alpini del territorio bolognese romagnolo

il Generale Antonio Perelli

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° marzo 2005
aggiornata il 1° novembre 2011


Dalle continue ricerche alla riscoperta del nostro passato, che si rivela inaspettatamente ricco di storia e di personaggi che meritano di essere ricollocati nella nostra memoria di Alpini, è emersa ancora dalla pianeggiante terra ferrarese questa bella figura di uomo e di soldato.

Questo ricordo vuole anche onorare il 40° anniversario della sua morte avvenuta a Ferrara il 24 giugno 1964.

Antonio Perelli nasce a Rero in Provincia di Ferrara il 12 ottobre 1897. Allo scoppio della Grande Guerra nel maggio 1915 è studente presso l’Istituto Tecnico di Ferrara. L’anno successivo deve interrompere gli studi per la chiamata alle armi ed il 5 ottobre 1916, abile arruolato, viene destinato al 50° Reggimento fanteria per l’addestramento. Il 20 gennaio 1917 è promosso caporale ed il 10 marzo raggiunge la zona di guerra assegnato al 77° Rgt. Fanteria. A settembre, per il suo titolo di studio, viene inviato al corso ufficiali al termine del quale, tre mesi dopo, rientra in zona di guerra dove assume con il grado di Sottotenente il comando della sezione mitraglieri nella 1383ª compagnia della Brigata di Fanteria “Aquila”. In più occasioni si mette in luce ed in particolare nel corso della vittoriosa avanzata dell’ottobre 1918 dove si distingue per coraggio ed abilità tattica ed è decorato con medaglia di bronzo al valore militare.

 

Nel 1925 Tenente in Libia.

Promosso Tenente il 19 dicembre, viene trasferito al 2° Rgt. Fanteria “Savoia” dove presta servizio fino al 12 giugno 1920 quando è posto in congedo. Pur provato dai lunghi mesi di guerra, sente che la vita militare è la sua vocazione e presenta domanda per il servizio permanente effettivo. La domanda è accolta e viene richiamato alle armi il 15 aprile 1921. Il 28 ottobre riceve la nomina a Tenente nel servizio permanente effettivo ed è destinato all’11° Rgt. Fanteria. Il 28 luglio 1923 è comandato con ordine di trasferimento nel Regio Comando Truppe Coloniali dell’Eritrea e sbarcato a Massaua viene destinato al 9° Battaglione Eritreo. I due anni successivi lo vedono impegnato in Eritrea, poi in Tripolitania, di nuovo in Eritrea, quindi in Cirenaica, fino al 15 settembre 1925 quando viene richiamato in patria.

Al centro della foto con i suoi alpini della 62ª Compagnia, Btg. Bassano, del 9° Rgt. Alp. al termine dell’ascensione al Monte Cornone nell’inverno 1926.

Assegnato in servizio al 29° Rgt. Fanteria, dal 18 aprile 1926 indossa per la prima volta le fiamme verdi degli Alpini in quanto trasferito al 9° Rgt. Alpini dove rimane per i successivi tre anni. Coinvolto dall’ambiente alpino e attratto dalla vita di montagna, ha modo di mettere in luce le sue innate qualità “montanare” divenendo in breve un ottimo rocciatore e sciatore. Per queste sue doti viene scelto come capo pattuglia a rappresentare il 9° Rgt. Alpini in occasione del raid sciistico militare, che si svolge dal 10 gennaio all’1 febbraio 1929 su tutto l’arco delle Alpi, con partenza da S. Dalmazzo di Tenda per concludersi a Tolmino e che vede impegnati tutti i reggimenti alpini. Al Tenente Perelli con la sua pattuglia viene assegnato il tratto che prevede la partenza alle 9,15 da Plezzo sul percorso Planina Carnizza, Selle Prevala, per giungere alle 17,30 a Sella Nevea, con una temperatura media di meno 19 gradi (da documenti originali dell’epoca riportati sulle pagine del giornale “L’Alpino”).

 

da “L’Alpino” del 15 febbraio 1929

Nel 1927 Tenente al 9° Rgt. Alpini

Per il suo comportamento è – Encomiato da S.E. l’Ispettore delle Truppe Alpine perché ottimo sciatore e capo pattuglia sciatori, ha partecipato al raid staffetta alpina nell’inverno 1929 che per la sua arditezza e la sua piena riuscita meritò l’alto encomio di S.E. il Ministro della Guerra e Capo del Governo -

Ma il mal d’Africa si riaccende e su domanda rientra nel Regio Comando Truppe Coloniali ed il 7 luglio 1930 parte per la Somalia dove è assegnato al III° Btg. “Benadir”. Dopo cinque anni, esattamente il 25 settembre 1934, rientra in Italia per rimpatrio definitivo anche perché ammesso a sostenere gli esami per l’avanzamento al grado di Capitano. Con la promozione, è nuovamente mobilitato in previsione della nuova campagna coloniale in Abissinia, ed il 22 gennaio 1935 sbarca a Mogadiscio destinato alle “Bande Armate di Confine”. Nel corso della Campagna è decorato di una medaglia d’argento ed una croce di guerra al valore militare.

Nel 1939 a Scutari, Albania,
addetto al Comando Quartier
Generale della Divisione
Alpina “Julia”.

Conclusa la guerra ottiene il rimpatrio definitivo ed il 29 aprile 1937 sbarca a Napoli. Dopo meritata licenza coloniale, dal gennaio 1938 rientra negli Alpini al suo vecchio 9° Reggimento e pochi giorni dopo è assegnato al Comando 3ª Divisione Alpina “Julia”. Nel frattempo si sposa con Elvira Malaguti ed il matrimonio viene celebrato il 28 febbraio 1938 a Ferrara. Dalla loro unione nasce in dicembre a Udine, dove ha sede il Comando Divisione, la primogenita Maria Grazia.

Pochi mesi dopo, esattamente il 16 aprile 1939, parte per l’Albania con la Divisione “Julia” mobilitata, dove presta servizio al Comando Quartier Generale. Il 27 luglio 1940 è promosso Maggiore e dal 28 ottobre, con la dichiarazione di guerra alla Grecia, inizia l’epopea della “Julia”. Dal 3 novembre trasferito all’8° Rgt. Alpini assume il comando del Btg. “Gemona”. Con questo magnifico reparto affronta sanguinosi combattimenti dimostrando coraggio e perizia di comandante, riconosciuto con il conferimento di una medaglia d’argento ed una croce di guerra al valor militare. Per i gravi disagi sostenuti è colpito da malattia e viene ricoverato all’ospedale da campo di Berat quindi, per la gravità riscontrata, rimpatriato. Dopo le appropriate cure in vari ospedali militari, dal 27 luglio 1941 viene assegnato alla Scuola Allievi Ufficiali Alpini di Bassano del Grappa come aiutante maggiore. Nel giugno 1942 nasce a Bassano il secondogenito Gianfranco. Promosso Ten. Colonnello il 25 marzo 1943, dal 14 aprile assume il comando del Battaglione Allievi Ufficiali fino alle tragiche vicende legate all’8 settembre.

 

Belluno, 28 aprile 1946. Il Ten. Col. Perelli, al centro, comandante del
rinato 5° Rgt. Alpini, presenzia la cerimonia per il cambio di
denominazione in 8° Rgt. Alpini che rientra nella sede storica di Udine.

Nel suo Stato di Servizio, nel quale compare la clausola – Considerato in servizio dal 9-9-43 al 19-7-1945 - le note riprendono al 20 luglio 1945 quando assume il comando del battaglione alpini inquadrato nel Reggimento Speciale “Legnano” di stanza a Sondrio. (Ricordo che a conclusione della guerra non esistevano più i Reggimenti Alpini e nel “Legnano” erano inquadrati i soli due battaglioni alpini superstiti, il “Piemonte” e “L’Aquila”). Con la graduale rinascita dei Reparti Alpini, il Reggimento Speciale “Legnano” dall’1 aprile 1946 assume la denominazione di 5° Reggimento Alpini ed è trasferito con sede di comando a Belluno dove il Ten. Colonnello Perelli continua l’incarico di comandante di battaglione. Dal 15 aprile 1946 il 5° alpini cambia denominazione in 8° Reggimento Alpini rientrando come Comando nella sede storica di Udine ed il Ten. Colonnello Perelli ne è nominato Aiutante Maggiore fino al 27 marzo 1947. Dopo vari incarichi direttivi in alcuni Distretti Militari, il 14 settembre 1948 viene trasferito al 6° reggimento Alpini di Merano per il costituire il nuovo Centro Addestramento Reclute dove assume l’incarico di Vice Comandante fino al 6 maggio 1949. Quindi nuovi trasferimenti con incarichi direttivi presso i Distretti Militari di Padova e Rovigo. Con la promozione a Colonnello dal 5 agosto 1951, conclude la sua carriera con l’incarico di Comandante del Distretto Militare di Belluno dove rimane fino all’ottobre 1954, quando è posto in ausiliaria con il grado di Generale di Brigata. Rientrato a Ferrara svolge dal 1955 al 1961 l’incarico di Presidente del Consiglio di Leva della Provincia di Ferrara.

Il Generale Antonio Perelli muore il 24 giugno 1964 ed è sepolto nel cimitero monumentale della Certosa a Ferrara.

aggiornamento: A lui, per iniziativa e richiesta del Gruppo alpini, nel 2011 è intitolata una via a Ferrara.


Note: Il curriculum militare è tratto dallo Stato di Servizio pervenutomi da Mario Gallotta del Gruppo di Ferrara.

Le fotografie, tutte inedite, sono state gentilmente concesse dal figlio Gianfranco, anche lui oggi Generale degli Alpini (in ausiliaria), che pur risiedendo a Padova è socio del Gruppo di Ferrara.