Montiglio
Vittorio
nato
nel 1903 a Valparaiso (Cile)
Tenente
di complemento
7° Reggimento
Alpini
Battaglione
“Feltre”
Comandante
plotone d’assalto del Battaglione
Motivazione
della Medaglia d’Oro al valor militare “decorato vivente”:
Nato
nel lontano Cile, da famiglia italiana, educato ad alti sentimenti
di amor patrio, l’animo conquiso dagli eroismi e dai sacrifici della
nostra guerra, la cui eco giungeva a lui attraverso le lettere dei
due fratelli volontari al fronte, quattordicenne appena lasciò la
casa paterna e sprezzando pericoli e disagi venne nella sua Patria.
Nascondendo colla prestanza del fisico la giovane età, si arruolava
nell’Esercito, e, dopo ottenuta l’assegnazione ad un reparto territoriale,
per sua insistenza, veniva trasferito ad un reparto alpini d’assalto,
ciò che era nei suoi sogni e nelle giovanili speranze. Sottotenente
a quindici anni, comandante gli arditi del battaglione “Feltre”,
partecipò con alto valore ad azioni di guerra, rimanendo ferito.
Di sua iniziativa abbandonava l’ospedale per partecipare alla grande
battaglia dell’ottobre 1918, nella quale si distinse e fu proposto
al valore. Tenente a sedici anni, fu inviato col reparto in Albania,
dove, in importanti azioni contro i ribelli, rifulsero le sue doti
d’iniziativa, non fiaccate dalle febbri malariche dalle quali venne
colpito. Nella stessa località,nelle insidiosi correnti del Drin,
dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica
figura di fanciullo soldato, alto esempio ai giovani di che cosa
possa l’amore alla propria terra.
Italia-Albania,
giugno 1917-giugno 1920
Note
biografiche:
Educato
nella natia Valparaiso al culto della Patria dal padre piemontese
(di Casorzo Monferrato, Asti) e dalla madre sarda, entusiasmato
della guerra contro l’Austria di cui aveva frequenti notizie dai
suoi due valorosi fratelli rimpatriati e combattenti (capitano Giovanni
e tenente Umberto) s’imbarcò di nascosto per Genova ove giunse dopo
53 giorni di navigazione tra l’insidia dei sottomarini e la asprezza
di un viaggio in terza classe. Aveva 14 anni, ne accusò venti e
fu arruolato in un reparto di “fiamme verdi”. Dovunque fu, dovunque
si fece notare per le sue ardite azioni. Parla per lui la motivazione
della suprema decorazione al valor militare d’Italia concessagli
per le sue coraggiose gesta. In Albania specialmente quando 600
ribelli, al comando di un noto capo (Scerif Assani), minacciavano
un esiguo nostro reparto di arditi, egli si offrì, per quanto febbricitante,
di compiere un audace colpo di mano. Di notte, con soli otto compagni
attaccò di sorpresa la banda a colpi di bombe a mano uccidendone
il capo. Assolto il suo compito, cadde sfinito per lo sforzo fatto
e per la febbre altissima si che i suoi arditi furono costretti
a riportarlo a braccia nelle nostre linee. Dall’Albania accorse
legionario a Fiume dove ritrovò i suoi due fratelli ambedue mutilati.
Rientrato nell’esercito, scappò ancora a Fiume e prese parte alla
lotta del 3 marzo 1921 contro Zanella. Congedatosi, andò in Cile
per abbracciare la famiglia, tra cui i suoi due fratelli (cinque
Medaglie d’Argento, una di Bronzo e sette ferite), ma l’Italia lo
suggestionò ancora e vi ritornò arruolandosi in Aeronautica. Il
giorno 8 settembre 1924, mentre recatasi al campo di aviazione di
Ghedi venne proditoriamente assalito da alcuni facinorosi per le
sue idee patriottiche. Invano tentò di difendersi che gli aggressori
in breve lo lasciarono gravemente ferito sul terreno. Guarito, ma
imperfettamente, perché gli rimase la mano sinistra anchilosata
si che anche il suo sogno di diventare aviatore non poté avverarsi.
Ora, (1925) dopo alcuni mesi trascorsi nel campo di aviazione di
Cameri, è sulla via del ritorno nel Cile dove ha intenzione di stabilirsi
per coadiuvare il padre ed i fratelli negli affari. Nessuno prima
di lui ebbe la Medaglia d’Oro a 17 anni di età; è il più giovane
decorato vivente (1925).
(la
motivazione e le note biografiche sono trascritte dal libro – le
Medaglie d’Oro al valor militare – Gruppo Medaglie d’Oro al valor
militare d’Italia, Torino 1925)
(La
M.O. Montiglio Vittorio è deceduto in incidente automobilistico a Magliano Sabina (Rieti) nel
novembre 1929)