residenti illustri nel territorio bolognese romagnolo
La Medaglia d’Oro
al valore militare Sottotenente Lino (Gino) Ferretti
di Giuseppe Martelli
puibblicato il 1° ottobre 2016
Nel
rileggere la storia alpina a tutto campo, nella quale si ritrovano
costantemente fatti e curiosità legate al territorio bolognese romagnolo
che meritano di essere ricollocate nella nostra memoria, è emersa
questa notizia-curiosità del suo trascorso bolognese.
Lino, nome di battesimo Gino* Ferretti nasce il 4 febbraio 1915 a Fabbrico (Reggio Emilia) da Armando che ha già in tasca la cartolina di chiamata alle armi (l'Italia entrerà in guerra il 24 maggio) e Anna Meschieri. Purtroppo a 3 anni di età perde il padre caduto il 21 marzo 1918. Vive quindi un'infanzia disagevole, ma cresciuto con elevati sentimenti patriottici. Dopo i primi anni scolastici nel paese, svolge poi con chiari sacrifici famigliari, gli studi superiori a Reggio Emilia. Si trasferisce quindi nel 1936 a Bologna dove si iscrive alla nostra Università nella facolta di Medicina Veterinaria. Nella domanda di iscrizione viene appunto indicato con il nome di Gino. Nel 1937 completati gli esami del secondo anno, per motivi forse personali di avvicinamento, il 2 novembre lascia Bologna e trasferisce l'iscrizione presso la Regia Scuola Superiore di Medicina Veterinaria di Parma dove nel luglio 1939 consegue
la laurea. Pur non essendo soggetto ad obblighi di leva, in quanto orfano di guerra, fa domanda e frequenta come volontario il
corso allievi ufficiali di complemento del Corpo Sanitario Veterinario
presso la Scuola di applicazione di cavalleria di Pinerolo e nominato
Sottotenente il 25 agosto 1940 viene destinato all’Accademia Militare
di Modena con l’incarico di fornire l’assistenza zooiatrica e zootecnica ai cavalli di addestramento per i Cadetti ed ai muli delle salmerie. Al termine del servizio di prima nomina a Modena, pur essendo esonerato come orfano di guerra dal servizio in reparto combattente, ottiene su specifica domanda, quale Sottotenente veterinaio, l’assegnazione
all’11° Reggimento alpini con incarico nelle salmerie del Battaglione “Trento” allora impegnato
sul fronte greco-albanese. Sbarcato a Valona il 23 febbraio 1941,
si segnala subito per la sua attività, svolta spesso sotto il
fuoco nemico, tanto da meritare un encomio da parte del suo comandante
della Divisione Pusteria Gen. Medaglia d'Oro (1912) Giovanni Esposito. Il 17 luglio 1941 la Divisione Pusteria viene trasferita con urgenza in Montenegro, allo scopo di contrastare un’imprevista insurrezione dei partigiani di Tito. Nel corso della sanguinosa battaglia, che costò la vita a oltre 250 alpini, sostenuta nella notte del 1° dicembre 1941 contro un'offensiva dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia per "liberare" la cittadina di Pljevlja (o Plljevlje) in Montenegro e respinta vittoriosamente dagli alpini e artiglieri alpini della 5ª Divisione Alpina Pusteria di stanza nella regione, si offre volontario come ufficiale per sostituire un collega comandante di plotone caduto in combattimento, lasciando poi egli stesso generosamente la vita sul campo di battaglia.
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare “alla memoria”:
Veterinario
presso un battaglione alpino, durante un aspro combattimento, si
offriva di sostituire un comandante di plotone caduto e si lanciava
arditamente al contrassalto alla testa del reparto. Riusciva, dopo
aspra lotta a colpi di bombe a mano, a respingere il nemico infiltratosi
nelle nostre linee ed a metterlo in fuga infliggendogli gravi perdite.
Benché gravemente ferito, continuava ad incalzare l’avversario.
Colpito una seconda volta a morte, lanciava le ultime bombe sul
nemico attonito di fronte a tanto ardimento. Agonizzante e conscio
della prossima fine, pronunciava fiere parole animatrici per i suoi
alpini. Orfano di guerra, sull’esempio paterno immolava volontariamente
e con sublime eroismo, la giovane esistenza educata al più puro
amore di Patria ed alla sacra religione del dovere. Pljevje
(Balcania), 1 dicembre 1941
il cimitero della 5ª Divisione Alpina Pusteria |
vecchia cartolina della cittadina di Pljevlja (o Plljevlje) |
note: Gino* era il nome di battesimo, infatti nei documenti di iscrizione aell'Università di Bologna risulta Gino. Poi come era spesso abitudine, da tutti chiamato Lino. Era abbastanza frequente a quei tempi cambiare i nomi in nomignoli o sprannomi. Un esempio di un'altro Lino, così indicato anche sulla Gazzetta Ufficiale nelle motivazioni delle decorazioni, è il nostro ferrarese "Lino" Balbo (nipote di Italo Balbo) che aveva come nome di battesimo Arcangelo.
Nella battaglia di Pljevlja (o Plljevlje) furono impegnati anche alpini e artiglieri alpini bolognesi romagnoli o residenti nel nostro territorio, alcuni dei quali si distinsero e vennero decorati al valor militare:
Dosi Francesco di Lugo di Romagna, caporale 5° Rgt. Art. Alpina
Gr. “Belluno”, medaglia d'argento, poi socio. A lui è intitolato il Gruppo di Lugo di Romagna.
Grandi
Cesare di Bologna,
artigliere 5° Rgt. Art. Alpina C.do Rgt., medaglia di bronzo "alla memoria".
Agostini Giuseppe di Mezzolombardo (Trento) residente a Bologna per studio, Serg. Allievo Ufficiale
11° Rgt. Alpini
Btg. "Trento", medaglia di bronzo "alla memoria". Quale studente caduto in guerra, l'Università di Bologna in data 5 novembre 1942, conferì la laurea "honoris causa" proclamandolo dottore in Economia e Commercio.
Braito Walter di Cares (Trento)
residente a Bologna per studio, Tenente
11° Rgt. Alpini
Btg. "Trento", medaglia di bronzo "alla memoria". Quale studente caduto in guerra, l'Università di Bologna in data 5 novembre 1942, conferì la laurea "honoris causa" proclamandolo dottore in Economia e Commercio.
Antonelli
Marino di Loiano
(Bologna),
Caporalmagg.
5° Rgt. Art. Alpina
Gr. “Belluno”, croce di guerra, poi socio e consigliere sezionale.
Buscaroli
Ivo di Imola
(Bologna),
Artigliere Alp.
5° Rgt. Art. Alpina
Gr. “Belluno”, croce di guerra, poi socio e Capogruppo del Gruppo di Dozza (BO).
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