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            cappellani militari alpini bolognesi romagnoli di Giuseppe Martelli pubblicato il 
              15 dicembre 2003  
  
             
               BALESTRAZZI 
                don AndreaSottotenente comandante di plotone Battaglione 
              “Vestone” e “Monte Spluga” 5° Reggimento Alpini Fra le figure dei cappellani alpini nati sul territorio della nostra 
              Sezione merita di essere citato anche don Balestrazzi, studente 
              seminarista, che solo il richiamo alle armi nel maggio 1915 gli 
              impedisce l’ordinazione sacerdotale e l’aspirazione a cappellano 
              militare come vorrebbe e ricorda nel suo diario di guerra oggi ritrovato.
  
            
               
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                    Andrea 
                      Balestrazzi nel 1920 in 
                      divisa di sottotenente. Sul 
                      petto le numerose decorazioni 
                      meritate in cinque 
                      anni di guerra. |   
            Balestrazzi 
              Andrea era nato il 13 settembre 1890 a Monteveglio, piccolo paese 
              dell’Appennino bolognese. La vocazione lo porta ad entrare giovanissimo 
              nel seminario di Bologna. Soggetto come tutti alla leva militare, 
              allo scoppio della guerra italo-turca nel 1911 è chiamato alle armi 
              e, assegnato come studente di religione alla Sanità Militare, parte 
              per la Libia dove rimane per 15 mesi. Congedato con il grado di 
              Sergente rientra in seminario per proseguire gli studi teologici. 
              Iscritto all’università nella facoltà di lettere, a pochi mesi dall’ordinazione 
              sacerdotale è richiamato alle armi a seguito della mobilitazione 
              generale del 10 maggio 1915 per l’entrata in guerra dell’Italia. 
              Assegnato alla 6ª compagnia di Sanità della 28ª Divisione, il 9 
              giugno rimessa la divisa parte da Bologna per raggiungere il reparto 
              dislocato sul Carso. Pochi mesi dopo nella battaglia di Sagrato 
              d’Isonzo combattuta fra il 30 ottobre ed il 6 novembre, per il coraggio 
              dimostrato nel recupero dei feriti sotto il fuoco nemico, gli viene 
              concessa la medaglia di bronzo al valore militare. Nel 1916 è aggregato 
              ed opera come sezione di Sanità prima con il 15° bersaglieri poi 
              con il 228° reparto someggiato. Nell’aprile 1917 viene scelto per 
              le sue qualità fra i Sergenti da inviare a Bassano come allievi 
              aspiranti ufficiali. Dopo un breve corso ed il conseguimento al 
              grado di Sottotenente in arma combattente sceglie la specialità 
              Alpini. Comandante di plotone della 53ª compagnia del battaglione 
              “Vestone” fino ad agosto poi assegnato alla 136ª compagnia 
              del battaglione “Monte Spluga”, sempre del 5° reggimento 
              alpini, prende parte agli aspri combattimenti sull’Ortigara. Dal 
              suo diario non traspare nessuna esitazione anche quando ricorda 
              episodi di guerra vera con i suoi orrori, affrontati con alto senso 
              del dovere. Nel novembre 1917 comandato a proteggere con il suo 
              plotone il forzato ripiegamento del battaglione, circondato senza 
              possibilità di scampo in fondo alla Val Sugana nella stretta di 
              Marino, deve arrendersi ed è inviato alla prigionia. Rinchiuso nel 
              campo di Kenyermezo in Ungheria il 25 luglio 1918 evade. Ripreso 
              dopo 6 giorni è condannato a 40 di arresti che sconta nella prigione 
              di Comaron per rientrare poi nel campo prigionieri. Con la conclusione 
              della guerra rientra in Italia al distaccamento di Morbegno del 
              5° alpini fino al 15 aprile 1919 quando è congedato. Nella primavera 
              del 1920 riceve finalmente l’ordinazione sacerdotale e completa 
              gli studi universitari laureandosi in lettere. Inviato prima come 
              cappellano coadiutore a Castel San Pietro, nel 1925 viene nominato 
              parroco titolare di S. Isaia a Bologna svolgendo anche l’incarico 
              di insegnante di lettere nel seminario e di religione all’Istituto 
              Marconi.   
            
               
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                      Don Andrea Balestrazzi ai Rifugi Contrin dove riveste l’incarico di cappellano e consigliere nella Commissione di gestione della Sede Naz. dell’Associazione Alpini. |   
            Il 
              suo rapporto con l’Ass. Naz. Alpini comincia già nel 
              1920 iscrivendosi alla sede centrale di Milano dove era stata fondata 
              pochi mesi prima. Con la nascita nel novembre 1922 della sezione bolognese romagnola aderisce subito ed a questa rimarrà legato per tutta la 
              vita. Nominato cappellano della sezione, in questa veste è lui a 
              benedire i gagliardetti dei gruppi che dal 1924 cominciano a costituirsi. 
              Dal 1929 al 1939 riveste la carica di consigliere sezionale e dal 
              1934 al 1943 è chiamato al prestigioso incarico di consigliere nazionale 
              nella Commissione che gestisce la città dei Rifugi Contrin della 
              quale ne è anche il cappellano. E’ ancora lui a benedire nella notte 
              di Natale del 1934 la campana donata dalla città alla chiesa sacrario 
              del 7° alpini a Calalzo di Cadore, ancora oggi in funzione. Nella 
              sua chiesa dal 1929 al 1958 si svolge annualmente la ricorrenza 
              di Santa Barbara, Patrona degli artiglieri alpini, ed il 4 dicembre 
              1938 viene inaugurata la Cappella del Combattente, voluta e realizzata 
              per sua iniziativa. Anche durante la seconda guerra mondiale emerge 
              la sua forte personalità di sacerdote e soldato comprovata dall’episodio 
              che lo vede protagonista nell’ottobre del 1944. Di passaggio a Casalecchio 
              di Reno si ritrova coinvolto in un rastrellamento per rappresaglia 
              ad un agguato partigiano ai soldati tedeschi. Alla vista di tanti 
              innocenti non ha esitazioni e presentandosi al comandante si offre 
              per essere fucilato lui in cambio degli ostaggi. La risolutezza 
              del suo gesto ottiene prima la sospensione  e la successiva liberazione 
              di tutti. Trattenuto nell’attesa dell’esecuzione, la sua fermezza 
              e serenità vince ogni tragico proposito e l’ufficiale ordina anche 
              la sua liberazione.   
            
               
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                    Adunata Nazionale Alpini di Milano del 1959. Don Balestrazzi sfila per l’ultima volta in testa alla sezione.
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            Con 
              il ritorno alla pace riprende il suo posto in sezione, alle manifestazioni 
              dei rinati gruppi e alle Adunate Nazionali. Colpito da male incurabile, 
              pur convalescente da operazione chirurgica non vuole mancare a quella 
              che sarà la sua ultima sfilata in testa alla Sezione per l’Adunata 
              Nazionale di Milano del 4 maggio 1959. Un mese dopo, il 19 giugno 
              Monsignore Andrea Balestrazzi, capitano di complemento degli alpini 
              muore. La salma riceve gli onori militari di un picchetto di alpini 
              in armi ed i funerali si svolgono alla presenza del consiglio sezionale 
              al completo e numerosissimi giovani e vecchi amici di sezione.   
            Dopo 
              l’ultimo saluto portato dall’ex Presidente Nazionale Angelo Manaresi 
              viene sepolto con il suo inseparabile cappello alpino nel cimitero 
              di Oliveto poco distante da Monteveglio.  
             
              nota 
                aggiunta il 1° giugno 2007. A seguito di segnalazione dell'amico Pietro Cimmino, di cui don 
                Andrea era il pro-zio della moglie, ci viene precisato che il 
                luogo esatto della sepoltura è nel piccolo cimitero di 
                Oliveto.
 
              nota aggiunta il 1° dicembre 2008.
 A seguito di comunicazione del sig. Maurizio Sampieri amico 
                di famiglia di Pietro Cimmino che lo ha autorizzato, il sig. Sampieri 
                ci segnala che sul suo sito web ha iniziato la pubblicazione del 
                diario di gurrra 1915-18 di don Balestrazzi. Pertanto che è 
                interessato può leggerlo nel sito : www.toskana-art.it
 
 
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