curiosità varie sugli alpini bolognesi romagnoli
i
rifugi intitolati ai nostri alpini
di Giuseppe Martelli
pubblicato il 15 novembre 2005
Forse
non tutti sanno che fra i numerosissimi rifugi in montagna, ve ne
sono alcuni dedicati ad alpini del nostro territorio. Quindi anche
fra i bolognesi romagnoli vi sono state figure che hanno meritato
l'intitolazione di rifugi in alta montagna che ritengo giusto ricordarle,
in onore al nostro motto "per non dimenticare".
IL RIFUGIO "OTTORINO MEZZALAMA"
chi era Ottorino Mezzalama?
Ottorino
Mezzalama era nato a Bologna il 25 settembre 1888.
il ruolo ritrovato nel corso delle ricerche |
Qui vive la sua
prima infanzia quindi, per ragioni professionali del padre, si trasferisce
in Piemonte, come indicato negli atti del Comune di Bologna, dove
risulta emigrato a Torino in data 28 marzo 1892. Notizie così
lontane nel tempo sono estremamente difficili da ripercorrere per
riproporre una dettagliata biografia. Non si è riusciti a stabilre
se la sua nacita sia stata "per caso" cioè dovuto
al trasferimento della famiglia, come io propendo, ritenendo il cognome
Mezzalama di radice certamente non emiliana romagnola, comunque rimane
il fatto certo della sua "origine bolognese" e che qui ha
vissuto i suoi primi anni. Trasferito a Torino, vive la fanciullezza,
la gioventù e la maturità in ambiente montano che lo
affascina ed attrae sempre più. Iscritto all'università
nella facoltà di Scienze Commerciali ed Economiche deve lasciare
gli studi per svolgere, nel 1909, il servizio di leva militare. Destinato
all'artiglieria da campagna ed espletato il prescritto servizio, viene
congedato nel 1910 con il grado di Caporale. Allo scoppio della guerra
italo-turca nel 1911, l'anno successivo 1912 viene richiamato con
il grado di Sergente ed inviato sul fronte in Libia dove si merita
un encomio per aver "disimpegnato le sue mansioni con calma e
noncuranza del pericolo...". Rientrato in patria nel 1913 riprende
gli studi universitari ma anche la sua grande passione, la montagna,
che percorre nei momenti di libertà con il suo grande sacco,
sci e piccozza. Diventa in breve un ottimo sciatore ed alpinista "inventando"
una nuova disciplina, lo sci-alpinismo.
Alpini
al corso sci di Claviere del 1915.
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Nel
maggio 1915 indossa nuovamente la divisa per la mobilitazione generale
dovuta all'entrata in guerra dell'Italia. Per il suo titolo di studio
viene inviato al corso allievi ufficiali di complemento e nel settembre
viene promosso Sottotenente di artiglieria da campagna. Nel frattempo
lo Stato Maggiore Esercito, nella necessità di formare ufficiali
e reparti sciatori, da utilizzare nel teatro di guerra in montagna,
lo convoca già nell'ottobre 1915 a Torino presso il comando
del 3° reggimento alpini quale istruttore di sci. Indossa quindi
le fiamme verdi ed il cappello con la penna nera e viene comandato
di servizio al Colle del Piccolo San Bernardo dove svolge, come istruttore,
il primo corso. Già con il secondo corso, tenuto nell'alta
valle di Champorcher, viene nominato "direttore tecnico".
Promosso Tenente nel 1916 e Capitano nel 1917, continua nella "istruzione
sull'uso dello sci" per tutta la stagione invernale in Valle
Stura, a Bardonecchia, al valico del Monginevro per poi trasferirsi
nelle immediate retrovie del fronte. E' bene ricordare che nel solo
anno 1917 si costituirono ben 26 compagnie sciatori, che entrarono
in azione in vari teatri operativi.
Mezzalama
con gli inseparabili sci
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Congedato
nel febbraio 1919, può finalmente concludere gli studi laureandosi.
Rimasto orfano, sceglie di vivere accanto all'anziana mamma scusandosi
di non aver tempo per il matrimonio perchè nei momenti liberi
dal lavoro "son sempre solo in alta montagna". Iscritto
allo Ski Club ed al CAI (Club Alpino italiano) diventa ben presto
un "leggenda" per gli appassionati della nuova disciplina
dello sci-alpinismo. Nel 1927, ad esempio, porta a termine la prima
ascensione sciistica italiana al Monte Bianco. Generoso di natura
più volte partecipa a spedizioni di soccorso di alpinisti in
difficoltà. Il 31 gennaio 1931, ancora una volta volontariamente,
partecipa nel vallone di Rochemolles, sopra Bardonecchia, alla ricerca
dei ventun alpini del 3° (il suo reggimento di guerra) travolti
da una valanga.
L'articolo
che compare su
L'ALPINO del 1° marzo 1931. |
Pochi
giorni dopo, esattamento il 23 febbraio, mentre si trovava in Sudtirolo
con l'amico Domenico Marzocchi con il quale era salito al Becher (Cima
del Bicchiere), sorpresi dalla tormenta e dopo tre giorni di forzata
sosta nel gelido rifugio, tentano la via del ritorno ma purtroppo sono
investiti da valanga. L'amico Marzocchi riesce miracolosamente a salvarsi
e dopo un'intera giornata di inutili tentativi per individuarne il corpo
ridiscende a valle per cercare aiuto. Saranno gli alpini del 6°
assieme agli alpinisti del CAI di Bolzano a riportare a valle il corpo
senza vita.
Anche
il giornale il giornale L'ALPINO del 1° marzo comunica la tragica
notizia ed in quello successivo del 15 marzo compare un lungo articolo
a firma di Angelo Manaresi, Presidente Nazionale sia dell'Ass.Naz. Alpini che del
Club Alpino Italiano, nel quale ricorda il loro incontro in occasione delle operazioni
di ricerca dei ventun alpini del 3° travolti da valanga.
IL RIFUGIO
Costruito
in legno nel lontano 1934 dalla Sezione CAI (Club Alpino Italiano)
di Torino ed intitolato al compianto socio e famoso scialpinista Ottorino
Mezzalama, è ancora oggi uno dei rifugi storici della Val d'Ayas
nel massiccio del Monte Rosa in Val d'Aosta. Collocato poco oltre
i tremila metri di altitudine e circondato dai ghiacci, era il classico
"rifugio" d'alta montagna posto su uno spuntone di roccia
sempre battuto dal vento. Ristrutturato e ampliato nel 1987, allora
era ancora circondato dai ghiacciai mentre oggi ne rimangono solo
una piccola parte, rimane comunque un ottimo punto di arrivo per belle
escursioni e di partenza per ulteriori impegnative ascensioni. Per
la quota e la sua posizione risulta uno dei più panoramici,
si vedono i crinali del Monte Castore e Monte Polluce, Punta Perazzi,
il ghiacciaio del Felik, il Grande e Piccolo ghiacciaio di Verra,
ecc. L'escursione inizia da Champoluc, frazione Saint-Jacques quindi
a piedi verso la frazione Blanchard, si prosegue per il sentiero n°
7 che raggiunge Pian di Verra Inferiore e qui a destra si raggiunge
il Rifugio.
il cartello
posto sulla facciata del Rifugio.
a
destra, la dedica originale del 1934 a Ottorino Mezzalama ancora
oggi visibile nel Rifugio.
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Note: devo all’amico e collaboratore Mario
Gallotta del gruppo di Ferrara il merito della “scoperta” delle
origini bolognesi che ha permesso di ricollocarla nelle nostre memorie
della storia alpina locale.
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