alpini
del territorio bolognese romagnolo
il Capitano Cesare Ferriani, fra gli artefici
della storia del Terminillo
di Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 novembre 2007
Ancora
una volta, grazie alla "scoperta" e alla segnalazione dell'amico
e collaboratore, dott. Mario Gallotta del Gruppo di Ferrara, è stata ritrovata, prima la notizia e poi il filo
conduttore, che ci hanno permesso così di rintracciare le notizie
e la storia di questo nostro socio, già consigliere e segretario
sezionale, del quale si erano perse le tracce dal lontano 1934
e che orgogliosamente ricollochiamo nella nostra memoria anche
per i meriti di essere stato uno dei principali artefici della nascita
ed espansione della stazione turistica-sciistica del Terminillo, denominata
anche "la Montagna di Roma".
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Cesare
Ferriani nasce a Bologna il 3 giugno 1906 da Alfonso ed Ersilia
Frascari. Completati gli studi di geometra si iscrive all'Università
nella facoltà di Ingegneria, studi che però deve interrompere
in quanto chiamato al servizio di leva il 19 marzo 1926. Vieme ammesso a ritardare in tempo di pace la presentazione alle armi e confermata anche il 23aprile 1927. Chiamato alle armi con obbloigo di frequentare il corso ufficiali di complemento, il 1° agosto 1927 , viene inviato al corso
ufficiali presso la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Verona
dove il 1° novembre consegue i gradi di Caporale. Promosso Sergente
al termine del corso il 10 gennaio 1928, presta servizio al 4°
Rgt. Alpini. Con la promozione a Sottotenente il 29 giugno, viene
inviato per il servizio di prima nomina al 2° Rgt.
Alpini. Congedato il 10 ottobre 1928 riprende e completa gli studi
universitari.
Grande
appassionato di montagna e dello sci di fondo, partecipa nel 1932
al primo corso in assoluto nazionale per maestri a Claviere (Aosta)
dove consegue l'abilitazione a maestro di sci, organizando poi la
scuola di sci di San Candido (Val Pusteria). Valente sciatore, ottiene numerose
affermazioni in gare importanti nelle Alpi e nel nostro Appennino,
come ad esempio vincendo il 1° marzo 1931 la gara del Trofeo
U.B.E. (Unione Bolognese Escursionisti) svoltasi alle Piane di Lama
Mocogno nel modenese ed ancora quindici giorni dopo nella Coppa
delle Piane si classifica "solo" secondo e definito nella
cronaca - la giovane e già valorosa speranza degli sciatori
bolognesi, forse il miglior elemento del nostro Appennino...-.
In azione sul percorso di una delle
numerose gare alle quali pertecipa. |
Con la giovane moglie Angela Elena,
sui campi nevosi del Terminillo. |
Nel
suo "girovagare" nelle varie località sciistiche
conosce la signorina, anche lei sciatrice e bergamasca di origine,
Angela Elena Pizzuto con la quale si sposa a Bologna l'11 luglio 1935.
Residenti in via Casaglia, un anno dopo nasce l'unico figlio Franco,
anche lui poi sottotenente degli alpini.
Il suo rapporto con la Sezione è immediato e all'indomani
del congedo nel 1928 si iscrive come socio effettivo. Il 24 febbraio
1929 con la squadra composta dai soci Italo Donati, Carlo Ferracini,
e Gastone Vandreuse, partecipa in rappresentanza della Sezione al
V Campionato Nazionale di Sci dell'Ass. Naz. Alpini a Lavazè
(Cavalese) nella gara di fondo. Nella cronaca su L'ALPINO non compare la classifica individuale ma solo a squadre dove all'11°
posto è la Sezione bolognese romagnola. Ed ancora nel 1931 partecipa al
VII Campionato Nazionale di Sci dell'Ass. Naz. Alpini ad Asiago classificandosi 23° e gli altri componenti della squadra,
Ferracini Carlo 29° e Paolo Malvezzi 35°, ottenendo così
l'8° posto in classifica a squadre ed il 1° posto fra le squadre
"cittadine". Partecipa anche ai Campionati Nazionali di sci del 1934 e del 1935, poi lascia Bologna.
Nel triennio 1931-1933 entra nel consiglio
direttivo dove ricopre l'incarico di aiutante naggiore (segretario).
Dal ruolino
dei soci del 1928 risulta il 47° socio della Sezione.
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Una
delle numerose manifestazioni
della Sezione degli anni '30.
Il primo a sinistra con la sigaretta è
il consigliere e segretario sezionale Cesare Ferriani,
al centro Alessandro Stagni, Presidente di Sezione e
Consigliere Nazionale, seduto, il consigliere sezionale
Petronio Vignudelli.
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La
svolta alla sua vita avviene nel 1934 quando viene chiamato dal Conte
Ettore Manzolini e da suo figlio Giorgio per studiare il tracciato
idoneo alla costruzione di un impianto funiviario nella località
montana del Monte Terminillo (m. 2216), massiccio appenninico nella
provincia di Rieti, allora in espansione per volontà di Mussolini
che vedeva e voleva in quella località la Montagna di Roma.
Con la giovane moglie affitta una villetta in località Lisciano,
ultimo paese ai piedi del Terminillo, in attesa che fosse ultimato
l'unico albergo che il colonnello degli alpini Leandro Zamboni stava
costruendo per trasferirsi con famiglia e attività dall'Abruzzo.
Nel 1936 lascia Lisciano e si trasferisce nell'Albergo Savoia del
Col. Zamboni, che pur non essendo ancora terminato è già
abitabile, per seguire i lavori quale direttore tecnico della Società
Funivia impegnata nella realizzazione di due stazioni. La zona vive
un grande sviluppo con la realizzazione di diversi alberghi, ristoranti,
rifugi ed altri servizi, divenendo una delle più attrezzate
stazioni turistiche a livello nazionale, frequentata dalla "Roma
bene".
Anche l'Associazione Nazionale Alpini, la cui sede nazionale è
stata trasferita dalla sede storica di Milano a Roma, ne è
affascinata e nel corso del 1935 assume l'iniziativa di costruire
sul Terminillo una Chiesetta, citando la notizia che compare su L'ALPINO del 15 dicembre 1935, "Continuano ad affluire alla Segreteria
Generale come alle Sezioni di Roma e di Rieti le offerte per la realizzazione
dell'iniziativa assunta dal 10° Alpini, di costruire sul Terminillo,
la Montagna di Roma, la Chiesetta della Madonna della Vittoria, protettrice
delle Armi italiane nell'Africa Orientale, ed in memoria degli alpini
ed artiglieri alpini.....". Il progetto, elaborato dall'Ing.
Francesco Salvi della Sezione di Roma, per la cui realizzazione viene
scelta quota 1637 sulla falda del Terminelluccio prospicente Pian
De' Valli, viene sovenzionata anche grazie ad una sottoscrizione a
livello nazionale fra tutti i soci, che si conclude nel luglio del
1937 quando nella mattina di domenica 13, la chiesetta viene benedetta
ed aperta al culto con una grande cerimonia che vede la presenza dei
massimi vertici associativi, dal Comandante Angelo Manaresi, al Labaro
Nazionale e Consiglieri, i Presidenti delle due Sezioni di Roma e
Rieti, molti generali e colonnelli degli alpini, autorità governative
e religiose, oltre ovviamente, come citato nell'articolo su L'ALPINO,
"il valente direttore dei lavori Ten. Ing. Cesare Ferriani".
Pur lavorando quasi costantemente al Terminillo, mantiene la residenza
principale a Bologna nella casa paterna e nella città natale
il figlio Franco frequenta nei primi anni del dopoguerra (1947-1949)
la scuola media con la mamma, che ha mantenuto la cattedra di insegnante
a Bologna. Solo con gli eventi della guerra abbandonerà nel
1943 la sua Bologna per trasferirsi definitamente al Terminillo.
Una delle liste di sottoscrizioni raccolte personalmente
da Cesare Ferriani e pubblicata su L'ALPINO
del 15 agosto 1936. Si noti come
la località fosse frequentata dalla "Roma bene". |
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In questo disegno, realizzato personalmente da Cesare
Ferriani, è rappresentato il progetto delle SCIOVIE
SMONTABILI
FERR. (diminutivo
di Ferriani), uno dei numerosi suoi brevetti di sciovie
realizzate e funzionanti alla stazione sciistica del
Terminillo.
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Richiamato per istruzione nel maggio 1939 presso il 51° Rtg.
Fanteria "Cacciatori delle Alpi" di stanza a Perugia,
mantenendo comunque nel ruolino di servizio la specialità
di appartenenza di Tenente degli alpini, ed è promosso Capitano
nell'ottobre del 1941. L'Italia
è da un anno in guerra ed il 29 luglio 1942 viene richiamato
in servizio assegnato al 135° nucleo antiparacadutisti in Tarvisio
dove rimane fino alla fine di luglio quando, su ordine del Ministero
della guerra, è inviato a dirigere i lavori al Monte Cimone
nell'Appennino modenese, per la realizzazione di strutture ponti
radio Marelli da Roma-Gran Sasso-Terminillo-Cimone-Milano. All'indomani
dell'armistizio dell'8 settembre 1943 rientra al Terminillo per
non lasciarlo più. Nel 1944 coinvolto in "vendette dell'epoca"
quale collaborazionista solo perchè, parlando il tedesco,
era riuscito a non fare minare tutte le strutture da parte tedesca,
viene ovviamente scagionato.
Nel primo dopoguerra il Terminillo vive un nuovo sviluppo con alberghi,
ville, strutture turistiche e nuovi impianti di risalita, molti
di questi progetti sono opera dell'Ing. Ferriani che elabora anche
alcuni brevetti, come ad esempio la sciovia smontabile e trasferibile,
realizzate in due esemplari, una in località "dei cinque
confini" e l'altra "del Terminelletto".
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Il
matrimonio dell'attrice
Gina Lollobrogida alla
"Chiesetta
degli Alpini".
Fra i chierichetti
Franco Ferriani,
l'adolescente figlio. |
Anche
la Chiesetta degli Alpini vive un momento di celebrità. Nel
1949 viene scelta per il matrimonio dell'attrice Gina Lollobrigida
e Milko Skofic, con Franco Ferriani (l'adolescente figlio) fra i chierichetti
e i maestri di sci schierati all'esterno con un arco fatto con gli
sci. Molte vicende si sono poi susseguite nella storia del Terminillo
per giungere fino ad oggi, alternando periodi di sviluppo a periodi
di moderata crisi.
Dopo tantissimi anni di costante presenza e lavoro da essere giustamente
considerato fra i principali artefici della storia del Monte Terminillo,
si ritira dai numerosi impegni professionali agli inizi degli anni
'80 per godersi la famiglia, e lasciato il Terminillo si traferirsce
a Rieti dove muore il 12 novembre 1987. Negli anni precedenti aveva
già acquistato una cappella sepolcrale nel cimitero di Vazia,
frazione di Rieti, paesino ai piedi del Terminillo dove desiderava
essere sepolto per "godersi la vista del suo Terminillo"
in pace. Accanto a lui riposa l'amatissima moglie Elena deceduta nel
1992.
Comunque la famiglia Ferriani da allora, dai lontani anni '30, è
ancora legata alla storia del Terminillo, il figlio Franco è
socio della Funivia del Terminillo s.r.l. perpetuando così
la storia iniziata tanti anni prima dal padre Capitano degli alpini
Cesare Ferriani. Per onorarne la memoria ed i meriti acquisiti a lui
è stata intitolata una via ovviamente in località Terminillo.
Ringrazio il figlio dott. Franco Ferriani per la disponibilità
nel mettere a disposizione notizie famigliari e personali e la concessione
dei documenti fotografici che corredano questo articolo, conservando
comunque la proprietà con il divieto di riproduzione.
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