albo d’oro degli alpini bolognesi romagnoli

8 settembre 1943-25 aprile 1945 : "gli alpini e artiglieri da montagna CADUTI su fronti opposti"

l'artigliere da montagna Vittorio Gnesini
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° luglio 2019

Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla figura di Vittorio Gnesini, del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che era stato artigliere da montagna combattente e reduce della Grande Guerra, poi sceglie la via di combattente nella lotta partigiana fino al sacrificio della vita, che desidero onorare rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.

 

Vittorio Gnesini nasce il 23 marzo 1900 a Monghidoro, Bologna.


il ruolo matricolare rintracciato

Chiamato dal Distretto Militare alla visita di leva il 9 marzo 1918 è lasciato in congedo e indicata come professione calzolaio.

Chiamato alle armi per mobilitazione il 23 marzo 1918 viene assegnato al 2° Rgt. Art. da Montagna e "giunto in territorio dichiarato in stato di guerra" con il Gruppo “Conegliano”.

Il 27 febbraio 1919 viene collocato in congedo provvisorio.

Sul ruolo matricolare viene annotato : concessa dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore.

Richiamato alle armi “per istruzione” il 6 settembre 1920, lascia a casa il cappello alpino, in quanto viene assegnato provvisoriamente al 6° Rgt. Art. Pesante in Treviso ed il 19 novembre viene ricollocato in congedo illimitato.

Il 25 novembre 1932 si presenta alla chiamata di controllo dell’ufficio leva di Monghidoro e lasciato in congedo.

Sicuramente di idee sempre più contrastanti a quelle politiche del momento, con gli avvenimenti del 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini, si rafforzano ancora di più dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana, "sente il dovere di ribellarsi".

Con gli avvenimenti legati all'8 settembre 1943, dal 20 settembre entra nella formazione partigiana 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi che opera sull'Appennino tosco-emiliano.

Catturato dai nazi-fascisti durante un rastrellamento e riconosciuto partigiano, il 27 giugno 1944 viene fucilato in località La Torre (Monghidoro), Bologna.

Equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione con la qualifica di partigiano combattente.

E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna dedicato ai partigiani caduti.