alpini
del territorio bolognese romagnolo
il
Generale Achille d'Havet
di Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 novembre 2005
aggiornata il 15 febbraio 2006
Sul
giornale associativo
L'ALPINO dell'aprile 1922 nell'elenco delle ricompense
concesse per l'azione di Monte Nero del 16 giugno 1915, viene indicato
fra i decorati di medaglia d'argento anche il nominativo di Achille
d'Havet, Capitano Alpini da Bologna. Un cognome illustre e ben noto a studiosi
ed appassionati di storia militare in quanto è legato al noto
Generale Giuseppe d'Havet "fondatore" del Genio militare
a cui è intitolata una galleria che porta al Monte Pasubio.
Con meraviglia e piacere abbiamo scoperto che il futuro Generale degli
alpini Achille è nato a Bologna dove ha risieduto per molti
anni.
Il cap. d'Havet nel periodo
della guerra 1915-18. (2)
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Achille
d'Havet nasce a Bologna il 24 marzo 1888 da Baistrocchi Maria e dal
marchese Giuseppe (1),
tenente in servizio permanente effettivo in forza al Comando artiglieria
e genio di Bologna. Seguendo la tradizione di famiglia, il 15 novembre
1906 entra alla Scuola Militare di Modena ed il 4 settembre 1908 consegue
la nomina a Sottotenente di fanteria, specialità alpini. Assegnato
in forza al 3° reggimento alpini, il 7 settembre 1911 è
promosso Tenente e due mesi dopo, allo scoppio della guerra italo-turca,
parte con il Battaglione "Fenestrelle" per la Libia. Qui
si distingue nei numerosi combattimenti, in particolare del 1 dicembre
1911 e dell'ottobre 1912, come indicato nella motivazione, meritando
una medaglia di bronzo al valor militare. Rientrato in Italia nel
dicembre 1912 con la promozione a Capitano conseguita il 13 maggio
1914, è trasferito al battaglione alpini "Susa" e
con l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio 1915 gli viene affidato
il comando della 102ª compagnia che al mattino del 24 maggio occupa
il Monte Stol e due giorni dopo Caporetto. La settimana successiva
espugna il costone Ursic, primo obiettivo per procedere all'attacco
di conquista del Monte Nero. Per la brillante azione e l'ammirevole
slancio con il quale guida la compagnia nell'azione vittoriosa del
31 maggio per la conquista del Contrafforte Monte Nero, gli viene
conferita la prima medaglia d'argento al valor militare.
Cartolina
del 3° Rgt. Alpini dedicata agli Eroi della conquista
di Monte Nero; il capitano Vincenzo Albarello ed il
sottotenente
Alberto Picco.
|
Il
successivo 16 giugno la 102ª compagnia si pone ancora in evidenza
per l'ardito vittorioso attacco al Monte Nero, unitamente alle altre
compagnie del "Susa", contribuendo al conferimento della
medaglia d'argento collettiva assegnata al Labaro del 3° Rgt.
Alpini ed appuntata dallo stesso Re. Al Capitano comandante la 102ª,
Achille D'Havet, è conferita la seconda medaglia d'argento.
Il 1° dicembre 1915 viene comandato al corso pratico sul servizio
di Stato Maggiore al termine del quale, il 15 marzo 1916, è
in servizio di S.M. sempre come ufficiale degli alpini, distaccato
presso il comando della 3ª Armata mobilitata. Promosso Maggiore nell'agosto
1917, continua il servizio di S.M. e di collegamento fra il Comando
dell'Armata e le truppe in prima linea dislocate nel Basso Piave.
Nel luglio 1918 viene nuovamente decorato con una croce di guerra
al valor militare, "per l'esemplare disimpegno delle mansioni
superando difficoltà e pericoli".
Conclusa la guerra lascia la specialità alpini e dal 10 aprile
1919 è assegnato in servizio al Comando della Divisione Militare
di Bologna fino al 18 gennaio 1920 quando è trasferito alla
Scuola di Guerra di Torino fino al 13 novembre 1921. In questo periodo
svolge per due mesi il prescritto servizio pratico presso il 19°
Rgt. Art. da Campagna. Dal 1° dicembre 1921 è assegnato
al Comando della Divisione Militare di Firenze e dal 16 gennaio 1922
lascia la residenza di Bologna per trasferirsi a Firenze. Dal 7 dicembre
1924 indossa nuovamente le fiamme verdi in quanto è traferitro
al 6° reggimento alpini per assumere, dal 20 gennaio 1925, il
comando del battaglione "Morbegno" poi rientrato dal 1°
novembre 1926 al reggimento d'origine, il 5°.
La notizia della morte del padre pubblicata
su L'ALPINO del 1° settembre 1929. |
Promosso
Ten. Colonnello dal 4 giugno 1926, continua nel comando del Battaglione
fino al 1° maggio 1927 quando, trasferito nel Corpo di Staro Maggiore,
è destinato al servizio presso il Comando della Divisione Militare
di Ravenna, del quale dal 15 luglio 1927 è nominato Capo di
Stato Maggiore. Il 16 marzo 1931 lascia Ravenna e, sempre con lo stesso
incarico, è destinato al Comando Divisione Militare di Bari.
Promosso Colonnello dal 28 novembre 1932 viene nominato comandante
del 152° reggimento fanteria della Brigata "Sassari"
che mantiene fino al 16 settembre 1935 quando è destinato al
Comando del Corpo d'Armata di Milano. Con decreto dell'8 marzo 1934
gli viene riconosciuto il titolo di marchese e nobile di Firenze ereditato
dal padre marchese Giuseppe.
Promosso
Generale di Brigata, dal 9 settembre 1939 indossa nuovamente il cappello
alpino quale nuovo comandante della Divisione
Alpina "Cuneense".
Con
l'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940, lascia definitivamente
il cappello alpino ed è destinato a disposizione del Capo
di Stato Maggiore dell'esercito.
Fanti
italiani sul fronte greco-albanese nell'inverno 1941.
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Dal
15 novembre 1940 assume il comando della Divisione di Fanteria "Bari"
composta dal 139° e 140° reggimento e dal 47° rgt. artiglieria
destinata al fronte greco-albanese, guidandola nei tragici combattimenti
in Epiro tra il Pindo ed il mare fino al 18 febbraio 1941 quando è
richiamato in Italia destinato, con incarichi speciali, presso il
Comando della Difesa Territoriale di Milano. Dal 15 novembre 1941
gli è affidato il comando della 206^ Divisione Costiera dislocata
in Sicilia sud-orientale sulla linea Pozzallo, Pachino, Noto, Cassabile,
Siracusa, con sede di Comando a Ragusa. Promosso Generale di Divisione
dal 1° gennaio 1942 e collocato nella riserva, rimane comunque
al comando della Divisione come richiamato in servizio temporaneo.
Un reparto
della Divisione Costiera dislocato in Sicilia.
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nuova fotografia inserita
Il Generale d'Havet nel periodo
della 2ª guerra mondiale. |
Notizia che compare su L'ALPINO del
1° agosto 1943. |
Con lo sbarco degli Alleati nell'isola avvenuto il 10 luglio 1943,
il 12 luglio viene fatto prigioniero con il Comando Divisione in località
Modica, Ragusa.
Rimpatriato dalla prigionia il 26 dicembre 1944, lascia definitivamente
l'esercito e viene ricollocato in congedo dal 1° marzo 1945.
Scelta
come residenza Roma, qui vive la sua "pensione" dopo quasi
quarant'anni di onorato servizio e tre guerre. Promosso Generale di
Corpo d'Armata dal 1° luglio 1947, nel 1954 pubblica un libro
dal titolo "L'artiglieria da montagna - I genieri alpini",
I.D.S. Editori, Roma.
Il
21 aprile 1966 questo valoroso ufficiale degli alpini, bolognese di
nascita, muore a Roma.
(1)
Giuseppe marchese d'Havet dei nobili di Firenze nato nel 1861 e
deceduto a Roma il 31 luglio 1929. Sottotenente del genio nel 1881,
con il grado di Tenente prestò servizio presso il comando
artiglieria e genio di Bologna. Era Colonnello nel 1915 ed entrò
in guerra al comando del 2° Rgt. genio zappatori. Promosso Generale
nel 1917 gli fu affidato il comando del Genio V Corpo d'Arnata.
Dopo la guerra comandò il genio del Corpo d'Armata di Bologna
e poi fu capo del reparto costruzioni del genio. Generale di Divisione
nel 1923, andò in ausiliaria nel 1926 e nel 1928 posto definitivamente
in congedo assoluto. A lui è intitolata la prima galleria
della strada che porta al Monte Pasubio, denominata anche la strada
degli Eroi.
(2)
Iimmagine gentilmente concessa
da Pierluigi Scolè, tratta dal suo libro "16 giugno
1915: gli alpini alla conquista di Monte Nero", il Melograno
Editore - Bollate (MI) - settembre 2005.
Note:
devo alll'amico e collaboratore Mario Gallotta del Gruppo
di Ferrara il merito della "scoperta" delle origini
bolognesi che ha permesso di ricollocarla nelle nostre memorie della
storia alpina locale, ma non solo, è riuscito anche ad ottenere
lo Stato di Servizio con il quale è stato possibile ricostruire
con esattezza il curricolo militare.
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