storia del territorio bolognese romagnolo

"L'italianità" dei volontari sammarinesi caduti nella Grande Guerra 1915-1918
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° maggio 2022


Nel corso della mia ricerca presso la Biblioteca di Stato a San Marino, per la conferma di una mia ipotesi relativa alla figura del socio Fattori Marino, sul quale ho trovato l'inedita fino ad oggi notizia che oltre a Gozi Giuliano, è stato il secondo Capo di Stato estero fra gli illustri soci della Sezione, nel consultare l'ampia documentazione bibliografica messa gentilmente a disposizione dal personale della (1) Biblioteca di Stato, ho potuto consultare alcini preziosi libri dove sono elencati con concise note biografiche tutti i giovani sammarinesi arruolati volontari nel Regio Esercito Italiano ed i volontari nell'ospedale da campo approntato dalla Repubblica di San Marino.

E' un lungo inaspettato elenco che conferma "l'italianità" dei giovani sammarinesi trascinati dal ventunenne studente universitario a Bologna, Giuliano Gozi che in data 4 giugno 1915 lancia fra i propri concittadini a San Marino un "nobile appello". Gozi Giuliano, ricordiamo, sarà poi socio della Sezione dal 1923 e Capitano Reggente nel 1923-1926-1932-1937-1941.

Il lungo elenco cita nomi e reparti nei quali erano stati incorporati con concise notizie anche su eventi militari ai quali avevano partecipato. Fra questi volontari sono cinque quelli che hanno indossato il cappello alpino : Marino Fattori, i fratelli Giovanni e Italo Gori, Giuliano Gozi e Sady Serafini.

Ricordo anche che, oltre ai volontari nel Regio Esercito, il governo sammarinese appronta nell'ottobre 1917 un ospedale con tutto l'occorrente necessario ed autonomo, gestito con personale sanitario volontario sammarinese, che comprende anche alcune signorine infermiere che viene dislocato in varie zone operative anche di prima linea utilizzando quando possibile, strutture in muratura messe a disposizione dal Regio Esercito ed anche ex ospedali austriaci, tra Monfalcone, Treviso, Mestre e Gorizia. Questo ospedale, che utlizza per necessità della prima linea, anche tende e baracche da campo, rimane operativo fino a dicembre 1918.

Nei libri ed altre pubblicazioni, con i volontari sammarinesi vengono ricordati ed onorata la memoria dei due giovani Caduti nel corso della guerra :

Carlo Simoncini, Caporale del 3° Rgt. Art. da Campagna e Sadj Serafini, Caporale del 1° Rgt. Art. da Montagna
(essendo tumulati entrambi nella stessa tomba monumentale al cimitero di Montalto a San Marino, anch'io li accomuno nel ricordo)


la tomba a Gorizia

Sady Serafini nasce nella Città di San Marino il 20 giugno 1894. Diplonmato ragioniere al "patrio ginnasio", si trasferisce a Torino dove trova impiego come impiegato contabile. Animato di "amore di Patria", nel giugno 1916 si iscrive come volontario nell'ufficio leva del comune di Rimini, distretto militare di Forlì, per arruolarsi nel Regio Esercito Italiano e, accolta la domanda, viene inviato, per residenza, al deposito del 1° Rgt. Art. da Montagna in Torino (il reggimento che fin dal costituzione nel 1887 ha sede a Torino n.d.r.) e dopo la vestizione e l'addestramento è inviato al fronte nel Carso. A settembre viene promosso Caporale ed assegnato alla 62ª batteria da 65 da montagna. Durante il vittorioso fatto d'armi dell'offensiva italiana sul Carso del 12 ottobre 1916 rimane gravemente ferito nel combattimento in località Nad Logem, collina a est di Gorizia sulla sponda sinistra del fiume Vipacco. Muore per le ferite riportate, all'ospedale militare di Gorizia ed è sepolto nel cimitero di Gorizia. Nel 1925 i resti mortali vengono esumati per essere tumulati a San Marino nel monumento ai caduti sammarinesi. Nel settembre 1929 viene definitivamente tumulato nella tomba monumentale (assieme a Carlo Simoncini), nel cimitero di Montalto. Decorato di medaglia al merito di 1ª classe (medaglia d'argento) della Repubblica di San Marino con la seguente motivazione : "Per avere con l'olocausto della sua vita più intimamente unito alla patria grande questa sua piccola Patria". Nella città di San Marino a lui è intitolata una via.

 

 


la tomba a Mossa

Carlo Simoncini nasce nella Città di San Marino il 12 febbraio 1892. Ancora adolescente segue la famiglia a Trieste e lavora come macchinista nella marina mercantile austriaca, ma agli inizi di settembre 1914 con la situazione creata dagli avvenimenti della prima guerra mondiale iniziata il 28 luglio, rientra a San Marino. Il 5 giugno 1915 si iscrive come volontario nell'ufficio leva del comune di Forlì, distretto militare di Forlì, per arruolarsi nel Regio Esercito Italiano. Nel frattempo si è trasferito a Bologna dove svolge la professione di istitutore (sorvegliante) presso un collegio. Accolta la domanda e chiamato alle armi, viene inviato per domicilio, al deposito del 3° Rgt. Art. da Campagna in Bologna e dopo la vestizione e l'addestramento, è fra i primi sammarinesi a partire per il fronte con destinazione nel Carso. Il 9 ottobre 1915 giunge in località Piano di Lucinico, Gorizia. Nei primi mesi di gennaio 1916 viene promosso Caporale. Il 6 luglio 1916 mentre incita gli artiglieri dipendenti della sua batteria a lavori di rafforzamento della piazzuola dislocata a Cima Mochetta, attardatosi come graduato nella verifica dei lavori, lo scoppio di una granata austriaca provoca una frana che lo sepellisce. Muore presso la 19ª sezione di sanità ed è sepolto nel cimitero di Mossa, Gorizia. Già in precedenza più volte citato ed elogiato dai superiori, il Ministro della Guerra decreta la concessione della medaglia d'argento "alla memoria". Nel 1925 i resti mortali vengono esumati per essere tumulati a San Marino nel monumento ai caduti sammarinesi. Nel settembre 1929 viene definitivamente tumulato nella tomba monumentale (assieme a Sady Serafiini), nel cimitero di Montalto. Decorato di medaglia d'oro della Repubblica di San Marino con la seguente motivazione : "Per avere con l'olocausto della sua vita più intimamente unito alla patria grande questa sua piccola Patria". Bolognese per domicilio, è ricordato nel lapidario della Basilica di Santo Stefano a Bologna. Nelle frazioni Castello di Acquaviva e Castello di Chiesanuova della Repubblica di San Marino, a lui è intitolata una via.


(1) Desidero qui ringraziare per la professionalità e squisita disponibilità ad assecondare le mie richieste nel corso delle ricerche che ho svolto nel febbraio 2020 presso la Biblioteca di Stato, le bibliotecarie Sig.re Claudia e Vanna.

note : Purtroppo non è stato possibile rintracciare i ruoli matricolari, l'archivio del distretto militare di Forlì, dal quale dipendeva il Comune di Rimini (divenuto poi Provincia dal 1992), è andato praticamente distrutto per bombardamenti aerei degli alleati nel maggio e agosto 1944 e si sono salvati solo pochissimi ruoli.