Burlando
Ferdinando
nato
nel 1923 a Torino
Sottotenente
in servizio permanente effettivo
Partigiano
combattente
9ª Divisione
“Giustizia e Libertà”
già
in servizio nelle Truppe Alpine quale:
Sottotenente
in servizio permanente effettivo
5° Reggimento
Alpini
Battaglione
“Morbegno”
nel 1943
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare – decorato vivente - :
Sottotenente
degli alpini, sdegnando per due volte la resa, sottraeva tutti i
suoi uomini alla cattura da parte del tedesco e li costituiva in
formazioni partigiane alle quali accorse numerosa schiera di giovani
entusiasti ed impazienti di impugnare le armi contro l’oppressore.
Animatore e trascinatore dava prova di audacia superiore ad ogni
umano ardimento in numerosi fatti d’arme, attaccando e sbaragliando
con pochi uomini formazioni di autocolonne tedesche e, in audaci
atti di sabotaggio, distruggendo decine di pezzi di artiglieria
nemica. Due volte arrestato, opponeva fiero silenzio alle sevizie
infertegli sebbene ferito. Condotto tre volte innanzi al plotone
di esecuzione che per sadica crudeltà non eseguiva l’infame sentenza,affrontava
serenamente la morte che lo sfiorava senza ghermirlo; finché veniva
arditamente liberato da una squadra di partigiani pochi minuti prima
che il capestro,cui era condannato, ponesse fine al suo calvario.
Sette volte ferito in distinti cruenti combattimenti, con le membra
stroncate, sorreggendosi a stento sulle stampelle riprendeva con
maggiore ardore il suo posto di combattimento, compiendo ancora
leggendarie gesta. Fulgido esempio di indomito valore e di altissimo
amore di Patria.
Piemonte,
settembre 1943-aprile 1945
Note
biografiche:
Ammesso
all’Accademia Militare di Modena nell’ottobre 1941, nel marzo 1943
venne nominato sottotenente di fanteria in servizio permanente effettivo.
Destinato al battaglione “Morbegno” del 5° reggimento alpini, l’8
settembre alla dichiarazione dell’armistizio, si trovava al passo
di S. Candido col suo plotone. Dopo aver ripiegato coi suoi uomini
per la Val Pesio, si trasferì nel Canavese e, col nome di battaglia
“Ferruccio”, organizzò le prime formazioni partigiane che entrarono
a far parte della 9ª Divisione “Giustizia e Libertà”. Le gesta compiute
a Cirè, nel Canavesano, nella Valle di Lanzo e nel Monferrato come
comandante di Brigata gli valsero l’appellativo di “Diavolo bianco”.
Ferito sette volte in combattimento, sopportò undici interventi
chirurgici. Promosso tenente nel marzo 1945, nel 1947 fu trasferito
al Ministero della Difesa e nel 1949 veniva collocato nella riserva
come invalido di guerra. Conseguì la laurea in giurisprudenza nell’Università
di Roma nel 1947 ed esercita (1965 n.d.r.) la professione di avvocato.
Risiede a Roma (1965 n.d.r.)
(la
motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le
Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor
militare d’Italia, Roma 1965)
(la M.O. Burlando Ferdinando alla data del 15 ottobre 2011 è vivente e residente a Roma)