Ancora
una volta è stata rintracciata dal passato un'altra
bella figura di alpino, è il bolognese sottotenente
Enrico Greppi. Grazie al paziente, instancabile
lavoro di ricerca dell'amico e principale collaboratore,
dott. Mario Gallotta di Ferrara, ricollochiamo oggi con
orgoglio questa bella figura nella storia degli alpini bolognesi
romagnoli.
il prof. Enrico Greppi negli anni '50 |
Enrico Greppi nasce a Bologna il 22 luglio 1896 da Luigi ed Eugenia Rossetti, qui trascorre la prima gioventù e frequenta le scuole dalle Elementari al Liceo. Attratto dallo studio della medicina e chirurgia lascia Bologna e si trasferisce a Firenze quale allievo interno presso l'Istituto di studi superiori di anatomia patologica.
Nel maggio 1915 l'Italia entra in guerra. Pochi mesi dopo è chiamato alla visita di leva militare e lasciato in congedo in attesa della chiamata alle armi della sua classe. Nel luglio 1916 "finalmente" l'ordine di partire ed in considerazione del titolo di studio è comandato alla scuola militare di Modena per il corso di allievo ufficiale. Con la nomina di Aspirante Ufficiale viene assegnato in servizio al Btg. "Vestone" del 5° Rgt. alpini che raggiunge nel dicembre 1916-gennaio 1917. In quel periodo il 5° alpini è dispiegato con i suoi battaglioni sul fronte, Corno di Cavento, della "Baisizza", Monte Ortigara...
particolare del retro di una busta del
Circolo Ufficiali del 5° Rgt. Alpini |
Nel giugno 1917 con la nomina a Sottotenente comandante di plotone e nominato anche comandante interinale di compagnia, si distingue nella gloriosa battaglia dell'Ortigara del 15 giugno meritando la medaglia d'argento al valor militare. Nelle tristi giornate di Caporetto agli alpini è affidato il compito di retroguardia a difesa del ripiegamento e riordino del fronte e moltissimi sono gli episodi di una eroica resistenza. Dal saliente del Solarolo, sul Rombon, Col del Rosso, Col d'Echele...i battaglioni del 5° Rgt. alpini, inquadrati nel 3° Raggruppamento, scrivono pagine di glorioso sacrificio meritando molteplici speciali menzioni del Comando Supremo fra i quali si legge anche che.... "con glorioso sacrificio, ha affermato ancora una volta l'eroico motto < di qui non si passa> insegna e vanto degli alpini nostri".
...il campo dopo la battaglia... |
Nell'estate 1918 si avvicinano i giorni della riscossa con epiche battaglie dal masssiccio del Grappa a Vittorio Veneto ed il "nostro" Tenente Greppi si era già nuovamente distinto guadagnandosi un secondo nastrino azzurro, la medaglia di bronzo, il 28 gennaio 1918 a Col d'Echele.
Il 4 novembre il Generale Diaz annucia che il tricolore sventola su Trento e Trieste ed Udine è restituita all'Italia; la guerra è conclusa e vinta.
Come ufficiale studente gli vengono concesse diverse licenze di studio per sostenere gli esami universitari come previsto dalla legge. Un anno dopo, nell'inverno 1919-1920 viene congedato con il grado di Tenente.
Riprende gli studi, in pratica gli mancano pochi esami, laureandosi brillantemente nel 1921. Lascia quindi Firenze e si trasferisce a Pavia dove dal 1922 al 1924 svolge l'attività, prima di assistente poi dal 1924 al 1930 di incaricato presso l'istituto di clinica medica presso l'Università. Nel 1928 ottiene la libera docenza in clinica medica e semeiotica medica. Nel 1931 lascia quindi Pavia per la cattedra di clinica medica all'Università di Milano con il titolo di aiuto. Nel 1933, vinto il concorso, assume la direzione della cattedra e dell'istituto di patologia speciale medica dell'Università di Catania dove rimane fino al 1935 quando viene chiamato a dirigere la cattedra e l'istituto di medicina generale e terapia medica dell'Università di Siena. In questa sede apporta sostanziali innovazioni nel settore dei laboratori ed organizzando nuovi programmi di studio e specifici temi di ricerca su argomenti diagnostici-terapeutici. Nel 1939, pur con le nubi che si avvicinano di un'altra guerra, viene esonerato dal richiamo militare, ritengo motivato in quanto ritenuto professionalmente "indispensabile" nell'ambito universitario. Nello stesso anno ritorna all'Università di Firenze, non più come studente, ma per assumere la direzione della cattedra e dell'istituto di clinica medica e terapia medica, concludendo presso questa Università la sua carriera didattica e scientifica. Anche in questa sede organizza una struttura per quei tempi avveneristica, anticipando di decenni la concezione "dipartimentale"; costituisce infatti undici "centri" dotati ciascuno di autonomia ma articolati tra loro dalle stesse strutture, informazioni bibliografiche ed attività clinica e di ricerca. Nel 1950 fonda la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, con lo scopo di promuovere e coordinare gli studi sulla fisiopatologia della vecchiaia, disciplina che trasforma in regolare corso di insegnamento universitario e che vanta il primato di essere stato il primo nel mondo. Nello stesso anno fonda inoltre la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee che in breve acquisisce rinomanza internazionale e che ancora oggi sponsorizza, in sua memoria, un premio biennale internazionale con lo scopo di aiutare e sostenere le ricerche inedite degli aspetti clinici-terapeutici delle cefalee.
una
recente edizione |
e una delle prime edizioni
|
E' quasi impossibile citare tutti i suoi scritti, fra trattati, relazioni, conferenze, risultati delle ricerche inserite in riviste specializzate, tutti hanno titoli e termini "tecnici e medici" che risultano ai più di difficile se non impossibile interpretazione per "capire" il tema trattato, comunque dalle centinaia di pubblicazioni cercheremo di presentare quelle più "semplici":
"L'epatite ipertrofica infettiva con ittero esplenomegalia", "Spunti dottrinali e pratici per la classificazione delle malattie della milza", "Gli effetti immediati della trasfusione sulla composizione del sangue nelle anemie gravi", " L'ipertensione arteriosa come autonoma disfunzione e malattia", "Patologia vascolare presenile e senile", "La vecchiaia come malattia e l'invecchiamento come sua fase precoce", "L'emicrania. Motivi di fisiopatologia e terapia", "Cefalee pseudo-emicraniche vascolari", e decine e decine di altri titoli....ancora oggi fonti per lo studio.
Membro di numerose società scientifiche, fu per lungo tempo consigliere della Società italiana di medicina interna e presidente nel triennio 1957-60 dell'Association of gerontology. Fu direttore dei periodici Giornale di gerontologia, La Settimana medica e Archivio per lo studio della fisiopatologia e clinica del ricambio.
Pur non conoscendo luogo e data, sappiamo che aveva sposato Nella Giampiccoli, dalla quale ebbe i figli Eugenio, Daisy, Annalisa, Donatella e Claudio.
Nella "sua" Bologna ritornerà una sola volta nel 1948 in occasione di un congresso della Società italiana di medicina interna.
Il professor Enrico Greppi muore improvvisamente a Firenze il 6 febbraio 1969.