Baron
Germano
nato
nel 1922 a Poleo di Schio (Vicenza)
Partigiano
combattente
Divisione " Ateo Garemi"
già
in servizio nelle Truppe Alpine quale:
Caporale
3 ° Reggimento
Artiglieria Alpina
Divisione “Julia”
nel 1943
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare – alla memoria - :
Animato da alto spirito patriottico, fin dall’inizio saliva sui monti, ove organizzava le prime formazioni armate della zona, che raggruppava, quindi, in una agguerrita Brigata, di cui egli stesso assumeva il comando, guidandola con successo in numerose difficili e rischiose azioni. Sempre primo ove più intensa ferveva la lotta e maggiore era il pericolo, due volte ferito in combattimento, per le epiche gesta da lui compiute, per il suo indomito coraggio, per la sua bravura di comandante, per il grande senso di umanità e di giustizia che permeava ogni sua azione, era adorato dai suoi uomini e venerato dalla popolazione locale, che vedeva in lui riassunta la figura dell’eroe leggendario. Mentre già gioiva per la liberazione della Patria, cui si era votato con grande ardore, moriva in servizio nell’adempimento del suo dovere.
Schio, 8 settembre 1943 - 8 luglio 1945
Note
biografiche:
Nella sua famiglia erano sette tra fratelli e sorelle e durante la Seconda guerra mondiale ben quattro dei Baron erano sotto le armi. Germano, artigliere alpino, aveva partecipato alla campagna di Russia con la "Julia" e ne era tornato, nella primavera 1943, con un congelamento di secondo grado ai piedi. Ricoverato in ospedale a Varese viene poi inviato in licenza di convaslescenza. A giugno gli giunge l'ordine di rientrare al reparto a Gorizia dove si presenta nonostante avesse ancora bisogno del bastone e delle pantofole ai piedi per i problemi del congelamento non ancora guariti. A Gorizia rimane circa un mese poi viene di nuovo inviato in licenza di convalescenza. Con l'8 settembre, non esita, dopo l'armistizio, a prendere le armi contro i nazifascisti nella sua terra, rendendosi protagonista di audacissime azioni contro gli occupanti. Memorabile, l'assalto guidato dal "Turco" (questo il nome di battaglia di Baron), alla caserma della Guardia nazionale repubblicana sull'altopiano di Tonezza. La sua Brigata - alla quale aveva voluto dare il nome del suo amico Luigi Marzarotto, un partigiano caduto proprio in quell'assalto - combatté sino a quando i tedeschi (che si erano anche resi responsabili, con i fascisti, nell'aprile del 1944, degli eccidi di Pedescala), non si furono ritirati definitivamente dalle valli del Vicentino. Germano Baron muore in incidente automobilistico nel corso di un'azione operativa in circostanze ancora non chiare, comunque il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha concesso la massima ricompensa al valor militare anche in considerazione e riconoscenza dei "meriti" partigiani di tutta la famiglia Baron.
(n.d.r.
con decreto del Presidente della Repubblica, il conferimento della
massima ricompensa al valor militare porta la data del 19 settembre
1994)
(essendogli
stata conferita la Medaglia d’Oro in data successiva al 1965, il
suo nominativo non compare nel libro – le Medaglie d’Oro al valor
militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare d’Italia, Roma
1965)
Le
concise note biografiche sono tratte da varie pubblicazioni consultate.
Note:
Nel corso delle ricerche nel novembre 2011 è stata rintracciata questa inedita Medaglia d'Oro "alpina" mai citata nei documenti ufficiali ANA ed assente dall'elendo dei decorati presenti sul Medagliere Nazionale fino al 2011, ora è stata inserita.