storia del territorio bolognese romagnolo

A Bologna la consegna della medaglia d’oro al v.m. a Padre Giovanni Brevi

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 15 agosto 2004


Il 24 maggio 1955, nel corso delle cerimonie promosse nella ricorrenza del 40° anniversario dell’inizio della guerra 1915-18, viene inserita anche quella particolarmente significativa della consegna ufficiale della Medaglia d’Oro al valor militare al Tenente Cappellano alpino Padre Giovanni Brevi, il piccolo grande prete rientrato in Italia dopo 11 anni di prigionia in Russia. La motivazione che hanno indotto a scegliere la città di Bologna è dettata dal fatto che Padre Brevi qui aveva vissuto la sua vocazione sacerdotale studiando in Seminario e qui infine ordinato sacerdote.

Caserma “Mameli” di Bologna, 24 maggio 1955.

Il Generale alpino Franco Testi, Comandante il Territorio di Bologna, appunta
sulla divisa del Cappellano Militare Padre Giovanni Brevi la Medaglia d’Oro al
valor militare. Nella fotografia si nota, a conferma, la presenza del Vessillo
della Sezione bolognese romagnola.
Alla toccante cerimonia, che si svolge alla caserma “Mameli”, è presente anche la Sezione bolognese romagnola con Vessillo e con i massimi vertici e dai verbali di archivio si apprende che al termine, Padre Brevi è ricevuto in forma solenne presso la sede sezionale, in Via San Vitale 13, gremita da numerosissimi soci.

 

Don Brevi era nato nel 1908 a Rocca del Colle (oggi Bagnatica) in provincia di Bergamo, da famiglia contadina. Entrato giovanissimo nella Scuola Apostolica del Sacro Cuore di Albino, Bergamo, prosegue poi gli studi teologici nel Seminario di Bologna e nel 1934 è ordinato sacerdote, scegliendo come nome religioso quello di “Padre Davide”. Dopo l’ordinazione parte come missionario tra i lebbrosi del Camerun Francese. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940 viene internato dalle autorità francesi in un campo di concentramento. Liberato in novembre, entra nell’Ordinariato Militare. Nel dicembre 1940 nominato Tenente Cappellano Militare, parte per il fronte greco-albanese assegnato al Btg. “L’Aquila” del 9° Rgt. Alpini della Divisione Julia e con questo reparto partecipa alle operazioni di guerra. Nell’agosto 1941 viene trasferito al Btg. “Val Cismon”, sempre del 9° Rgt. Alpini. Nel maggio del 1942 rimpatria con tutta la Divisione Julia, che dopo tre mesi di preparazione, il 15 agosto parte per il fronte russo. Qui, dopo le note vicende legate alla drammatica ritirata del gennaio 1943, viene fatto prigioniero con i superstiti del Btg. “Val Cismon” il 21 gennaio al bivio di Rossosch in località Kolkoz Stalino. Durante i lunghi anni di prigionia attraverso trentasei campi di concentramento, di lavori forzati e di punizione, affronta angherie e soprusi per il suo ostinato comportamento di “ribelle”. Ai suoi carcerieri ed agli sfortunati compagni di prigionia, non solo italiani ma anche di altre nazionalità, fra i quali è molto conosciuto ed apprezzato, così lo motivava < io rimango sacerdote, ufficiale, cattolico, italiano >. Per il suo eroico comportamento, le cui notizie giungono alle autorità italiane attraverso i prigionieri che gradatamente vengono liberati, con decreto del Presidente della Repubblica del 5 agosto 1951, gli viene conferita la Medaglia d’Oro al valor militare.

Rimetterà piede in Italia la mattina del 14 gennaio 1954.

L’anno successivo viene pubblicato dall’Editore Garzanti-Milano a cura di Franco Di Bella, il suo libro di memorie < Russia 1942-1954 > più volte ristampato nel corso degli anni.

Dopo un breve periodo di riposo riprende il suo servizio di cappellano militare assegnato questa volta alla Guardia di Finanza di Torino presso la quale rimane fino al 1976 quando viene congedato per raggiunti limiti di età con il grado di Maggiore. Si ritira quindi nell’eremo di Ronco Biellese dove muore il 31 gennaio 1998 ed è sepolto nel locale cimitero.

aggiornamento inserito il 1° aprile 2013

In data 31 gennaio 2013 per iniziativa dello Studentato delle Missioni e dei Padri Dehoniani di Bologna (lo stesso Ordine religioso di Padre Brevi), sono stati a lui dedicati ed inaugurati a Bologna un giardino pubblico in via Sante Vincenzi ed una sala presso il Villaggio del Fanciullo in via Scipione dal Ferro. L'iniziativa delle duplice inaugurazione avvenuta nella mattinata del 31 gennaio, era stata appositamente scelta per ricordare il 15° anniversario della sua morte (1998). Alla bella e significativa cerimonia aveva attivamente collaborato la Sezione di Bologna dell'Istituto del Nastro Azzurro. A rappresentare l'Amministrazione Comunale erano intervenuti l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente  Patrizia Gabellini e la presidente del quartiere San Vitale Milena Naldi. La Benedizione era stata impartita da Mons. Marco Giovannelli.
Nella pagina "storia" - al link - vie, piazze, parchi, sentieri...intitolati agli alpini, sono pubblicate le fotografie della targa di intitolazione del giardino e quella del busto collocato nella sala a lui dedicata.