alpini del territorio bolognese romagnolo

il Capitano Ruggero Fabbri : da capogruppo alla R.S.I.

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° gennaio 2020

Rileggendo e catalogando gli oltre 6.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla vita e dalle scelte del socio e Capogruppo Capitano Fabbri Ruggero, che dopo la naja sceglie la via di combattente su vari fronti, dalla Spagna, all'Africa, alla repubblica sociale italiana, fino al sacrificio della vita e che ritengo doveroso, come ho fatto per altri soci nel rispetto delle singole scelte, rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

 

Ruggero Fabbri nasce a Bologna il 6 novembre 1907.


il ruolo matricolare
rintracciato

Chiamato alle armi il 23 novembre 1926, viene lasciato in congedo ed indicato sul ruolo: Ammissibile alla eventuale ferma abbreviata quale fratello consanguineo di militare classe 1903 che presta servizio con ferma ordinaria.

Chiamato alle armi il 23 aprile 1927 ed essendo diplomato geometra, viene lasciato in congedo provvisorio per ripresentarsi all’apertura dei corsi allievi ufficiali.

Il 15 gennaio 1928 giunge alla scuola allievi ufficiali di Verona designato per gli alpini. Promosso Caporale il 15 aprile quindi Sergente il 1° luglio, viene inviato per il primo servizio all’8° Rgt. Alpini Btg. “Tolmezzo” dove rimane fino al 30 settembre. Con la nomina a Sottotenente transita dal 4 ottobre al 7° Rgt. Alpini per il prescritto servizio di prima nomina. Viene congedato il 15 aprile 1929.


la conferma è tratta dal libretto la "Forza" del 10° nel 1932

Rientrato a Bologna prende immediatamente contatto con la Sezione e si iscrive come socio individuale con indirizzo in via Belle Arti 12. Assiduo frequentatore ed essendo un ufficiale, nel febbraio 1932 viene nominato dal Presidente di Sezione, Capogruppo del Gruppo "Val di Reno" in Bologna (allora vi erano le nomine e non le elezioni n.d.r.). Rimane in carica come Capogruppo fino al febbraio 1934 quando si dimette per ragioni professionali.

Allo scoppio della guerra civile in Spagna, nel luglio 1936 si arruola volontario nei reparti approntati dal regime fascista in aiuto dei nazionalisti spagnoli autori di un colpo di stato e, promosso Tenente (del 7° alpini fuori ruolo), viene assegnato al 2° Rgt. “Frecce Azzurre” come aiutante maggiore di battaglione.

Il 18 giugno 1937 nei combattimenti di Sierra Argallen, viene decorato di medaglia di bronzo così motivata: “Aiutante di battaglione, dimostrava coraggio e sprezzo del pericolo nell’attuare ricognizioni durante una violenta offensiva nemica. Caduto ferito il comandante, coadiuvato da altro militare, lo portava entro le linee percorrendo un tratto di terreno scoperto, intensamente battuto dal fuoco nemico. Durante il resto del combattimento protrattosi per 14 ore, si prodigava con instancabile attività, perché tutti i servizi funzionassero nel modo regolare, benché il tiro nemico sulla posizione tenuta dal battaglione, fosse intensissimo. Bella figura di entusiasta e valoroso”.

Rientrato a Bologna nell’aprile 1939 e mandato in congedo, riprende il suo posto di “semplice” socio e ritroviamo la sua fotografia, riprodotta in alto, nell’artistico quadro che rappresenta la "Forza” del “Battaglione Val di Reno” (come è denominata dal settembre 1938 la Sezione).

Con l’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) viene richiamato alle armi e promosso Capitano di complemento (del 7° alpini fuori ruolo) gli viene affidato il comando di una compagnia del Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti ed il 24 giugno 1941 inviato in Libia, il reparto viene schierato a Misurata poi dal 3 dicembre a Bir el Gobi. Qui partecipa alla battaglia che dal pomeriggio del 3 prosegue a tutto il giorno 6 dicembre e per il comportamento ed i risultati conseguiti, viene decorato di una seconda medaglia di bronzo così motivata: “Comandante di compagnia in un importante caposaldo isolato, resisteva per più giorni valorosamente ai ripetuti attacchi di soverchianti forze avversarie che avevano completamente accerchiato il caposaldo, riuscendo ad infliggere all’avversario considerevoli perdite di uomini e mezzi corazzati”.

Rimpatriato nel gennaio 1943 e mandato nuovamente in congedo, con gli eventi politici dell’8 settembre, si arruola volontario nel nuovo esercito della repubblica sociale ed è assegnato, come Capitano di complemento degli alpini, al Comando Grandi Unità di Vercelli. Il 28 ottobre 1944, in missione in treno per Bergamo al Comando Stato Maggiore Esercito della RSI, giunto a Vimercate (Milano), cade vittima da mitragliamento aereo degli alleati.