alpini
del territorio bolognese romagnolo
E IL FIGLIO TORNO' SENZA IL
PADRE...
Le vicende dei bolognesi Augusto e Alberto Malaguti in terra
di Russia
di Mario Gallotta
pubblicato il 1° febbraio 2008
Augusto Malaguti in "borghese"
nell'unica immagine rintracciata
|
Fra
i giovani universitari che partirono per Aosta nel marzo del
1941, diretti alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo (1)
, vi era anche uno studente iscritto alla Facoltà di
Agraria dell’ateneo petroniano: Augusto Malaguti, nato a Bologna
il 16 luglio 1921.
Superate le dure prove di Aosta, Malaguti conquistò i
galloni da sergente e venne poi inviato ad Avellino per seguire
il corso allievi ufficiali.
Divenuto Sottotenente venne assegnato al Battaglione “Val Cismon”
del 9° Reggimento Alpini - Divisione “Julia”, con il quale
partì per la Russia (le
tradotte del 9° partirono dalla stazione ferroviaria di
Gorizia il 14 ogosto 1942. n.d.r.).
Nel “Val Cismon” conobbe Padre Giovanni Brevi (futura M.O.V.M.),
al quale rimase legato per tutta la vita, ritrovando anche un vecchio
compagno dei tempi di Aosta, Giovanni Battista Corvino (2).
E proprio grazie a quest’ultimo siamo riusciti a ricostruire alcuni
importanti “passaggi” della vita di Augusto Malaguti.
il distintivo del Btg.
"Val Cismon" |
“Era un caro amico ed assieme abbiamo frequentato il corso A.U.C.
(Allievi Ufficiali di Complemento) ad Aosta e ad Avellino. Ci siamo
poi ritrovati al Btg. “Val Cismon”…Siamo partiti per la Russia ed
Augusto era con la Compagnia Comando fin quando siamo stati sul
Don.
Siccome il padre di Malaguti, era anche lui in Russia, quale ufficiale
postale della Divisione Alpina “Cuneense”, Augusto chiese di essere
trasferito alla Divisione del padre (1° Ten. Alberto Malaguti,
era comandante del 203° Ufficio Posta Militare. n.d.r.).
Il trasferimento avvenne nella prima o seconda decade di dicembre,
periodo cruciale per i tragici avvenimenti, per cui Augusto lasciò
il Battaglione “Val Cismon”, ma non riuscì a ritrovarsi con
il padre, che poi è deceduto in Russia. Catturato nella ritirata,
è stato prigioniero, non so fino a quando”.
Così scrive Giovanni Battista Corvino, in una lettera dell’ottobre
2006.
Momenti della tragica ritirata..... |
Le
circostanze della cattura sono descritte dallo stesso Malaguti in
una testimonianza riportata da Padre Guido Maurilio Turla, cappellano
del Battaglione “Saluzzo”:
Sopraffatti da squadre sciamanti di inferociti soldati, fummo
costretti a battere in ritirata: dell’intero plotone soltanto io
e due altri sopravvivemmo. Questo accadde all’imbrunire del 29 gennaio
1943; insieme ad altri reparti riuscimmo ad infilarci in un canalone
non battuto dai russi, dove venimmo catturati da elementi di una
divisione siberiana corazzata che, come primo atto, ci spogliarono
in mezzo alla steppa con venti gradi sotto zero, lasciandoci la
tuta mimetica cerata in quanto la disprezzavano moltissimo (3).
Il resoconto riportato da padre Turla, pur prezioso, è probabilmente
incompleto, poiché non permette una compiuta ricostruzione
degli avvenimenti. In ogni modo, attingendo alla medesima fonte,
possiamo leggere le seguenti parole di Malaguti:
Nella seconda quindicina di dicembre del 1942, quando il mio
reparto fu trasferito al fronte di Staraja Kalitva, accaniti furono
i combattimenti che si protrassero fino al 10-12 gennaio…Ogni qualvolta
il mio reparto riconquistò quote precedentemente perdute,
era tragico ed esasperante vedere come i morti e i feriti italiani
lasciati sul campo fossero stati oltraggiati. Alpini furono trovati
con gli occhi sfondati a pugnalate, le teste recise, i visi calpestati.
Operazione di pragmatica era poi denudare i prigionieri, vivi e
caduti. A proposito si sevizie compiute dai russi sui prigionieri,
ricordo il seguente episodio: il 17 dicembre 1942, mentre mi trovavo
assieme a un reparto tedesco come guida e interprete, caddi in un’imboscata.
Riuscii a fuggire perché nell’oscurità, dato il mio
abbigliamento, i russi mi scambiarono per uno di loro. Però
tre ufficiali tedeschi, catturati dai russi, vennero uccisi con
un colpo alla nuca, dopo che erano stati loro cavati gli occhi con
le forbici. I loro cadaveri e le forbici furono trovati tre giorni
dopo da militari italiani (4).
Quanto diverso e più umano fu il nostro comportamento nei
confronti del nemico!
Nella citata testimonianza riportata dal cappellano del “Saluzzo”
così si esprime il Sottotenente Malaguti:
Ho avuto alle mie dipendenze, nel settore di Izjum, alcuni prigionieri
russi adibiti a lavori di retrovia; essi erano nutriti con lo stesso
nostro vitto, esclusi i viveri di conforto dei quali però
ricevevano il caffè ogni mattina e un quarto di vino la domenica…(5).
Disegno del campo di prigionia di Susdal |
Delle
traversie di Augusto Malaguti si trova traccia nelle memorie di
Padre Giovanni Brevi, che ricorda il “nostro” tra i fraterni amici
che lo aiutarono e protessero a Susdal, triste luogo di prigionia
e di morte per tanti nostri connazionali.
Sempre Padre Brevi ricorderà poi il trasferimento del padre
di Augusto in un campo di prigionia dell’Asia, assieme al Tenente
Italo Stagno. Citerà infine Augusto Malaguti tra coloro che
lo accolsero a Tarvisio nel 1954, al rientro da un’interminabile
prigionia (6).
Malaguti fu invece più fortunato di Padre Brevi, poiché
rientrò a fine agosto 1946 assieme a Don Enelio Franzoni
(7).
Fortuna amara, potremmo dire, perché Augusto tornò
sotto le Due Torri senza l’amato genitore, che aveva lasciato questo
mondo il giorno 8 aprile 1943, esalando l’ultimo respiro in un’oscura
località dell’Asia centrale, resa triste dalle sofferenze
che ivi patirono i prigionieri italiani.
Rispondendo ad una richiesta del Gruppo Alpini di Ferrara il Commissariato
Generale Onoranze Caduti in guerra ha infatti precisato – in data
21 giugno 2007 - che il Tenente Malaguti Alberto, nato a Bologna
il 16/02/1890, è deceduto in data 08/04/1943 nel campo di
concentramento di Pinjug, ove risulta sepolto in una fossa comune.
“In Italia ci siamo rivisti alcune volte” dice Corvino nella lettera
già citata. “Ricordo che ci vedemmo nel 1969, all’adunata
alpina di Bologna, ove eravamo con Don Brevi…e nel 1973, sempre
a Bologna. So che lavorava presso un Consorzio di Bonifica di Bologna
ed era sposato”.
Per il suo comportamento in guerra e in prigionia, il Sottotenente
Augusto Malaguti venne decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor
Militare.
Questa la motivazione :
“In lungo ripiegamento contrastato da forze avversarie superiori
per numero ed armamento combattè con indomito valore, infondendo
ai dipendenti con l’esempio e l’ascendente personale lo slancio
e la tenacia per protrarre ancora una lotta ormai disperata. In
prigionia seguitò ad essere esempio di virile fermezza e
di fiero comportamento militare” – Fronte russo, dicembre 1942-luglio
1946.
(1)
Tra i nati nel territorio della Sezione Bolognese-Romagnola che
frequentarono il 1° corso “BAU BAU” (Battaglioni
Alpini Universitari – Batterie Alpine Universitarie) presso la Scuola
Centrale Militare di Alpinismo ricordiamo: Gianni Palmieri (poi
M.O.V.M.), Veraldo Vespignani, Paolo Ferratini,
Decio Camera, Renato Codicè, Nelson Cenci (di cui rammentiamo
i libri "RITORNO e "IL
PASSATO RITORNA"), Arnaldo Chierici (autore di "POLICARPO
CHIERICI - Comandante Alpino", dedicato alla leggendaria
figura del genitore), Raffaele Pansini (che ha immortalato i suoi
ricordi “aostani” e le sue vicende in grigioverde nel libro “MARTINO
E LE STELLE”), nonchè Franco Forlani (che ha descritto
le sue esperienze belliche nel libro "LA MIA
GUERRA"). Di, Palmieri, Ferratini, Vespignani e Cenci
è possibile leggere la biografia in questo sito al link
- alpini
L’elenco completo di coloro che vissero quell’indimenticabile esperienza
, grazie al prezioso lavoro del Cap. Nilo Pes, “furiere” dei “Ragazzi
di Aosta ‘41”, sarà presto consultabile nel sito - in edizione
aggiornata - nel sito www.smalp.it
(2) Il Ten. Col. Giovanni Battista Corvino è
l’attuale presidente del Nastro Azzurro di Foggia. E’ stato decorato
di M.B.V.M. prima in Russia e poi durante
la Guerra di Liberazione.
(3) GUIDO MAURILIO TURLA,
Sette rubli per il cappellano, Longanesi, Milano, 1974, pag.81.
(4) Ibidem, pagg. 81-82.
(5) Ibidem, pag. 81.
(6)
Cfr. GIOVANNI BREVI, Ricordi di prigionia
– Russia 1942-1954, Grafiche Dehoniane, Bologna, 1998.
(7) La fonte è lo stesso Don Franzoni, il
quale ci ha fornito due ulteriori notizie: Augusto Malaguti abitava
a Bologna (in viale Carducci n. 40) e a Bologna è deceduto
il 7 giugno 1977.
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