alpini
del territorio bolognese romagnolo
il
Tenente Colonnello Dino Grandi
di
Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 dicembre 2003
aggionata 1° giugno 2022
Fra
i presenti alla cerimonia di inaugurazione del “Gagliardetto” (oggi Vessillo) della
Sezione bolognese romagnola, avvenuta domenica 16 dicembre 1923,
è citato il consocio On. Dino Grandi. Forse non tutti sanno che lo
statista è stato ufficiale degli alpini, decorato al valore militare
nella guerra 1915-18 e che fino al 1929 risulta regolarmente iscritto
come socio della Sezione. La sua presenza alla cerimonia mette
in risalto quanto forte sentisse il vincolo con i commilitoni alpini
e con l’Ass. Naz. Alpini, un legame testimoniato anche dalla sua presenza
a successive varie manifestazioni locali della sezione o dei gruppi,
ed a varie Adunate Nazionali, in occasione delle quali sfila come
“semplice socio con la sua sezione". Numerosi sono gli articoli in
proposito che compaiono sulle pagine del giornale “L’Alpino” dove
ancora, se impossibilitato per gli impegni istituzionali, sono pubblicati
i suoi telegrammi di partecipazione.
Al
di sopra della controversa personalità politica conosciuta a livello
internazionale, questa è comunque una “curiosità” storica legata al
nostro territorio che ritengo interessante proporre perché comunque
si parla di un Alpino.
Dino
Grandi in divisa di Capitano
degli Alpini.
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Dino
Grandi nasce a Mordano, Ravenna, il 4 giugno 1895. Frequenta gli
studi ginnasiali ad Imola, quindi a 16 anni si trasferisce a Bologna
per proseguire il Liceo Classico. Quasi immediatamente, anche perché
attratto da quella città, si trasferisce a Ferrara dove consegue la
Maturità Classica. Suo compagno di studi è il ferrarese Italo Balbo
(il futuro statista), al quale è legato da una profonda e sincera
amicizia dettata dalla comune idea politica e dalla futura esperienza
militare. Entrambi volontari di guerra, ufficiali degli Alpini per
loro precisa volontà, decorati al valore militare, ricorderanno con
orgoglio questo particolare periodo di vita.
il ruolo ritrovato nel corso delle ricerche |
Grandi
ritorna quindi a Bologna per proseguire gli studi universitari iscrivendosi
alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1915, con l’entrata in guerra
dell’Italia, abbandona gli studi per arruolarsi volontario con espressa
richiesta di essere destinato agli Alpini. Al termine del corso di
allievo ufficiale presso la Scuola Militare di Modena, viene assegnato
con il grado di Sottotenente al 6° Reggimento Alpini Battaglione “Verona”,
che raggiunge il 20 settembre in zona di guerra fra Monte Altissimo
e Coni Zugna. L’11 novembre gli viene già conferita la prima decorazione,
la croce di guerra al valore militare guadagnata a Malga Zures in
Val Lagarina. Nel 1917, promosso Tenente, viene trasferito al Comando
del 6° Alpini dove assume l’incarico di aiutante maggiore. Partecipa
alle battaglie in Val Natisone e Val Iudro (Friuli) nel disperato
tentativo di fermare quello che sarà il “disastro di Caporetto”. Dal
24 al 27 ottobre 1917, il Tenente Grandi dimostra ancora una volta
il suo valore di soldato e gli viene conferita la seconda decorazione,
la medaglia di bronzo al valore militare perché “…volontariamente
fermava, riorganizzando i superstiti della battaglia in colonna
armata, guidandoli nuovamente sulla linea del fuoco…”. Promosso
Capitano, diventa aiutante maggiore del X° Gruppo Alpino ed il 18
gennaio 1918 comanda l’azione per la riconquista del Monte Cornone
e del Sassorosso, liberando la Val Brenta dalla morsa del nemico.
Per questa azione, una settimana dopo il Re gli appunta sul petto
la medaglia d’argento al valore militare “sul campo”. Nell’ottobre
del 1919 ancora in divisa di Capitano degli alpini sostiene a Bologna
la tesi di laurea in giurisprudenza. L’11 novembre 1919 lascia il
Reggimento in quanto trasferito a Roma al Ministero della Guerra con
l’incarico di regolare la smobilitazione ed il congelamento delle
classi più anziane. Congedato nel gennaio 1920 inizia la professione
di avvocato aprendo uno studio legale a Bologna ed una succursale
ad Imola.
Il
Tenente Dino Grandi, a sinistra, con il Colonnello Garelli,
al centro,
e gli ufficiali addetti del Comando X° Gruppo Alpini
ritratti nel giugno
1916 a Castelgomberto (Valdagno)
in attesa di salire sul Monte Pasubio.
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Nel
1921 intraprende la carriera politica. Viene eletto Deputato al Parlamento
nel Movimento Fascista, nomina rinnovata nelle elezioni del 1924,
quindi dal 1925 al 1929 è Sottosegretario di Stato per gli affari
Esteri e dal 1929 al 1932 è Ministro per gli Affari Esteri. Dal 1932
al 1939 ricopre l’incarico di Ambasciatore a Londra. Richiamato in
patria, viene nominato Ministro Guarda Sigilli di Grazia e Giustizia,
incarico che svolgerà fino al 25 luglio 1943. Nel giugno 1940, con
l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, indossa nuovamente
la divisa militare e con il grado di Tenente Colonnello degli alpini
partecipa ai primi mesi di guerra sul fronte greco- albanese.
Il
re Vittorio Emanuele III in occasione di una sua visita a Bologna si incontra e stringe la mano ai
rappresentanti del consiglio direttivo della Sezione bolognese romagnola. A destra il Presidente Nazionale
Angelo Manaresi (bolognese) con al suo fianco il Ministro Dino Grandi che saluta
i vecchi amici e consoci della Sezione.
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Nella
notte fra il 24 e 25 luglio 1943 si assume la responsabilità politica
di presentare il famoso ordine del giorno che mette in minoranza il
primo Ministro Mussolini.
L’1
dicembre 1947 la Corte Speciale di Assise in Roma, al termine del
processo istituito per giudicare gli uomini che hanno avuto una parte
rilevante nel ventennio fascista, emette sentenza di assoluzione piena
nei suoi confronti. Dino Grandi rientra in Italia definitivamente
agli inizi degli anni ’80, dopo aver vissuto quattro anni in Portogallo,
dal 1943 al 1947, ed oltre venti anni in Brasile, vivendo gli ultimi
anni della sua vita a Bologna dove muore il 21 maggio 1988.
tratto
dal mio libro “GLI ALPINI DELLA BOLOGNESE
ROMAGNOLA 1922 - 1997: 75 anni di storia”, CIVITAS. s.r.l. Bologna.
aggiornamento del 1° giugno 2022 : inserita copia del ruolo matricolare rintracciato.
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