alpini
del territorio bolognese romagnolo
il Generale Mario Gariboldi
di Giuseppe Martelli
pubblicato il 1° marzo 2005
Sulle
riviste, IL NASTRO AZZURRO dell’Istituto del Nastro Azzurro (associazione dei decorati al valor
militare) e su L’ALPINO del
dicembre 2004, è apparsa la notizia del lutto che ha colpito entrambi
le associazioni; il decesso a Modena dove risiedeva, del Generale
di Corpo d’Armata Mario Gariboldi. Nella triste occasione è emersa
anche l’inaspettata notizia delle sue origini bolognesi. Abbiamo sentito
subito il dovere di proporre e ricordarne la bella figura che entra,
con nostro orgoglio, fra i grandi e degni Alpini nati nel territorio
bolognese romagnolo.
|
Mario
Gariboldi era nato il 28 febbraio 1920 a Bologna, figlio del Colonnello
Italo Gariboldi (1) in servizio
di Stato Maggiore al 6° Corpo d’Armata con sede nella città e di Maria
Fagnocchi, romagnola di Ravenna. Nel 1921 si trasferisce con la famiglia
prima a Trieste dove rimane sette anni, poi in altre città, seguendo
le varie assegnazioni di servizio del padre, ed infine a Modena. Qui
stringe amicizia con due ragazzetti della sua età dei quali frequenta
anche la famiglia e la sorella minore Maria Teresa da tutti conosciuta
e chiamata ancora oggi come Marisa. Con gli anni l’amicizia con Marisa
si trasforma in simpatia ed infine unisce i due ragazzi in una promessa
di matrimonio.
Incline
come il padre alla vita militare, nel 1939 entra all’Accademia Militare
di Modena completando il corso nel maggio 1941 con la nomina a Sottotenente
ed assegnato in servizio di prima nomina al battaglione “Edolo” del
5° reggimento alpini, Divisione “Tridentina”. L’Italia dal giugno
1940 è già in guerra e con l’approntamento della Divisione per essere
inviata sul fronte russo, gli viene assegnato l’incarico di ufficiale
comandante di plotone addetto ai collegamenti con il comando reggimento,
ed il 20 luglio 1942 dalla stazione di Rivoli Torinese parte con la
tradotta. Dopo dieci giorni di viaggio, il 31 luglio arriva a Gorlowka
nel bacino del Donez. Il primo dispiegamento è a Iagodny sul basso
Don, poi da novembre tra Berogoy e Bassonka sul medio Don. Con le
note vicende conseguenti il poderoso attacco dei russi che coinvolgono
anche il Corpo d’Armata Alpino nel gennaio 1943, il giorno 17 inizia
il tragico ripiegamento. Lui, figlio del Generale Italo Gariboldi
Comandante dell’Armata Italiana, avrebbe potuto sottrarsi alle vicende
ed ai rischi che lo attendevano, ma come poi testimoniato da chi gli
era vicino, “…se l’avesse chiesto e certamente ottenuto, se ne
sarebbe vergognato per tutta la vita. Senza esitare lo vidi infilarsi
alcune bombe a mano negli stivali e partire alla testa del plotone
per affrontare la ritirata…”. Affronta per dieci giorni lunghe
marce e sanguinosi combattimenti ad Opyt, a Postojali e quello epico
di Nikolajewka del 26 gennaio 1943 che rompe definitivamente il temuto
accerchiamento ed apre la speranza di salvezza.
Ritratto a fine gennaio
1943 alcuni giorni dopo la
battaglia di Nikolajewka.
|
Per
il suo comportamento nel periodo settembre-dicembre 1942 come recita
la motivazione “…noncurante dei gravi rischi sotto il fuoco nemico,
spingendosi talvolta oltre le posizioni avanzate e sostenuto vittoriosamente
scontri con pattuglioni nemici, riusciva in ogni contingenza ad assolvere
il difficilissimo compito…” viene promosso al grado di Tenente
per Merito di Guerra, quindi all’indomani della battaglia di Nikolajewka,
insignito della medaglia d’argento al valor militare “sul campo” con
la seguente motivazione:
“Ufficiale
ai collegamenti di un Comando di Reggimento alpino, avendo la compagnia
comando reggimentale subito in attacco notevoli perdite, raccoglieva
i superstiti e li portava arditamente all’assalto penetrando nel sistema
difensivo del nemico, costringendolo a ripiegare”.
Milano 7 aprile 1943. Sfila la Bandiera del 5° alpini accompagnata dal comandante Col. Giuseppe Adami. Alfiere
è il Tenente Mario Gariboldi.
|
Alcuni
giorni dopo incontra il Generale comandante dell’Armata italiana, suo
padre Italo Gariboldi, ed è rimasto storico l’episodio del “rispettoso”
saluto militare da parte del Tenente verso il proprio Generale. Dopo
altri quattrocento chilometri di marcia finalmente arriva a Gomel in
Ucraina da dove ai primi di marzo sale sulla tradotta che lo riporta
in Italia.
Al
termine del periodo contumaciale e della meritata licenza, rientra
in servizio a Fortezza dove viene colto dall’armistizio dell’8 settembre
1943. Catturato dai tedeschi viene internato nei campi di prigionia
in Polonia e in Germania. Liberato con la conclusione della guerra,
riprende servizio nel novembre 1945 nel Reggimento Speciale del Gruppo
di Combattimento “Legnano” costituito dai Btg. alpini “Piemonte” e
“L’Aquila”. Con la promozione a capitano, dal 1946 al 1950 gli viene
affidato il comando della 6ª compagnia mortai del 6° Rgt. alpini,
quindi inviato ai corsi della Scuola di Guerra. Nel 1947 può finalmente
sposare, con cerimonia che si svolge a Modena, la “sua” Marisa.
Promosso
Maggiore, dal 1952 al 1957 presta servizio nello Stato Maggiore Esercito-Addestramento
e con la promozione a Tenente Colonnello, nel biennio 1957-1958 ha
il comando del battaglione alpini “Gemona”. Concluso il periodo di
comando viene nominato Capo di Stato Maggiore della Brigata Alpina
“Orobica” quindi, con la promozione a Colonnello, gli viene affidato
l’alto incarico di Addetto Militare a Bonn. Nel 1969 è richiamato
in patria per assumere il comando del 5° Rgt. Alpini. Promosso Generale,
nel biennio 1972-1973 è comandante della Brigata Alpina “Julia” (2) quindi è chiamato a delicati incarichi nello Stato Maggiore Esercito.
Con il grado di Generale di Divisione, dal 1976 al 1978 ha l’onore
di essere nominato vice comandante del 4° Corpo d’Armata Alpino. Promosso
Generale di Corpo d’Armata, assume nel periodo 1978-1980, il comando
delle Regione Militare Nord-Est e dal 1980 al 1983 gli viene nuovamente
affidato un delicato e prestigioso incarico, quello di Sottocapo di
Stato Maggiore al Comando europeo della Nato.
Portomaggiore, Ferrara,
14 novembre 1999. Oratore ufficiale nella cerimonia
di inaugurazione del Parco pubblico dedicato alla memoria
del concittadino
Col. Giuseppe Molinari, Capo di Stato Maggiore della Divisione Alpina
“Julia”,
caduto in Russia.
|
Il
1° marzo 1983 lascia l’Esercito e ritorna definitivamente a Modena,
dove ha mantenuto la residenza, ed entra a “tempo pieno” nella locale
Sezione dell’Associazione Nazionale Alpini impegnandosi in particolare
a creare, addestrare e rendere operativo il volontariato di Protezione
Civile della Sezione che affronterà poi con impegno e disponibilità
le emergenze in Valtellina, Armenia, Alessandria, Alto Tanaro, ecc.
Per
la sua grande disponibilità ma anche per la coinvolgente efficacia
oratoria, non disdegna i numerosissimi inviti a presiedere manifestazioni
e cerimonie commemorative nelle quali a lui è riservata l’allocuzione
ufficiale.
Attualmente
ricopriva anche il significativo incarico di Vice Presidente Nazionale
dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Deceduto
a Modena il 16 novembre 2004, dopo le solenni ed affettuose esequie
di saluto delle autorità ed alpini, della moglie Marisa e dei figli
Vittorio e Marco, entrambi ufficiali degli alpini ma solo come servizio
militare di leva, ora il Generale di Corpo d’Armata Mario Gariboldi
riposa nella tomba di famiglia a Lodi.
|
(1)
Il Generale
d’Armata Italo Gariboldi era nato a Lodi (provincia di Milano) il
20 aprile 1879. Entrato in Accademia e nominato Sottotenente di fanteria
a vent’anni, partecipò successivamente come Tenente alla campagna
di Libia (1911-13) quindi nel 28° Reggimento Fanteria di stanza a
Ravenna dove conosce la futura moglie Maria Fagnocchi. Prese parte
poi quale Ufficiale di Stato Maggiore alla guerra 1915-18 nel corso
della quale fu promosso per due volte al grado superiore per meriti
di guerra e decorato di una medaglia d’argento. Al termine della guerra
con il grado di Colonnello fu capo di Stato Maggiore in servizio nel
6° Corpo d’Armata di Bologna poi della 45ª e 77ª Divisione di Fanteria.
Promosso Generale di Brigata comandò l’Accademia Militare di Modena
quindi, promosso Generale di Divisione nel 1934, gli fu affidato il
comando della scuola di applicazione di Parma. Al comando della Divisione
“Sabauda” prese parte nel 1936 alla guerra coloniale etiopica quindi
ricoprì la carica di Governatore di Adis Abeba e quella di capo di
Stato Maggiore dell’Africa Orientale. Nel 1940-1941, con il grado
di Generale di Corpo d’Armata, ricoprì le cariche di Governatore della
Libia e comandante superiore delle Forze Armate in Africa nel periodo
marzo-luglio 1941. Rientrato in patria gli venne affidato nel 1942
il comando dell’Armata Italiana in Russia fino al drammatico ripiegamento
e rientro in Italia. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 fu arrestato
dai tedeschi, processato e condannato a 10 anni di prigione. Liberato
con la conclusione della guerra lasciò l’Esercito e si ritirò a vita
privata. Morì a Roma il 9 febbraio 1970 e venne sepolto nella tomba
di famiglia a Lecco.
(2) Nel periodo di comando della Brigata Alpina
“Julia” aveva quale Capo di Stato Maggiore il ferrarese Ten. Col.
Pier Luigi Cavallari.
Note:
La segnalazione delle origini bolognesi è pervenuta dal dott. Mario
Gallotta del Gruppo di Ferrara.
Ringrazio
il Gen. Francesco Fregni, Vice Presidente della Sezione di
Modena, per avermi con solerte e prezioso aiuto, reso possibile i
contatti con la Signora Marisa.
Alla
Signora Marisa il mio più sincero ed affettuoso ringraziamento per
la disponibilità nell’offrirmi tutto l’aiuto per redigere questo ricordo
biografico del marito.
|