soci illustri della Sezione bolognese romagnola

Il Generale di Corpo d'Armata Paolo Puntoni : padre fondatore della sezione

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° maggio 2016

aggiornata il 1° settembre 2018


Nel 1952 in occasione del trentennale di fondazione della Sezione, l'ex comandante del battaglione "Val di Reno" (cioè Presidente di Sezione nei periodi 1938-40 e 1941-42) dott. Alberto Federico Veronesi, invia una sua memoria per ricordare ed elencare, purtroppo con i soli cognomi, i 47 "padri fondatori" che la sera di sabato 18 novembre 1922 si riunirono per costituire ufficialmente la Sezione bolognese romagnola. Dalle ricerche effettuate e che continuo a svolgere ancora oggi, fra i fondatori presenti viene indicato il cognome Puntoni, ed ho "scoperto" che è stato un valoroso ufficiale degli alpini e che fra l'altro ha comandato la Divisione Alpina Taurinense. Oggi, ricollochiamo la bella figura nella storia degli alpini e della sezione, ritenendo cosė di onorarne la degna memoria e quella dei "padri fondatori".

 


qui ritratto con il grado di
Generale. Da notare che sul
bavero ha le fiamme verdi
degli alpini.

Paolo Puntoni nasce a Pisa il 16 marzo 1889 da una famiglia agiata e di cultura: il padre Vittorio (1) è insigne professore di greco antico all'Università di Bologna. Il giovane Paolo dopo aver compiuto gli studi liceali nel nostro capoluogo, nel 1907 frequenta l'Accademia militare di Modena uscendone nel 1909 con il grado di Sottotenente degli Alpini. Assegnato al 6° reggimento, nel 1911 partecipa alla campagna di Libia nella guerra italo-turca meritando nella battaglia di Misurata dell'8 luglio 1912 la medaglia di bronzo. Intrapresa decisamente la carriera militare, è combattente nella prima guerra mondiale con il grado di Capitano sempre nel 6° Alpini, Btg. Vicenza comandante della 60ª compagnia, e quindi promosso Maggiore lascia gli alpini, ma non sappiamo per quale reparto.


il Cap. Puntoni comandante
la 60ª compagnia alpini

Tra il 1922 e il 1923 è iscritto "fuori corso" nella facoltà di giurisprudenza dell'ateneo bolognese, forse per compiacere all'illustre padre, senza però completare gli studi per seguire la carriera militare. Sicuramente intrattiene ottimi rapporti con i reduci alpini bolognesi in prevalenza del 6° alpini, ed infatti è fra i 47 presenti alla riunione di sabato 18 novembre 1922 per deliberare la nascita della Sezione.


Nel gennaio 1924, è chiamato a svolgere il corso per il servizio di Stato Maggiore del Regio Esercito al termine del quale rientra nel nostro capoluogo quale capo di Stato Maggiore della Divisione militare di Bologna. Con la promozione a Colonnello nel 1932 assume il comando del 78º Reggimento di fanteria "Lupi di Toscana" e quindi nel biennio 1934-1936 capo di Stato Maggiore del Corpo d'Armata di Alessandria. Nominato nel 1936 Generale di Brigata nel bienio 1938-1939 gli viene assegnato il comando della Divisione Alpina Taurinense.

 


luglio 1943, Vittorio Emanuele II, a
destra, incontra gli aiutanti di campo.
A sinistra, di profilo, il Gen. Puntoni.

Nel 1939 al termine del periodo di comando, con la promozione a Generale di Divisione, viene personalmente scelto dal Re Vittorio Emanuele III come suo aiutante di campo generale e l'anno successivo diviene primo aiutante di campo generale. (ne da notizia L'ALPINO del 1° febbraio 1939). In questa veste, riesce ad ottenere la confidenza del sovrano e fu la persona che gli stette più vicino ed ebbe con lui dei rapporti che nemmeno il ministro della real casa aveva.

 

Risulta presente come unico testimone dell'ultimo incontro tra il Sovrano e Mussolini avvenuto a villa Savoia il 25 luglio 1943, conclusosi con l'arresto del Duce. Dopo l'arresto del dittatore e la caduta del fascismo, vive la tragedia dell'8 settembre e segue il Re nella fuga verso Brindisi, di cui è uno degli organizzatori, per raggiungere un lembo dell'Italia ancora libera e dichiarare guerra alla Germania (da parte del Re), ed anche per sfuggire alla ritorsione dei tedeschi che avrebbero sicuramente fatto prigioniero il re Vittorio Emanuele III.

 

Terminata la seconda guerra mondiale gli Italiani furono chiamati, l'anno successivo, a scegliere la forma istituzionale dello Stato (monarchia o repubblica) con il referendum del 2 giugno 1946.
Nell'intento di offrire agli elettori un volto meno compromesso con il passato regime, Vittorio Emanuele III decise di abdicare (il 9 maggio 1946) a favore del figlio, che divenne re (Umberto II)  a decorrere dalla stessa data, nella quale Paolo Puntoni scelse di dimettersi dal servizio attivo, ritirandosi a vita privata.
Quando Vittorio Emanuele III muore nel dicembre 1947, gli lascia in eredità, come gesto di riconoscenza, undici preziosi volumi.

 




Nel periodo in cui aveva vissuto a stretto contatto col monarca sabaudo, scrisse un diario – strumento utilissimo per capire gli atteggiamenti, gli umori e le speranza della monarchia sabauda durante il periodo bellico – che venne pubblicato tra il 13 settembre 1956 e il 21 gennaio 1957 dal quotidiano Il Tempo in ventuno puntate e poi nel 1958 in forma di libro dall'editore Palazzi col titolo Parla Vittorio Emanuele III. (copertina a sinistra)


Nel 1993 quando il generale era già morto da anni, il diario viene ristampato - con l'introduzione di Renzo De Felice - dalla casa editrice Il Mulino di Bologna. (copertina a destra)

Muore a Roma il 19 gennaio 1967.


aggiornamento inserito il 1° settembre 2018

Questo inedito documento è il suo ruolo matricolare ritrovato nel corso di mie recenti ricerche, che conferma la sua appartenenza ed iscrizione al Distretto militare di Bologna. Nel ruolo, compilato il 4 novembre 1906 all'atto della visita di leva presso il nostro Distretto militare del coscritto Puntoni Paolo classe 1889, sono indicate le notizie anagrafiche e annotate le caratteristiche fisiche che, a giudizio della commissione giudicatrice, servivano per confermare l'idoneità al servizio militare.


copia del suo ruolo matricolare rintracciato

 


 

(1) Vittorio Puntoni, nato nel 1859 a Pisa e deceduto nel 1926 a Roma.
Insigne professore di greco antico all'Università di Bologna dal 1892, della quale fu anche Rettore dal 1896 al 1911 e dal 1917 al 1923.
La città di Bologna gli ha dedicato una piazza nei pressi dell'Univerrsità.