Bucchi
Novenio
nato
nel 1895 a Cascia (Perugia)
Sergente
1° Reggimento
Artiglieria da Montagna
163ª
Batteria
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare – decorato vivente - :
Accorso
dalla lontana America per offrire la sua ardente giovinezza alla
Patria, prese parte alla guerra sempre in prima linea dando continue
prove di valore, di disciplina esemplare e di altissimo spirito
di sacrificio. Puntatore di un pezzo che in circostanze particolarmente
difficile, sotto violento tiro nemico, era riuscito a piazzarsi
sulle linee di fanteria, con mirabile fermezza e valore non esitava
per due volte, in cui granate mal calibrate incepparono la bocca
da fuoco, ad uscire dal riparo degli scudi ed infilare lo scovolo
nella volata e tentare lo sgombero della culatta con ripetuti colpi
sul proietto innescato. Nell’eseguire per la seconda volta la detta
operazione, rimaneva ferito da pallottola al petto. Non ancora perfettamente
guarito rinunciava alla licenza di convalescenza per rientrare alla
sua batteria, ove rinnovò, in ripetute azioni, atti di valore e
coraggio non comune. Durante la ritirata dall’Isonzo al Tagliamento
volontariamente si offerse per prendere collegamento con la colonna
autocarreggiata di munizioni rimasta in territorio già occupato
dal nemico, riuscendo con somma audacia, coadiuvato da altro sottufficiale,
ad incendiare gli autocarri. Più tardi lavorando in una galleria
ricovero, causa lo scoppio accidentale di una mina, riportava ferite
multiple e la perdita della vista. Chiudeva così dolorosamente il
ciclo dei suoi atti di valore e di devozione al dovere, che quasi
come un rito offriva giornalmente alla Patria.
Carso
(quota 208 sud), 7 settembre 1916; zona di Gorizia, novembre 1916;
Pieve di Monte Aperta, 28 ottobre 1917; Monte Grappa, 1° luglio
1918
Note
biografiche:
Rimpatriato
volontario dal Cile nel maggio 1916, si arruolava nel 1° reggimento
artiglieria da montagna partecipando, poi, con la 63ª batteria someggiata
alle operazioni di guerra. Caporale e puntatore scelto nel novembre
successivo, riportava pochi giorni dopo su quota 208 del Carso la
prima ferita. Rinunciando alla licenza di convalescenza, passava,
nel novembre dello stesso anno, alla 163ª batteria da montagna dislocata
sul San Marco. Sergente nel giugno 1918, durante la battaglia del
Solstizio, nell’azione del 1° luglio sul Grappa, riportava con la
seconda più grave ferita la perdita degli occhi. Promosso sottotenente
di complemento d’artiglieria nel 1932 e capitano per meriti eccezionali
nel 1938, era richiamato in servizio dal Ruolo di Onore nel maggio
1939 ed assegnato all’Associazione dell’Arma d’Artiglieria, divenuta
poi Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia. Maggiore nel 1942,
tenente colonnello nel 1952 e colonnello nel 1958. E’ deceduto a
Roma il 5 luglio 1964.
Essendo
stato decorato dopo il 1924, il suo nome non compare nel libro edito
dal Gruppo Medaglie d’Oro nel 1925.
In alcune
pubblicazioni viene indicato con il nome di Elvenio.
(la
motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le
Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor
militare d’Italia, Roma 1965)
(La M.O. Bucchi Novenio o Elvenio è deceduto a Roma il 5 luglio 1964)