Nel
rileggere la storia alpina a tutto campo, nella quale si ritrovano
costantemente fatti e curiosità legate al territorio bolognese romagnolo
che meritano di essere ricollocate nella nostra memoria, è emersa
la figura di questo grande giornalista e del suo trascorso bolognese e romagnolo.
(a) |
Franco Melandri nasce a Rovigo il 17 marzo 1919.
Pochi anni dopo si trasferisce con la famiglia a Casalecchio di Reno, Bologna, dove frequenta i primi studi, quindi il Liceo "Minghetti" in Bologna dove nell'estate 1937 consegue il diploma di maturità classica.
Nei primi mesi del 1940 si trasferisce con la famiglia a Lugo (Lugo di Romagna).
il ruolo matricolare rintracciato |
Soldato di leva iscritto al Distretto militare di Bologna, il 16 settembre 1938 viene chiamato alla visita in anticipazione con la classe 1918 e, lasciato in congedo viene indicata come professione studente universitario con obbligo di frequentare i corsi allievi ufficiali di complemento.
Nel frattempo si iscrive all'Università di Firenze dove frequenta la Facoltà di Scienze Politiche.
Il 1° dicembre 1938 viene ammesso al primo periodo premilitare del corso allievi ufficiali presso il Comando della coorte autonoma universitaria di Firenze ed il 1° dicembre 1939 viene ammesso al secondo periodo premilitare del corso allievi ufficiali presso il Comando della coorte autonoma universitaria di Firenze.
Chiamato alle armi il 14 luglio 1940 viene ammesso al periodo applicativo del corso allievi ufficiali universitari presso la Scuola allievi ufficiali di Bassano del Grappa arma alpini.
Concluso il corso di quattro mesi il 15 novembre 1940, con la nomina a Sottotenente di complemento arma Alpini, viene assegnato al 9° Rgt. Alpini per prestare il servizio di prima nomina che diventa effettivo dal 1° febbraio 1941.
Trattenuto alle armi per mobilitazione per esigenze di guerra, il 9 marzo 1941 viene assegnato alla compagnia comando del Btg. Alpini "Vicenza" - 9° Rgt. Alpini - Divisione "Julia", e inviato sul fronte greco-albanese.
dal bollettino delle nomine del gennaio 1941 |
Sul fronte greco albanese partecipa assume il comando del plotone arditi e partecipa alle principali cruente battaglie sul Golico, sullo Scindeli, nel settore del Beshishtit, fino a raggiungere il 7 maggio a presidio del passo di Metzovo.
Nel frattempo, ed esattamente dal 23 aprile 1941 con l'armistizio con la Grecia, la guerra è finita ed il Btg. "Vicenza" rimane di presidio dal 12 agosto sul Peloponeso e dislocato in parte a Nauplia ed in parte ad Argos.
Verso la fine di marzo del 1942 arriva l'ordine di rimpatrio della Divisione "Julia" ed il "Vicenza" rientra a Gorizia. Nelle sue memorie il Sottotenente Melandri ricorda che : - Ero in elenco fra i passseggeri del piroscafo Galilea che dal porto di Patrasso riportava molti reparti della "Julia" in Italia. All'ultimo momento il "Vicenza" venni trattenuto ed al mio posto venne imbarcato il Btg. "Gemona" che purtroppo nella notte del 28 marzo, silurato da un sommergibile inglese affondò senza lasciare scampo agli alpini imbarcati -.
Dopo la prevista licenza di rimpatrio rientra al Deposito del "Vicenza" in Gorizia dove apprende che tutta la Divisione "Julia" è mobilitata con un intero Corpo d'Armata Alpino, che parte fra il luglio ed agosto per il fronte russo.
Nei giorni 15 e 16 agosto, assegnato al Reparto Comando del Battaglione, tutto il Btg. "Vicenza", caricato "armi e bagagli" sui convogli ferroviari, parte per la Russia. Fra il 28 ed il 29 agosto arriva alla stazione di Izjum cittadina sulla riva del fiume Donetz e scaricati "armi e bagagli" la lunga colonna, ovviamente a piedi, marcia verso il fronte, ma non per le montagne del Caucaso, ma sulla piatta pianura lungo le rive del fiume Don.
Il 22 settembre si attesta a Pobendiskajia non lontano dal Don ed il 28 ottobre è in linea sul Don per dare il cambio al Btg. Alpini "Tolmezzo" che assieme al Btg. Alpini "L'Acquila" era stati scelti per formare il gruppo di pronto intervento "Julia".
Nella notte tra il 29 e 30 dicembre tutto il "Vicenza" schierato ora a Selenji Yar, viene investito da un forte contingente dell'esercito russo che provoca moltissimi caduti in combattimento ed il Sottotenente Melandri nei suoi ricordi scrive - "I carri armati passarono proprio sopra agli alpini. Passarono sopra un cannone da 47/32 che sparò fino all'ultimo i suoi inutili colpi e ne fecero una massa contorta frammischiata a membra di alpini"-
Durante questi combattimenti, per l'eroico comportamento viene decorato di medaglia d'argento così motivata : "Ufficiale osservatore di battaglione alpini, già distinttosi in precedenti azioni, quantunque in condizioni fisiche precarie per congelamento, rifiutava di essere sgomberato dalla linea. Durante un violento attacco nemico che aveva portato all'accerchiamento del comando da parte di carri armati, mancando ogni possibilità di collegamento, si offriva di raggiungere altro reparto per condurlo al contrattacco. Sotto violentissimo fuoco, sprezzante del pericolo, riusciva a passare fra le forze nemiche e e condurre a termine la sua rischiosa missione. Contribuiva così in modo decisivo alla conclusione di una dura, ma vittoriosa giornata di lotta", Quadrivio di Selenj (fronte russo), 31 dicembre 1942.
La situazione, ora difensiva, sostenuta dal Corpo d'Armata Alpino divenuta ormai insostenibile per il poderoso attacco delle forze armate russe, nella notte fra il 16 e 17 gennaio 1943 giunge al Comando della Divisione "Julia" l'ordine di iniziare il ripiegamento, ordine diramato poi a tutti i comandi dipendenti. Alle ore 11 del 17 gennaio tutta la "Julia" è in marcia verso Popowka.
La "Julia" come Divisione viene annientata nel corso della battaglia del 21 gennaio Lessnitschanskji, dove sono attestati il 9° Rgt. Alpini assieme ai Gruppi "Udine" e "Val Piave" del 3° Rgt. Art. Alpina. I pochi supersiti, compreso il Sottotenente Melandri, proseguono la ritirata aggregandosi a reparti della Divisione Alpina "Cuneense" e con estenuanti marce e combattimenti giungono il 30 gennaio in territorio ormai fuori dalla sacca ed in salvo, per proseguire comunque ancora la marcia a piedi e dopo molti giorni giungono nei pressi di Gomel dove, nel mese di marzo sono rimpatriati con treni o tradotte speciali.
Dopo il previsto periodo di contumacia e visita medica, viene inviato in licenza di rimpatrio e nel giugno rientra al Deposito di Gorizia. Coinvolto dagli avvenimenti politici legati all'8 settembre 1943 riesce a rientrare a casa.
Superato indenne i tragici avvenimenti della guerra civile dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, nel dopoguerra si laurea all'Università di Firenze e si trasferisce a Torino. Qui nell'agosto 1951 nasce la primogenita Elisabetta. Entrato per concorso alla RAI nella carriera dei dirigenti, si trasferisce a Roma.
Come dirigente RAI, nel 1961 è inviato per lavoro negli Stati Uniti a New York dove era prevista una permanenza di tre anni. Nell'occasione porta con se la famiglia e qui nel gennaio 1962 nasce la secondogenita Giovanna. Rientrati poi a Roma, nel giugno 1964 nasce la terzogenita Francesca.
Nel 1967 pubblica il suo primo libro RITORNO COL MATTO ed è dedicato e racconta la sua esperienza sul fronte russo dall'estate 1942 alla tragica ritirata del gennaio 1943. In seguito usciranno altre pubblicazioni letterarie.
Entra anche come dirigente nell'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industrale) e gli sono affidati incarichi di Presidente di diverse società operanti nella siderurgia, opere autostradali, ricostruzione e sviluppo del Mezzogiorno, ecc.
Nel 1980, ad esempio, gli viene affidato l'incarico di Presidente del Consorzio Italtecna-Sud, costituito nel periodo dell'emergenza in Basilicata colpita dai terremoti del novembre 1980 e febbraio 1981, Consorzio costituito con il compito di vigilare sulle convenzioni dell'IRI con le società private per la ricostruzione e lo sviluppo post-terremoto. A questo proposito viene chiamato a relazionare in Parlamento alla Commissione parlamentare di inchiesta sull'attuazione degli interventi, nella seduta del 10 ottobre 1990.
alcuni dei suoi libri
RITORNO COL MATTO
1967 |
PER MANO DI ANNA
1996 |
Le Siberiane seguono il sole
2000 |
Deceduto a Roma il 6 agosto 2012.
A un anno dalla scompara viene pubblicato sul quotidiano la Repubblica questo necrologio :
A un anno dalla scomparsa di
Franco Melandri
Alpino e medaglia d'argento
Carla e Daniela si stringono nel ricordo a tutti coloro che lo hanno amato e stimato
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(a) La fotografia in divisa è tratta dal libro ALPINI DEL BTG. VICENZA di Manuel Grotto, Grafiche Marcolin, 2010.