i cappellani militari alpini bolognesi romagnoli

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 15 dicembre 2003

BENINI don Antonio

Tenente Cappellano Militare
3° Raggruppamento Artiglieria da Montagna

 


don Antonio Benini all'Adunata
Nazionale Alpini del 1929 a Roma
Benini Antonio era nato il 24 marzo 1884 a Cesena, cittadina a pochi chilometri dal mare in Provincia di Forlì (oggi Forlì-Cesena) dove compie i primi studi nel seminario diocesano proseguiti al seminario Pio di Roma conseguendovi le lauree in Teologia e Diritto Canonico. Rientrato a Cesena e ordinato sacerdote il 29 settembre 1907 ha l’incarico di insegnante di lettere nel seminario fino all’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915. Di ardente fervore patriottico presenta già in luglio domanda come cappellano militare volontario pur non essendo ancora stato chiamato alla regolare visita di leva alle armi. Insistenti e ripetute sono le richieste, come risulta nella sua cartella personale conservata presso l’Ordinariato Militare, alle quali riceve sempre la risposta di apprezzamento e considerazione ma anche di attendere la regolare chiamata alle armi, cosa che avviene il 21 marzo 1916. Abile arruolato viene destinato come soldato semplice alla 6ª compagnia di sanità a Bologna, dalla cui sede ancora con insistenza rinnova domanda per essere trasferito come cappellano militare volontario nelle truppe mobilitate per il fronte indicando fra le preferenze l’assegnazione a battaglioni alpini. Finalmente pochi mesi dopo gli giunge in data 15 luglio la tanto sospirata nomina a Tenente Cappellano destinato al 3° raggruppamento artiglieria da montagna. In questo rimane ininterrottamente per tre anni seguendone tutte le vicende belliche con coraggio ed alto sentimento del dovere come risulta nella motivazione della medaglia di bronzo conferitagli sul Carso il 27 maggio 1917. Nel suo curriculum sono indicate due decorazioni, ma sulla seconda non esiste documentazione. Con la conclusione della guerra e lo scioglimento del raggruppamento viene congedato il 10 marzo 1919 ed inviato a disposizione dell’Ufficio Castrense (oggi Ordinariato Militare) in Roma rientrando pochi mesi dopo a Cesena. Riprende quindi il suo posto di insegnante di lettere al seminario e, scelto per la sua cultura, anche quello di religione nel liceo e nel ginnasio.

Una delle sue ultime immagini
La sua grande vitalità lo porta ad essere fra i promotori del movimento giovanile cattolico e delle opere missionarie dedicando a queste con entusiasmo le sue energie e costante impegno. La non dimenticata esperienza di cappellano militare e l’orgoglio del suo cappello alpino ne motivano l’iscrizione all’Ass. Naz. Alpini quando anche agli artiglieri da montagna ne viene concessa la possibilità. Il suo nome compare sul tabulato soci del 1928 con indirizzo Via Cavour 11, Cesena e l’anno successivo è fra i partecipanti all’Adunata Nazionale Alpini di Roma con gli altri cappellani della sezione. Può essere a pieno titolo considerato fra i promotori della nascita del gruppo di Cesena avvenuta nel 1932 al cui interno dal 1934 in qualità di segretario affianca un altro cappellano alpino cesenate, don Giovanni Santini, quest’ultimo nominato alla carica di capogruppo. Questo singolare primato per il gruppo con due cappellani militari ai vertici, si conclude purtroppo pochi anni dopo. Don Antonio Benini muore improvvisamente di infarto il 7 febbraio 1939 ed è sepolto nel cimitero di Cesena. Il dolore per la sua improvvisa scomparsa e come fosse ben presente nella vita associativa sono testimoniate nell’articolo che compare su L’ALPINO del 1° marzo 1939 dove, oltre al ricordo, si apprende che la salma, trasportata a spalla alla chiesa ed al cimitero, è stata tumulata con grande partecipazione di penne nere.

 

 

 

Adunata Nazionale Alpini del 6/8 aprile 1929 a Roma. Si riconoscono per l’abito talare quattro nostri cappellani, (da sinistra) Don Antonio Benini, Don Giovanni Santini, Don Andrea Balestrazzi e davanti a lui Don Amedeo Girotti.



Un particolare ringraziamento all’Ordinariato Militare in Italia per avermi messo a disposizione la preziosa documentazione di archivio che ha permesso di ricostruire con esattezza il periodo del servizio militare.

(Ha collaborato alle ricerche il socio Tommaso Magalotti del gruppo di Cesena)