storia
del territorio bolognese romagnolo
UN
REPARTO ALPINO COSTITUITO NEL NOSTRO TERRITORIO
il IX Battaglione Misto Genio per Corpo d’Armata
Alpino
di Giuseppe Martelli
pubblicato 1° agosto 2006
Il
fregio del IX Btg. Misto Genio
in un artistico disegno
realizzato da Paolo
Caccia Dominioni.
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E’
l’unica Unità organica alpina costituita nella nostra regione. Il
primo nucleo nasce nel novembre 1939 a Vergato, nell’Appennino bolognese,
ed è costituito da due ufficiali che raccolgono i primi contingenti
di reclute e richiamati inviati a questo nuovo reparto alpino dal
6° Reggimento Genio di Bologna. Vengono costituite la compagnia telegrafisti
e la compagnia marconisti. Nella primavera del 1940, completati gli
organici con una terza compagnia, il battaglione riceve l’ordine di
mobilitazione con destinazione Ivrea. A giugno, con l’entrata in guerra
dell’Italia, viene inviato sul fronte francese ed opera nella zona
del Piccolo S. Bernardo. Pur nella brevità del conflitto, numerose
sono le decorazioni al valore militare meritate dai suoi genieri alpini.
Giugno
1940, fronte francese – Il geniere caporal
maggiore Bruto Maranini di Ferrara, a destra, in forza al IX Btg. misto genio, scherza con un
commilitone che indossa come trofeo un berretto francese. Fotografia concessa dal figlio Paolo, rintracciato dal socio Mario
Gallotta.
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In luglio concluso
l’impiego bellico, il battaglione viene inviato a Merano, quindi,
in stato di smobilitazione, al deposito del 6° Reggimento Genio di
Bologna. Nell’ottobre giunge l’ordine di un nuovo approntamento direttamente
dal Corpo d’Armata Alpino (che ha assunto la denominazione di XXVI
Corpo d’Armata) al comando del generale Gabriele Nasci, che ha personalmente
richiesto l’assegnazione del IX battaglione misto genio al Corpo d’Armata.
Ai primi di novembre il battaglione sbarca a Durazzo in Albania. Le
singole compagnie e plotoni operano sul fronte greco-albanese per
assicurare i collegamenti fra i vari comandi e reparti combattenti,
trovandosi spesso in prima linea.
Fonte
greco-albanese. Genieri alpini in azione per
assicurare i collegamenti fra i reparti
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Un
lavoro faticoso ed impegnativo per le difficili condizioni ambientali,
gli spostamenti del fronte, i numerosi atti di sabotaggio che richiedono
la snervante ricerca delle interruzioni, gli inesistenti turni di
riposo. Alla fine di aprile del 1941 la Grecia firma l’armistizio
ed il battaglione rientra in Italia con 34 croci di guerra al valore
militare assegnate ai suoi genieri alpini. Ai primi di settembre viene
distaccato e raggiunge Vallecrosia, Imperia, per essere assegnato
al XV Corpo d’Armata, cui compete la difesa delle coste liguri. Con
la ricostituzione del Corpo d’Armata Alpino destinato al fronte russo,
il 10 maggio 1942 rientra alle sue dipendenze. Rafforzato nell’organico
e nell’equipaggiamento, il 18 luglio parte da Bolzano. Da metà settembre
le truppe alpine sono attestate sul fiume Don e le compagnie telegrafisti
e marconisti si frazionano in ridotti nuclei per assicurare l’efficienza
dei collegamenti tra il Comando del Corpo d’Armata a Rossosch e i
reparti in linea. Nel gennaio 1943 con il ripiegamento senza preavviso
di un corpo d’armata tedesco, sulla destra, ed il cedimento a sinistra
di un corpo d’armata ungherese, gli alpini sono praticamente accerchiati.
Fronte
Russo. Genieri alpini provvedono a stendere
cavi telefonici per cercare di non far perderei contatti fra
i reparti durante il tragico ripiegamento.
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Il resto è
storia, dramma collettivo ed individuale che si consuma dal 15 al
26 gennaio, quando le “gavette di ghiaccio”, alpini in testa, riescono
a rompere l’accerchiamento russo con l’ultima drammatica battaglia
di Nikolajewka. Il pochi superstiti del IX battaglione misto genio
giungono il 10 febbraio Romnj, dopo aver percorso sempre a piedi
670 chilometri. Gli uomini salgono finalmente su un treno merci
per raggiungere Gomel da dove rientrano in Italia. Al termine delle
prescritte licenze, inizia la dolorosa reintegrazione degli organici.
Tre treni sono occorsi per l’andata, pochi vagoni per il rientro.
Il completamento operativo si svolge a Bologna presso il 6° Reggimento
Genio, poi da agosto presso l’XI Reggimento Genio di Udine al quale
è assegnato. Nel pomeriggio del 12 settembre 1943 viene chiamata
un’improvvisa adunata generale nel cortile della caserma. Quando
tutto il reparto è schierato, entra dal portone principale un carrarmato
tedesco; il comandante del presidio consegna tutti come prigionieri
al comandante tedesco.
Il IX Battaglione
Misto Genio per Corpo d’Armata Alpino non esiste più.
Oggi
questa Unità si è idealmente ricostituita con i superstiti, reduci
dalle prigionie in Russia e Germania, e rivive nella grande famiglia
dell’Associazione Nazionale Alpini. Da molti anni puntualmente si
ritrovano a Vergato dove è stato realizzato un monumento con una lapide
che ricorda il luogo di costituzione e partenza per i vari fronti.
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Uno
dei periodici incontri a Vergato dei reduci del IX battaglione
misto genio per Corpo d’Armata Alpino. |
tratto
dal mio libro “GLI ALPINI DELLA BOLOGNESE ROMAGNOLA
1922 – 1997 : 75 anni di storia”, CIVITAS s.r.l. Bologna.
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