i cappellani militari alpini bolognesi romagnoli

di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° dicembre 2003

SANTINI don Giovanni

Tenente Cappellano militare
Battaglione “Val Cismon” 7° Reggimento Alpini



Don Giovanni Santini all’Adunata Nazionale Alpini a Roma del 1929.
Santini Giovanni era nato il 6 luglio 1883 a Cesena, cittadina a pochi chilometri dal mare in Provincia di Forlì (oggi Forlì-Cesena). Entrato per vocazione nel locale seminario diocesano riceve l’ordinazione sacerdotale il 5 settembre 1906 ed inviato quale cappellano coadiutore presso una parrocchia, purtroppo non identificata, in Provincia di Bologna. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915, alla prima visita quale soldato di leva viene riformato per un anno. Chiamato alle armi il 19 luglio 1916, essendo sacerdote è destinato alla 98ª compagnia di Sanità e dopo un mese di istruzione giunge in territorio dichiarato in stato di guerra all’ospedale da campo 0132 dislocato nel Veneto dove rimane per un anno. Dopo rinnovata insistenza il 6 luglio 1917 gli giunge finalmente la nomina a Tenente Cappellano del battaglione “Val Cismon” 7° reggimento alpini, dislocato nella zona del monte Cauriol e comandato dal Maggiore Ferruccio Pisoni. Nei mesi successivi vive in prima persona la guerra vera ed emerge il suo carattere romagnolo che antepone il senso del dovere di soldato a quello di sacerdote come attestato e ricordato nel libro del generale de Strobel “I cappellani alpini nella campagna 1915-1918”, su “L’alpino” del 5 aprile 1924, dell’1 marzo 1943 e dalle decorazioni al valore militare. La prima medaglia di bronzo gli viene conferita già nel novembre 1917 per i fatti d’arme sul Monte Tomatico dove si distingue per diversi giorni non abbandonando mai la prima linea di combattimento. Un mese dopo sul Valderoa nella zona del Grappa, durante aspra battaglia venuti a mancare tutti gli ufficiali di una compagnia, ne assume volontariamente il comando e riuniti i superstiti li guida ad un vittorioso contrattacco, come si legge nella motivazione della medaglia d’argento. Nuovamente il suo elevato senso del dovere emerge nella vittoriosa battaglia sul Monte Solarolo, sostenuta alla fine di ottobre 1918 dove ancora una volta, incurante del pericolo, rimane costantemente in prima linea a fianco dei suoi alpini. Pochi giorni dopo con la conclusione della guerra si offre per il pietoso compito di raccogliere e seppellire i morti italiani ed austriaci disseminati nella zona del Grappa. Rientrato per ordine all’accantonamento del battaglione a San Donà di Piave viene congedato il 20 febbraio 1919. Dopo un breve periodo di riposo in famiglia a Cesena viene destinato prima quale cappellano coadiutore, quindi dal 1921 parroco titolare di S. Bartolomeo rimanendovi ininterrottamente per 35 anni.

Don Giovanni Santini nel periodo di
capogruppo. Sull’abito talare porta
con orgoglio una piccola aquila,
fregio distintivo degli alpini.

Orgoglioso del suo trascorso di Cappellano Militare alpino, aderisce alla neo costituita sezione bolognese romagnola ed il suo nome compare già nel primo tabulato soci per il rinnovo tessera 1925 così come è documentata la sua presenza alla manifestazioni associative e alle adunate nazionali dove compare nelle fotografie assieme agli altri cappellani alpini della sezione. Con la nascita del gruppo di Cesena avvenuta nella primavera del 1932 entra nel consiglio direttivo e nel 1934 il presidente di sezione Sandro Stagni lo nomina capogruppo, risultando fino ad oggi nella storia sezionale l’unico caso di sacerdote-capogruppo, poi confermato comandante della sottosezione e dal 1938 fino al 1943 della più militaresca compagnia "Val Savio". Sacerdote di grande fede, amato e stimato, nei lunghi anni del suo Ministero rivolge particolare attenzione verso i più deboli e bisognosi al di sopra delle differenti ideologie politiche o fede religiosa. Nella sua casa sempre aperta, chiunque vi trova rifugio anche nei momenti più pericolosi degli ultimi due anni di guerra. Con il ritorno alla pace il suo impegno si rivolge in particolare ai giovani che raccoglie nella fervida attività delle Associazioni Cattoliche fino a quando il forte e prestante fisico viene minato da grave malattia. Dopo lunghi mesi di infermità viene ricoverato nella casa di cura S: Lorenzino dove muore il 7 febbraio 1956 ed è sepolto, accompagnato anche da una rappresentanza degli alpini, nella tomba di famiglia a Cesena.

 


 


Foto tratta da “L’Alpino” del 1° maggio 1933 che ritrae un gruppo di Cappellani Militari alpini presenti all’Adunata Nazionale di Bologna dell’8-9 aprile. Fra questi si riconoscono i bolognesi romagnoli, da destra: don Giovanni Santini, don Aldo Rossi, don Andrea Balestrazzi, padre Giovanni Foschini con la folta barba, quindi don Adolfo Paoletti e ultimo a sinistra don Amedeo Girotti.

 

Un particolare ringraziamento all’Ordinariato Militare in Italia per avermi messo a disposizione la preziosa documentazione di archivio che ha permesso di ricostruire con esattezza il periodo del servizio militare.


(Ha collaborato alle ricerche il socio Tommaso Magalotti del gruppo di Cesena)

nota inserita il 15 novembre 2010
La figura di questo Cappellano è ricordato anche il altra pagina del sito, con un ricordo pubblicato sul giornale L'ALPINO, del suo Comandante in guerra : apri pagina articolo da L'ALPINO.