residenti illustri nel territorio bolognese romagnolo

Il Capitano prof. On. Guido Mazzoni

di Mario Gallotta e Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° gennaio 2017

Nel rileggere la storia alpina a tutto campo, nella quale si ritrovano costantemente fatti e curiosità legate al territorio bolognese romagnolo che meritano di essere ricollocate nella nostra memoria, è emersa questa notizia-curiosità del suo trascorso bolognese.

Guido Mazzoni nasce a Firenze il 12 giugno 1859 da Arcangiolo e Caterina Mori.
Compie gli studi ginnasiali nel collegio S. Michele degli Scolopi a Volterra, al ginnasio Dante di Firenze, infine al ginnasio S. Sebastiano di Livorno. Frequenta poi l'Università di Pisa nella Facoltà di Lettere conseguendo la laurea in lettere il 28 giugno 1880. Pochi mesi dopo arriva all'Università di Bologna presso la quale ha vinto un concorso per un posto di perfezionamento. Suo mentore è l'emerito prof. Giosuè Carducci con il quale poi stringe sincera e devota amicizia.

Nel settembre 1881 sposa la signorina Nella Chiarini e dalla loro unione nascono nell'ordine i figli Pietro, Gina, Silvia e Carlo.
Nel quadriennio 1881-1884 insegna nelle scuole medie, quindi nel 1887 lascia la nostra città perché "comandato" presso il segretario generale della Pubblica Istruzione a Roma. Alla fine dell'anno 1887 si trasferisce all'Università di Padova dove ha vinto il concorso per la cattedra di letteratura italiana. Nel 1894 prosegue la vita universitaria presso l'Istituto di Studi Superiori di Firenze (oggi Università) dove insegna ancora letteratura italiana. Il suo metodo di insegnamento è caratterizzato dal fecondo rapporto con gli studenti ai quali riesce a trasmettere le personali qualità di valente studioso.

La sua vena letteraria si concretizza pubblicando un elevatissimo numero di saggi fra il 1880 ed il 1941, diversi dei quali presso case editrici di Bologna fra le quali la Zanichelli, con la quale pubblicano anche gli amici Carducci e Pascoli.

Nominato Senatore del Regno nel 1910, anche in questa veste lascia il segno tangibile della sua operosità, in particolare quale membro della Commissione per la Biblioteca dal dicembre 1917 al dicembre 1920; membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra (luglio 1920), quindi riceve l'incarico di Presidente della Commissione per la Biblioteca dal dicembre 1920 al dicembre 1923 ed ancora dal giugno 1924 al gennaio 1929 ed infine è membro della Commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare dall'aprile 1939 al maggio 1943.
Comunque la sua "carriera di parlamentare" si conclude nel 1923, non aderendo al partito fascista.

 


in divisa di Tenente dell'8° alpini

Nel 1914 allo scoppio della Grande Guerra si schiera apertamente con i movimenti irredentisti ed interventisti, ma per l'età (ha già 56 anni) non è iscritto nei ruoli matricolari delle classi chiamate poi alle armi. Ha però "l'onore" di vedere partire il figlio Carlo quale Sottotenente dall'8° Reggimento Alpini del quale il padre è orgogliosamente fiero. Il giovane valoroso ufficiale già decorato di medaglia d'argento nel 1913 durante la campagna di Libia è nuovamente decorato con una seconda medaglia d'argento già il 2 giugno 1915 sul fronte di Tolmino. Alla notizia che agli inizi del 1916 è caduto purtroppo prigioniero degli austriaci, pur essendo "avanti di età" e parlamentare, smuove tutte le sue conoscenze e come volontario chiede ed ottiene di prendere il posto del figlio. Pur non avendo fatto un solo giorno di servizio militare, viene nominato Sottotenente della Milizia Territoriale, categoria riservata alle classi anziane (con elevato titolo di studio) destinate alle seconde linee con compiti nei servizi, ma questo non lo soddisfa. Nuovamente e con insistenza chiede di entrare in linea dei combattimenti, come il figlio, Sottotenente all'8° Alpini. Il suo diretto comandante Col. Ugo Pizzarello, lo accontenta e lo prende con se presso il Comando. Nel dopoguerra lo ricorderà poi fra i suoi ufficiali migliori meritevole di essere più volte citato negli Ordini del Giorno del Reggimento per il suo coraggio, elevato spirito di combattente e di "eroico" comportamento in operazioni di guerra, meritando anche la promozione a Capitano per "meriti speciali".

Rientrato a fine guerra alla vita civile riprende la sua attività di docente universitario, letterato, parlamentare, ecc. riconosciuto ed apprezzato a livello nazionale ed internazionale.

Fra i vari titolo ed incarichi ricoperti, ricordiamo:
Professore ordinario di Letteratura italiana all'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze (10 novembre 1890)
Professore emerito dell'Università di Firenze
Consigliere comunale di Firenze (dicembre 1910-novembre 1913)
Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (luglio 1903-giugno 1913)
Membro della Giunta del Consiglio superiore della pubblica istruzione (luglio 1904-giugno 1913)
Socio fondatore della Società dantesca italiana (luglio 1888)
Presidente della Società Dante Alighieri, sezione di Padova, (1893-1894)
Socio dell'Accademia della Crusca di Firenze (gennaio 1895)
Presidente dell’Accademia della Crusca (1930-1942)
Socio corrispondente dell'Ateneo di Brescia (febbraio 1907)
Socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei di Roma (agosto 1920)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (novembre 1927)
Membro della Società romana di storia patria (marzo 1923)

alcune delle sue numerosissime opere letterarie pubblicate fra il 1880 ed il 1941

Andato in pensione come docente nel 1934, ma ancora attivissimo, si dedica a tempo pieno allo studio e nelle varie Accademie e Società linguistiche delle quali è membro o presidente.

Sul nostro giornale associativo L'ALPINO del 15 giugno 1934 compare la notizia ed il saluto dell'Associazione Nazionale Alpini (allora indicato 10° Reggimento).



Il suo rapporto con l'Ass. Naz. Alpini non risulta così "vissuto" come per altre notissime e prestigiose figure di letterati, infatti vive il fascismo "dal di fuori" sempre disdegnando la tessera. Essendo figura notissima, nessuno osa creargli difficoltà. Solo nel 1940, dopo aver accettato già dall'aprile 1939 l’incarico di membro della Commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare, con l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, accetta la tessera del partito, però non attraverso la sede fiorentina ma direttamente dal centro di Roma, probabilmente per sottolineare il carattere quasi istituzionale della sua adesione.

Muore serenamente a Firenze il 29 maggio 1943.

Sul giornale associativo L'ALPINO del 15 giugno 1943 compare un lungo articolo a firma di Claudia Dolzani, già sua alunna all'Università di Firenze, nel quale l’autrice ricorda ed esalta la figura di Guido Mazzoni, grande letterato e valoroso Alpino.

Per onorarne la memoria a lui sono dedicate vie a Roma, Padova ed a Rimini.