archivio Giuseppe Martelli
dedicato agli alpini in armi e in congedo

La PREGHIERA DELL’ALPINO

nella storia delle generazioni in grigioverde

di Giuseppe Martelli,
autore delle ricerche iconografiche e documentali e dei testi

pubblicato 1° giugno 2004

la “Preghiera dell’alpino” nel periodo 1946-1972

La guerra è finita. Dopo tante sofferenze e lutti, la ritrovata identità nazionale vede rinascere con nuovi propositi l’Italia e le Forze Armate. Anche le truppe alpine formate dalle nuove generazioni rinascono gradatamente e riprendono vita i nomi degli storici gloriosi reparti.

Su L’ALPINO del 25 giugno 1947, che riprende le pubblicazioni sospese per guerra, viene pubblicata questa PREGHIERA DELL’ALPINO nel testo più conosciuto durante il periodo bellico, nella quale ovviamente non compare l’ultima quartina dedicata al passato regime. Alle giovani generazioni di pace, oltre alle tradizioni e spirito di Corpo, viene indicato anche il retaggio etico-religioso che li identifica e unisce nella preghiera.

La Preghiera dell’Alpino

Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi che la Provvidenza ci ha dato per culla e creato a baluardo sicuro delle nostre contrade, in ogni angolo della terra o sui mari, ovunque, l’anima nostra purificata dal dovere pericolosamente compiuto, è rivolta a Te, o Signore, che proteggi le nostre Madri, le nostre Spose, i nostri figli lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio Onnipotente che regoli tutti gli elementi salva noi, armati di amore e di fede, da ogni male spirituale.

Salvaci dal gelo demolitore, dalle furie della tormenta e dall’impeto della valanga; fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, sui crepacci insidiosi; fa che le nostre armi siano infallibili contro chiunque osi offendere la nostra Patria, la nostra millenaria civiltà, la nostra bandiera gloriosa.

qui per maggior chiarezza è trascritto il testo della Preghiera

 

Con il ritorno alla pace esistono ufficialmente riconosciuti due soli battaglioni alpini, il “Piemonte” e “L’Aquila” inquadrati nel reggimento fanteria speciale del Gruppo di Combattimento Legnano. Nell’autunno del 1945 presso gli undici comandi militari territoriali, ora ricostituiti, viene formato un reggimento di fanteria denominato Reggimento Guardie. Nella primavera del 1946 inizia la prima regolare chiamata alle armi del dopoguerra ed i reggimenti del I, IV e V comando, dislocati nel Piemonte, Trentino, Alto Adige e Veneto, assumono il nome di Reggimento Alpini con la rispettiva numerazione di 4°, 6° e 8° , che inquadrano gradatamente i rinati battaglioni alpini prebellici ed i gruppi di artiglieria da montagna, che lascia la denominazione “alpina”riprendendo quella delle origini. Nel 1948 rinasce ad Aosta la Scuola Militare Alpina, fra il 1949 ed il 1953 sono costituite le cinque brigate alpine, nel 1952 rinasce a Bolzano del IV Corpo d’Armata poi 4° Corpo d’Armata Alpino.

Nel 1950 il Vescovo Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che ha l’autorità riconosciuta dalla Santa Sede e dal governo, percepisce l’esigenza di indicare una preghiera che rinnovi la spiritualità identificativa degli alpini. Raccolti i vari testi delle preghiere già esistenti nella guerra 1915-1918, campagna d’Africa 1936-1937 e guerra 1940-1945, recitate ed acquisite nella tradizione, a queste si ispira ideando una nuova PREGHIERA DELL’ALPINO indicandola, nell’ambito delle sue facoltà, a tutti i credenti in servizio nelle truppe alpine.

  LA PREGHIERA DELL’ALPINO

Orazione ideata dall’Arcivescovo Ordinario d’Italia C. A. Ferrero di Cavallerleone ordinando e riassumendo vecchie preghiere dei Batt.ni “Feltre”, “Tolmezzo”, “Cividale” e “L’Aquila”.

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga, fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose; su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi, rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni.

Così sia.

 

 

qui per maggior chiarezza è trascritto il testo della Preghiera

 

Questo è il testo definitivo della nuova PREGHIERA DELL’ALPINO pubblicata nel novembre 1950 sulle pagine de L’ALPINO. Tutte le preghiere precedenti, alle quali l’Ordinario Militare si è ispirato, sono automaticamente soppresse e rimangono solo come retaggio storico. D’ora in poi questa, indicata dalla Santa Sede a tutti i credenti, con autorizzazione di papa Pio XII a recitarla nelle funzioni religiose, diventa l’unica preghiera in vigore. Con la riforma pastorale della Chiesa nella celebrazione della S. Messa, la recita della Preghiera d’Arma riservata negli anni precedenti al sacerdote celebrante, viene consentita anche ai laici nella formula indicata dalla Chiesa come Preghiera dei fedeli.

Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia dal 28 ottobre 1944 al 2 novembre 1953, era nato a Torino il 29 dicembre 1903. Laureato in giurisprudenza e sacra teologia, è ordinato sacerdote il 22 dicembre 1928, divenendo successivamente, Minutante della Sacra Congregazione per la chiesa orientale dal 1929. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 dedica la sua opera quale assistente spirituale dei perseguitati politici e capi della resistenza rifugiati nei seminari e istituti religiosi romani. All’indomani della liberazione di Roma nel giugno 1944, per il suo intenso zelo sacerdotale, spirito di carità e comprensione dimostrati in frangenti tanto difficili, viene elevato dalla Santa Sede all’Episcopato ed in accordo con il governo, designato al delicato ufficio di Arcivescovo Militare per l’Italia. Con la conclusione della guerra, nella difficile situazione che si trovano le Forze Armate italiane, si trasforma in apostolo animatore percorrendo tutta l’Italia per infondere fiducia nella ripresa, esortando alla riconciliazione per ritrovare l’unità con l’invito a superare odio e incomprensioni. Si rende promotore del riordino di numerose preghiere d’Arma e fra queste anche la Preghiera dell’alpino, indicandole al nuovo esercito come atto spirituale di riconciliazione e ritrovata identità nazionale. Il suo ufficio si conclude ai primi di novembre 1953 quando è nominato Prelato del Sovrano Militare Ordine di Malta. Muore a Roma il 17 luglio 1969. Su L’ALPINO di settembre compare un suo ricordo in omaggio alle sue indubbie doti morali, religiose e quale promotore e ideatore nel 1950 della PREGHIERA DELL’ALPINO.

Nei venti anni che seguono, per iniziativa dei cappellani militari in servizio nei reparti alpini per l’assistenza religiosa, ritorna una vigorosa ripresa nella stampa di immagini etico-religiose con inserita la definitiva Preghiera dell’alpino. Anche all’interno delle caserme non sono rare le iniziative degli stessi comandanti che provvedono a far erigere cappellette, pilastrini o altri pregevoli manufatti con inserite statue della Madonna “Signora delle cime”, San Maurizio Patrono degli alpini o Santa Barbara Patrona degli artiglieri da montagna. La religiosità, come patrimonio etico sempre valido, è ritenuto indispensabile per la continuità delle tradizioni e spirito di Corpo delle truppe alpine.

Alcuni esempi della ricca stampa iconografica del periodo:

      

      

(cartoline collezione personale)

 

 

 

 

Questa cartolina edita nel 1965 dal 6° reggimento alpini, Edizioni Fotocelere Torino, proprietà Parisio Aldo, realizzata con una vera fotografia della S. Messa con gli alpini del battaglione “Bolzano” al termine di una esercitazione, è stata gentilmente concessa da Mons. Aldo Parisio che compare quale cappellano militare officiante.

Gentilmente concesso sempre da Mons. Aldo Parisio, questo è l’ultimo documento in ordine di tempo del periodo 1946-1972. E’ il retro di un “santino”con la Preghiera dell’alpino in uso fino al settembre 1972 e distribuito dai cappellani al personale in servizio nelle truppe alpine, con la firma del cappellano militare Parisio Don Aldo, poi dal 1972 al 1979 Responsabile del Servizio Assistenza Spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino.

 

PREGHIERA DELL’ALPINO

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga; fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi; rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni, alle nostre Compagnie. Così sia.

Capp. Militare

PARISIO Don ALDO

qui per maggior chiarezza è trascritto il testo della Preghiera

 

la “Preghiera dell’alpino” nel periodo dal 1972 ad oggi

Una nuova PREGHIERA DELL’ALPINO

Nel novembre 1972 viene indicata dall’autorità ecclesiastica una nuova PREGHIERA DELL’ALPINO. Proposta per dovere d’ufficio dal cappellano capo Don Aldo Parisio, Responsabile del Servizio Assistenza Spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino con l’assenso del comandante generale Franco Andreis, viene approvata dall’Ordinario Militare per l’Italia Mons. Mario Schierano.

Erano stati presi contatti con Mons. Aldo Parisio, oggi purtroppo scomparso, che cortesemente e con precisione aveva ripercorso i fatti. Una testimonianza diretta, della quale viene riportata dal testo originale della lettera, i passi più salienti che interessano i fatti e la ricerca storica.

Carissimo Martelli,

……Nella sua ammirazione e passione per la storia delle generazioni alpine è attirato da un amore profondo per scoprire, nella ricerca, la  profondità dell’animo, della Fede dell’alpino nel suo rapporto con la  preghiera e il Signore…

…..Nella sua lettera fa riferimento alla preghiera dell’alpino prima del 1972 e dopo il 1972.

…..Le invio due “ santini ” che testimoniano la piccola variante espressiva avvenuta nel testo della preghiera che rimaneva quella della tradizione.

…..La variante espressiva nella preghiera ci è parso che rispondesse in  modo autentico e profondo alle esigenze delle nuove generazioni.

…..La richiesta della variante era sentita dai cappellani militari dei reggimenti alpini, dagli alpini e appoggiata dal comandante del 4° Corpo d’Armata Alpino Generale Franco Andreis e da ufficiali e sottufficiali.

….La prassi da seguire era porre il problema nelle mani dell’Ordinario Militare Mons. Mario Schierano.

….Fu eseguita questa prassi e l’Ordinario Militare approvò la “variante” della preghiera dell’alpino.  

Monsignor Aldo Parisio era nato a Mattie, Torino, il 27 giugno 1919. Ordinato sacerdote nel giugno 1943, inizia in un delicato periodo di guerra per l’Italia il suo ministero e pochi mesi dopo sceglie di salire in montagna per unirsi volontariamente ai combattenti della 17^ brigata partigiana “Garibaldi”. Questa esperienza sarà fondamentale nella successiva scelta dell’ambiente del proprio ministero. Dopo la guerra infatti si arruola come cappellano militare prestando servizio prima ad Acqui poi a Torino in reparti diversi fino al 31 ottobre 1953 quando, su domanda, viene assegnato al 6° reggimento alpini in Brunico, rimanendo in Alto Adige per quasi vent’anni. In questo lungo periodo sa farsi apprezzare e raccoglie la stima dei comandanti ed alpini con i quali svolge la normale vita addestrativa, seguendo da buon soldato le numerose esercitazioni concluse sempre con l’ufficio della S. Messa al campo. Scelto per le sue particolari doti di sacerdote ed anche per la grande esperienza alpina, il 18 settembre del 1972 lascia il 6° reggimento alpini e promosso al grado superiore, viene trasferito al Comando del 4° Corpo d’Armata Alpino a Bolzano per assumere il delicato incarico di Cappellano Capo Responsabile del Servizio Assistenza Spirituale delle truppe alpine. Con questo incarico, svolto sempre con grande senso di responsabilità, nei periodici incontri con i cappellani militari in servizio presso i reggimenti alpini, recepisce la proposta della variante espressiva, indicata dai sacerdoti-soldato più adatta alle nuove generazioni. Accolta, egli crea di fatto una nuova Preghiera dell’Alpino ancora oggi in uso. Il 2 luglio 1979 lascia il Corpo d’Armata Alpino perché chiamato ad un nuovo e importante incarico a Roma come Ispettore presso l’Ordinariato Militare, quindi Vicario Generale dell’Ordinariato Militare. Raggiunto il grado di generale di brigata, il 24 gennaio 1984 lascia il servizio attivo per raggiunti limiti di età e si ritira prima nella casa natale a Mattie in Valsusa poi nella casa del Clero a Susa continuando il proprio ministero sacerdotale fino a quando, dopo un breve ricovero ospedaliero, muore il 13 ottobre 2001.

La proposta della variante espressiva scaturita collegialmente nel 1972 nell’ambito stesso delle truppe alpine, raccoglie quindi l’espressione concettualmente più moderna della preghiera nel rapporto con le nuove generazioni. Nel testo ideato nel 1950 dall’Ordinario Militare Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone compariva l’esortazione ….rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana. Nella nuova preghiera questa diventa ….rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera. Con la variante in oggetto, che crea di fatto una nuova preghiera e sopprime ogni precedente, diventa dal novembre 1972, la sola indicata dall’Ordinario Militare Mons. Mario Schierano e riconosciuta dalla Santa Sede quale PREGHIERA DELL’ALPINO da recitare nell’ambito militare.

Il documento gentilmente concesso da Mons. Aldo Parisio con il testo
della nuova Preghiera dell’alpino in vigore dal novembre 1972.

PREGHIERA DELL’ALPINO

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga; fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi: rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e proteggi i nostri Battaglioni e le nostre Compagnie.

Così sia.

qui per maggior chiarezza è trascritto il testo della Preghiera

 

la PREGHIERA DELL’ALPINO oggi

A conclusione del percorso sulla storia della PREGHIERA DELL’ALPINO è stato chiesto a Mons. Franco Troi, Capo Servizio Assistenza Spirituale del Comando Truppe Alpine, di inviarci il testo ufficiale oggi riconosciuto e indicato dalla Santa Sede a tutti i credenti in servizio nelle Truppe Alpine.

Cortesemente Mons. Troi ha accolto l’invito indicandoci questa:



PREGHIERA DELL’ALPINO

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga; fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi: rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e proteggi i nostri Reggimenti, i nostri Battaglioni, Gruppi,  Compagnie e Batterie.

AMEN

qui per maggior chiarezza è trascritto il testo della Preghiera