciogguì 12 novembre 1935


Aggiornamenti inseriti il 1° ottobre 2013.
Nel corso di una ulteriore ricerca sugli artiglieri da montagna indigeni-eritrei, che regolarmente inquadrati nel Regio Esercito Italiano combatterono a fianco con i nostri Artiglieri da Montagna per la guerra di conquista dell'Etiopia, sono state rintracciate queste notizie che confermano quanto e come fosse alto il valore di queste truppe indigene di colore spinto anche fino al sacrificio estremo.
Queste nuove notizie, risultano poi molto interessanti in quanto legate alla nostra Medaglia d'Oro Maggiore Aldo Del Monte e alla sua drammatica vicenda umana. Attraverso le motivazioni delle decorazioni possiamo leggere come in una cronaca quegli avvenimenti, ma non solo, vuole anche essere un dovuto rinnovato omaggio a questi "eroi dimenticati".
Ulteriori dedicate notizie sono già pubblicate nel sito al link : eroi dimenticati

Cognome Nome
Reparto
Decorazione al valor militare e motivazione
Becherè Ailù
Buluc Basci (sergente)
2ª batteria
2° Gr. Art. Mont. Eritreo

medaglia d'argento
In uno scontro con preponderante numero di armati abissini, visto cadere gravemente ferito il suo maggiore, comandante del gruppo, lo portava al riparo di un masso: Scorto il feritore, lo uccideva con un colpo di moschetto. Incavalcato sul proprio muletto l'ufficiale ferito, gli marciava al fianco sotto il fuoco di fucileria che spezzava una gamba al muletto. Rimesso il suo maggiore al riparo, cercava e trovava altro muletto su cui ricavalcarlo e rimaneva costantemente al suo fianco, finchè non giungeva al sicuro. Magnifico esempio di ardimento, di attaccamento al dovere e di devozione verso il suo ufficiale.
Sciogguà Sciogguì, 12 novembre 1935

Mohamed Alì

Buluc basci (sergente)
2ª batteria
2° Gr. Art. Mont. Eritreo

medaglia d'ìargento "alla memoria"
Graduato di una colonna di salmerie attasccata da numerosi nemici, accortosi che un gruppo di questi si dirigeva verso l'ufficiale comandante della colonna, animosamente richiamava su di sè l'attenzione degli avversari facendo fuoco più volte su esse, finchè cadeva colpito a morte. Fulgido esempio di belle virtù militari e di fedeltà.
Sciogguà Sciogguì, 12 novembre 1935

Beherè Atemariam

Muntaz (caporale)
3ª batteria
2° Gr. Art. Mont. Eritreo

medaglia di bronzo
In uno scontro con preponderante numero di armati abissini, visto ferito il proprio maggiore, prontamente accorreva in suo aiuto. Ferito anch'egli gravemente, si rammaricava solamente di non poter più combattere. Magnifico esempio di attaccamento al dovere e di devozione verso il proprio ufficiale.
Sciogguà Sciogguì, 12 novembre 1935



Altra testimonianza dalla quale possiamo leggere come in una cronaca quegli avvenimenti la ritroviamo nella motivazione di quest'altro decorato, che pur non essendo un "artigliere da mantagna" merita comunque di essere menzionato in quanto legato a quegli avvenimenti.

Cognome Nome
Reparto
Decorazione al valor militare e motivazione
Tesfazghi Memariam
Buluc basci (sergente)
7° Gruppo Battaglioni Eritrei
croce di guerra
Comandante di pattuglia di sicurezza di scorta ad una carovana, durante un attacco nemico, con esemplare coraggio, riusciva ad impedire l'avvicinarsi.dell'avversario che tendeva a sorprendere la carovana stessa con la possibilità di catturare un maggiore di artiglieria ferito.
Sciogguà Sciogguì, 12 novembre 1935