alpini del territorio bolognese romagnolo

il Sergente Maggiore Matteo Molignoni

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° aprile 2022

Fra gli ultimi ruoli matricolari rintracciati, che ormai hanno raggiunto la quota di circa 9.000, vi è anche quello del romagnolo Sergente Maggiore alpino raffermato Matteo Molignoni, che ha indossato la divisa per cinque anni, combattuto su tre fronti, poi impegnato nella lotta partigiana quindi, ritornato borghese è stato fra i soci rifondatori nel 1950 del Gruppo di Rimini, del quale desidero proporre la figura rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

 

Matteo Molignoni nasce il 19 febbraio 1920 a Faenza, Ravenna.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Il 30 novembre 1938 lascia gli studi liceali e si arruola volontario con ferma di due anni nella (1) Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta quale aspirante specializzato sciatore e rocciatore per concorrere al grado di Sergente. Il 31 marzo 1939 viene dichiarato non idoneo alla qualifica di sciatore e rocciatore, viene comunque trattenuto in servizio su domanda quale volontario ordinario ed assegnato al Btg. “Edolo” del 5° Rgt. Alpini. Il 1° luglio viene promosso soldato scelto, il 1° agosto Caporale ed il 1° novembre Caporale Maggiore. Il 31 gennaio 1940 viene promosso Sergente con l’obbligo di rimanere alle armi almeno un anno.

Con l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940, il giorno dopo transita al Btg. “Tirano” sempre del 5° Alpini e parte per il fronte francese dal quale rientra al Deposito il 29 luglio. Il 12 novembre di nuovo mobilitato si imbarca a Brindisi per raggiungere l’Albania e partecipa alle operazioni di guerra sul fronte greco-albanese fino al 29 giugno 1941 quando rientra in Italia. Nel frattempo rinnova la rafferma per altri due anni ed il 1° febbraio 1942 viene promosso Sergente Maggiore in attesa di convalida della rafferma.


la lunga interminabile colonna in marcia di ripiegamento

Il 20 luglio 1942 parte per il fronte russo sempre con il Btg. “Tirano” in forza alla 2ª Divisione Alpina Tridentina. Il 23 settembre viene ammesso alla rafferma di un altro anno e nominato comandante di squadra combattente fucilieri.

Il 16 gennaio 1943 con la grande offensiva russa che minaccia l’accerchiamento del Corpo d’Armata Alpino, giunge l’ordine di ripiegamento. Dieci giorni di drammatiche marce forzate ma anche di sanguinosi combattimenti a Opyt, Seljakino, Nikitowka, Ladomirowka, Malakajewka, fino al 26 gennaio con quello decisivo per rompere l’accerchiamento e sperare nella salvezza ed il ritorno a casa ; la decisiva battaglia di Nikolajewka.

Il 13 marzo lascia la Russia per il rientro in Italia ed il 17 marzo giunge al campo contumaciale di Udine. Il 10 aprile è inviato in licenza di rimpatrio di trenta giorni al termine della quale rientra al Btg. “Tirano” mobilitato.
Il 5 settembre 1943 gli viene concessa una licenza straordinaria breve di cinque giorni per grave lutto famigliare.

Con gli eventi politici legati all’8 settembre 1943 non rientra al reparto.

Pur non essendo stato aggiunta sul ruolo matricolare nessuna nota aggiuntiva, da fonti storiche attendibili, documenti e testimonianze, viene confermato che all’indomani dell’8 settembre 1943 entra nella formazione partigiana 28ª Brigata GAP (gruppi di azione patriottica) poi dal 16 luglio 1944 intitolata a “Mario Gordini” che opera nelle cittadine della pianura ravennate, formazione con la quale rimane fino al 30 ottobre 1944 come “partigiano semplice”.

Presentatosi poi nello stesso giorno della Liberazione il 25 aprile 1945 al Distretto militare, viene considerato in licenza senza assegni ed il 15 novembre è collocato in congedo illimitato.

Nel dopoguerra riprende gli studi all'Istituto Magistrale Superiore quindi si trasferisce a Rimini dove ha ottenuto, a seguito di un concorso, la sede di vice segretario nella carriera amministrativa delle Intendenze di Finanza, concorso riservato ai reduci e prende residenza in viale Regina Elena 55. Nella graduatoria viene indicato coniugato, quattro figli.

Nel gennaio 1950 partecipa alla riunione fra i promotori per ricostituire il Gruppo di Rimini. Su L'ALPINO del maggio 1953 nella rubrica LUTTI purtroppo compare la notizia “Con la scomparsa del serg. magg. Matteo Molignoni, perito in un incidente automobilistico, il gruppo di Rimini ha perduto un entusiasta animatore degli alpini locali”.

 


note :
(1) Alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta, fra i commilitoni volontari allievi conosce e condivide il corso con un certo Mario Rigoni Stern di Asiago, anche lui Sergente Maggiore, anche lui sempre nel 5° Rgt. Alpini ma al Btg. "Morbegno", che diventerà un noto scrittore in particolare con il suo primo libro IL SERGENTE NELLA NEVE dove racconta le sue vicende sul fronte russo. Seguiranno poi nel corso degli anni molti altri libri tutti di successo......