Le
ricerche non finiscono mai di stupire. Nelle ultime ricerche dei ruoli matricolare riprese dal 15 settembre (sospese dal febbraio 2020 causa emergenza sanitaria), emergono continuamente notizie anche inedite di storie e personaggi ormai dimenticati con il passare delle generazioni, che vanno ad arricchire inaspettatatemnte la nostra storia "alpina", come questa......
Fra le centinaia di grossi volumi, per formato e numero delle pagine (dalle 300 alle 500 per ogni volume) compilate all'atto della visita di leva, vi è un grosso volume con ben evidenziata in copertina la dicitura VOLONTARI del Distretto Militare di Ravenna. Fra i vari nominativi di questi VOLONTARI, cioè che non hanno atteso la regolare chiamata alle armi della loro classe, ma si sono arruolati in anticipo o comunque volontariamente, vi è quello del romagnolo Federico Foschini del quale ne ripropongo e ne rinnovo il ricordo.....
(a) vedi note in fondo
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Federico Foschini nasce a Savignano di Romagna (poi dal 1933 Savignano sul Rubicone), Forlì, il 3 aprile 1897, di Giovanni e Giovanna Cacciari poi residente a Conselice, Ravenna, dove il padre è stato assunto come medico a dirigere l'Ospedale civile e quindi viene iscritto di leva al Distretto militare di Ravenna.
il primo ruolo in elenco fra i VOLONTARI |
il secondo ruolo fra i coscritti della leva 1897 |
Il 3 luglio 1915 si arruola volontario, con il consenso del padre non essendo di leva, nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti di Ravenna per la durata della guerra e sul ruolo matricolare viene indicata come professione studente. Dopo pochi mesi il reparto viene smobilitato e l'11 novembre è inviato in congedo.
Studente all'Università di Bologna nella facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, il 5 ottobre 1916 lascia Bologna e si iscrive al Regio Politecnico di Torino.
Chiamato alle armi il 24 settembre 1916 dal Distretto militare di Ravenna, viene destinato al corso allievi ufficiali all'Accademia militare di artiglieria in Torino.
Promosso Aspirante ufficiale il 22 marzo 1917 è assegnato al 3° Rgt. Art. da Montagna e già in aprile gli viene conferito un encomio solenne nei combattimenti a San Pietro di Gorizia, ed il mese successivo viene decorato di medaglia di bronzo così motivata : "Offertosi volontariamente, sotto l'intenso fuoco nemico di sbarramento, si recava in prima linea per verificare i varchi fatti dalla batteria nei reticolati avversari". Casa Diruta di San Marco, 13 maggio 1917 ed a fine anno viene promosso Sottotenente.
Il 29 ottobre 1917 viene promosso Sottotenente ed è assegnato al 1° Rgt. Art. da Montagna. Rimane coinvolto nella "ritirata di Caporetto" trovandosi in quella zona di operazioni dove era stato inviato con la batteria in Val Natisone (Alta Carnia) e qui riesce a sfuggire alla cattura da parte dei reparti avanzanti austro-ungarici ed alla conseguente prigionia.
Nei primi mesi del 1918 passato in forza al 3° Rgt. Art. da Montagna con il grado di Tenente viene dislocato con la batteria prima sul Tonale quindi nella zona dell'Adamello dove viene decorato con la croce di guerra così motivata : "Assunto il comando della batteria per indisposizione del titolare si distingueva per calma e coraggio concorrendo col ben aggiustato tiro dei suoi pezzi, alla buona riuscita di un attacco delle nostre fanterie". Corno Bedole (Adamello), 25-26 maggio 1918.
Rientrato al 1° Rgt. Art. da Montagna per assumere il comando di una batteria da montagna di nuova formazione che viene dislocata nella zona del Tonale a Passo dei Segni a 2875 metri di altitudine. Nell'agosto 1918 dando prova di coraggio e senso del dovere, cade in combattimento e viene decorato di medaglia d'argento "alla memoria" così motivata : "Comandante di una batteria da montagna, assumeva il comando diretto di una delle sue sezioni incaricata di distruggere da 700 metri circa di distanza, numerosi nidi di mitragliatrici nemiche improvvisamente svelatesi al momento del nostro attacco. Per meglio osservare i risultati del tiro, risolutamente abbandonava ogni riparo, spingendosi in luogo completamente scoperto e battuto dal fuoco avversario. Ferito una prima volta, si medicava sul posto ed ivi rimaneva, dando mirabile esempio di ardire e fornendo utilissimi dati di tiro, finchè colpito a morte da una granata nemica vi lasciò gloriosamente la vita". Passo dei Segni, 13 agosto 1918.
Sul quotidiano bolognese il Resto del Carlino del 21 agosto 1918 compare un lungo elenco di "amici di famiglia" che partecipano al dolore del padre dott. Giovanni, fra i quali il Sindaco Bottazzi Antonio, il parroco don Baldassari Procolo, l'On. Avv. Cavallari Mario, colleghi medici e varie personalità cittadine che completano l'elenco di una quarantina di nominativi. Il necrologio porta in calce come località Portomaggiore, Ferrara, 20 agosto 1918 ed il padre dott. giovanni viene indicato fra le parentesi (amatissimo amico nostro). Il padre Giovanni nel 1917 lascia Savignano di Romagna in quanto assunto a dirigere l'Ospedale civile di Portomaggiore, Ferrara.
In data 25 agosto viene pubblicato il necrologio della famiglia dove, oltre a dare il triste annuncio esprimono il ringraziamento della famiglia e dei parenti a tutti per la solidarietà e vicinanza nel dolore. Il necrologio porta in calce come località Portomaggiore, Ferrara, 23 agosto 1918.
Il suo nome viene inciso in una lapide dedicata agli studenti caduti in guerra della Scuola d'Ingegneria o Politecnico di Torino.
Il suo nome è anche inciso nella lapide del Monumento ai caduti della guerra 1915-1918 del Comune di Savignano sul Rubicone.