alpini del territorio bolognese romagnolo
il
Maggiore Alfredo Patroni
di Giuseppe Martelli
pubblicato 1° gennaio 2004
Grazie
all’amico Mario Gallotta del Gruppo di Ferrara, solerte ed
appassionato cultore di storia alpina a cui va il merito di questa
ritrovata memoria, un’altra bella figura è emersa dal passato e trova
oggi giusta ricollocazione nella storia degli alpini bolognesi romagnoli.
Pluridecorato nella Grande Guerra, scrittore, combattente in terra
d’Africa, è l’unico ufficiale alpino sepolto nel Sacrario Militare
di El Alamein.
Il Capitano Patroni, da una fotografia
tratta dal suo libro “La conquista dei ghiacciai”
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Alfredo
Patroni, discendente da antica famiglia nobile di Segrate, nasce a
Bologna il 4 marzo 1891 dal milanese Antonio e dalla torinese Linda
Forni. Non si conosce il motivo, molto probabilmente per ragioni professionali
del padre, che ha portato la famiglia nel capoluogo, ne si conosce con esattezza l'anno
che la famiglia riparte per trasferirsi a Genova dove poi frequenta tutti gli studi e dove risulta iscritto al distretto
militare di leva. Studente in giurisprudenza chiamato alla visita militare
nell’ottobre 1911, presenta domanda per i corsi ufficiali con ferma
volontaria di tre anni. Il 31 ottobre viene assegnato al 90° Rgt.
Fanteria presso il quale inizia il corso. Il 1° aprile 1912 conseguito
il grado di Caporale è inviato al 6° Rgt. Fanteria dove il 31 luglio
è promosso Sergente. Il 4 settembre raggiunge quale allievo ufficiale
la Scuola Militare di Modena. Nel febbraio 1914 concluso il corso
con la promozione a Sottotenente viene assegnato al 42° Rgt. Fanteria
per il servizio di prima nomina. Raffermatosi nel servizio permanente
effettivo, con l’entrata i guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, è
in linea sull’Isonzo con il 42° Fanteria e nei combattimenti di metà agosto
riporta la prima ferita. Al termine della convalescenza, nel frattempo
è stato promosso Tenente, il 22 novembre riceve l’ordine di rientro
e di trasferimento al Btg. “Intra” del 4° Rgt. Alpini che raggiunge
in linea sull’Adamello ed in questa regione rimane e combatte tutte
le battaglie dei tre anni successivi. Promosso Capitano nel febbraio
1916 viene assegnato al Comando di Reggimento dove assume il comando
del Nucleo Volontari Allievi Ufficiali Alpini. Nella battaglia della
Lobbia iniziata il 12 aprile e terminata il 23 maggio, si mette subito
in luce e per la brillante azione condotta a Monte Stablel del 19
aprile viene decorato di medaglia di bronzo. Nella successiva battaglia
del 29 maggio per la conquista del Crozon di Fargorida, pur ferito
(per la seconda volta) porta a termine con successo il compito assegnatogli
ed è decorato della prima medaglia d’argento al valore militare. Dopo
un mese di convalescenza è nuovamente sull’Adamello. Il 12 febbraio
1917 è ancora protagonista con un plotone Allievi di una ardita ricognizione
in Val di Genova per raccogliere importanti informazioni sulla dislocazione
del nemico. Pur sostenendo cruenti scontri riporta oltre alle preziose
informazioni tutti i subalterni alla base. Per questa azione riceve
l’encomio ufficiale da parte del Col. Quintino Ronchi comandante della
zona Adamello. Il 15 giugno 1917 nel corso dei combattimenti a Corno
di Cavento, sempre alla testa del suo plotone Allievi, scala frontalmente
l’impervia parete raggiungendo e conquistando un baluardo nemico ed
è decorato della seconda medaglia d’argento. L’anno successivo durante
la battaglia del Presena e dei Monticelli del maggio 1918, assume
volontariamente il comando del “drappello arditi” che trascina alla
conquista della Cresta Presena dove giunge vittorioso ma anche ferito
(per la terza volta). Per questa azione gli viene conferita la terza
medaglia d’argento questa volta “sul campo”. Il 10 ottobre, dopo l’ennesima
convalescenza, rientra al reparto per partecipare alle ultime battaglie
fino alla vittoria finale proclamata il 4 novembre 1918. Nei combattimenti
del giorno prima riporta la quarta ferita. Con la conclusione della
guerra passa in forza al Btg. sciatori “Monte Mandrone” del 5° Rgt.
Alpini dove rimane fino al febbraio 1920. Per la grave ferita riportata
nella regione cardiaca durante l’azione del 25 maggio 1918, viene
collocato in aspettativa per infermità temporanea proveniente da causa
di servizio. Completa così gli studi universitari laureandosi in legge
ed apre uno studio di avvocato a Genova.
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S.A.R. Filiberto di Savoia |
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Nel
frattempo prepara due libri di memorie: La conquista dei ghiacciai,
edito nel 1924, che si onora della prefazione autografa del cap. Filiberto
di Savoia Duca di Pistoia, valoroso combattente dell’Adamello. Qualche
anno dopo pubblica I fratelli Calvi dedicato ai quattro celebri
fratelli bergamaschi suoi commilitoni con i quali ha condiviso tante
battaglie, tutti caduti nel corso della guerra. Nel febbraio 1928
viene promosso 1° Capitano e richiamato in servizio dal 23 dicembre
presso il 4° Rgt. Alpini dove rimane fino al gennaio 1931. Posto nuovamente
nel ruolo speciale, dal 1° febbraio al 12 marzo 1936 è nuovamente
richiamato in servizio presso il 3° Rgt. Alpini. L’Italia ha iniziato
da pochi mesi la campagna etiopica per la quale chiede di partire.
il Maggiore Alfredo Patroni in Etiopia
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Essendo
però nel ruolo della riserva non gli è concesso di partire con gli
alpini. Parte allora come volontario con il 188° Btg. della 1ª Div.
Camicie Nere, mantenendo comunque grado e specialità di appartenenza,
ed il 28 marzo sbarca a Massaua. Non partecipa ai combattimenti in
quanto il suo incarico è quello di commissario di governo con il grado
di Maggiore degli Alpini. Con la conclusione della guerra si insedia
a Uoldìa nel centro dell’Etiopia dove rimane fino al giugno 1938 quando
viene rimpatriato per malattia e ricollocato in congedo. Il 1° gennaio
1939 ritorna in Africa, questa volta in Eritrea, dove apre all’Asmara
uno studio di avvocato ed iscritto nella forza in congedo del Regio
Governo Eritreo. Il 20 maggio 1940 è nuovamente richiamato alle armi
per assumere il comando del 106° Btg. Coloniale ed il 15 luglio partecipa
ai combattimenti di Nacfa (Sudan) dove riporta la quinta ferita. Dopo
un mese di convalescenza, il 15 settembre gli viene affidato il comando
del Btg. Camicie Nere di Dessè e partecipa dal 31 gennaio al 27 marzo
1941 alla disperata e gloriosa battaglia a difesa di Cheren che si
conclude con la resa alle soverchianti forze inglesi. Non subisce
ritorsioni anzi gli è concesso di riaprire il suo studio di avvocato
all’Asmara. Improvvisamente nel marzo 1943 lo raggiunge un ordine
di carcerazione come prigioniero di guerra. Tradotto prima in Sudan
poi in Egitto, per i maltrattamenti subiti, il 1° giugno 1944 muore
in prigionia.
Paolo Caccia Dominioni |
il Sacrario di El Alamein |
Nel dopoguerra con l’ammirevole opera intrapresa nel 1948 dal Col.
degli Alpini Paolo Caccia Dominioni per raccogliere tutti i Caduti
della guerra desertica senza distinzione di nazionalità, nel sacrario
di El Alamein, dal 1954 la salma del Magg. Alfredo Patroni, bolognese
di nascita, riposa in quel Sacrario ed è l’unico ufficiale degli Alpini
rimasto nelle sabbie egiziane.
Nel
1974 a 50 anni dalla prima pubblicazione, la Longanesi & C. ristampa
il suo primo libro La conquista dei ghiacciai che porta la
nota introduttiva proprio di Paolo Caccia Dominioni.
Note: Le riproduzioni delle copertine
dei libri sono state gentilmente concesse dal Gen. Pier Luigi Cavallari
di Ferrara che è in possesso delle copie originali d’epoca.
Le notizie biografiche sono tratte dallo
Stato di Servizio reperito e gentilmente messo a disposizione dal
Dott. Mario Gallotta del Gruppo di Ferrara.
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