Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla figura di Alberto Monari, del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che era stato alpino combattente e reduce della Grande Guerra. Coinvolto nella lotta partigiana fino al sacrificio della vita, è purtroppo fra le numerose vittime innocenti caduti per mano dei nazi-fascisti, che desidero onorare rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.
Alberto Monari nasce il 26 ottobre 1883 a Marzabotto, Bologna.
il ruolo matricolare rintracciato
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Chiamato dal Distretto Militare alla visita di leva il 6 luglio 1903 è lasciato in congedo quale mandato rivedibile e indicata come professione contadino.
Chiamato alle armi per mobilitazione il 26 settembre 1916 viene assegnato al 2° Rgt. Alpini Btg. “Borgo San Dalmazzo”.
Purtroppo per i disagi nei lunghi mesi di guerra si ammala gravemente ed il 28 dicembre 1918 (la guerra è comunque finita) viene mandato in congedo anticipato, ed il 16 agosto 1919 prosciolto da eventuali richiami.
Sul ruolo matricolare viene annotato : concessa dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore.
Il 31 dicembre 1921 viene prosciolto definitivamente dal Servizio.
Sicuramente di idee sempre più contrastanti a quelle politiche del momento, con gli avvenimenti del 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini, si rafforzano ancora di più dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana, "sente il dovere di ribellarsi".
Catturato il 29 settembre 1944 dai tedeschi durante un rastrellamento di civili viene fucilato per rappresaglia a
San Giovanni di Sotto (Marzabotto)
Bologna, nel corso dell'eccidio di Marzabotto che vede fra le vittime donne, ragazzi e addirittura neonati.
E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna dedicato ai caduti partigiani e alle vittime dei nazi-fascisti.