Nel
rileggere la storia alpina a tutto campo, nella quale si ritrovano
costantemente fatti e curiosità legate al territorio bolognese romagnolo
che meritano di essere ricollocate nella nostra memoria, è emersa
questa notizia-curiosità del suo trascorso bolognese.
inedita fotografia in divisa |
Oliviero Mario Olivo, nasce a Trieste il 24 maggio 1896 da genitori cadorini (da Valle di Cadore) Antonio Olivo e Maria Kur e gli viene imposto il nome di Oliviero Mario. Il 23 maggio 1915, il giorno prima dell'entrata in guerra dell'Italia tutta la famiglia lascia Trieste per Torino. Non dimentico delle sue origini, il 1° giugno si arruola volontario come alpino semplice nel Reparto Volontari Alpini "Cadore" del 7° Rgt. Alpini assegnato alla IIIª squadra comandata dal Caporale Giovanni Murer del plotone comandato dal Sergente Giuseppe Fiammoi e con il Reparto prende parte ai principali combattimenti sul fronte di Monte Avanza, Peralba, Laghi d’Olbe in Val di Sesis.
Agli inizi del 1916 a Col della Varda, Cima Forame, Croda Rossa di
Sesto, Passo della Sentinella. Fra i commilitoni conosce il futuro noto pittore *Edgardo Rossaro.
Appassionato di fotografia e con macchina fotografica nello zaino, spesso è "comandato" a documentare le zone presidiate, la vita di guerra, i momenti della giornata, i colleghi, ecc. ma non solo, spesso deve "accompagnare" il volontario Rossaro ad eseguire schizzi panoramici del fronte, in previsione di prossime azioni offensive. Estremamente interessante e quasi tutta inedita la documentazione fotografica eseguita. Oggi ho l'onore ed il privilegio di possederne copia, grazie alla gentile concessione degli eredi ed autorizzazione dalla figlia prof.ssa Paola.
foto di gruppo, con la freccia è indicato Olivo. |
Nell'agosto 1916 esattamente nella notte del 24, si svolge l'ardita azione notturna dei volontari al comando del capo plotone *Arduino Polla (poi Medaglia d'Oro) impegnati alla conquista di Monte Forame. Per prevenire eventuali azioni controffensive degli austriaci, si offre spontaneamente per presidiare da solo un posto di vedetta particolarmente esposto sulla Cengia Superiore dove rimane dall'alba al tramonto sotto il tiro continuo degli austriaci nonostante una ferita alla spalla.
Per questo suo comportamento, con decreto luogotenenziale del 25 gennaio 1917 gli viene decretata la medaglia d'argento così motivata :
"Offertosi spontaneamente quale vedetta avanzata in posizione esposta ed isolata dall'alba al tramonto, ferito alla spalla sinistra alle ore 15 e fatto segno a continuo fuoco di fucileria, tanto da averne la giubba e scarpe forate da parecchi proiettili, rimase al suo posto fino alle ore 21, momento del cambio, ritirandosi calmo e sereno". Monte Forame, 24 agosto 1916.
Sotto sono pubblicate alcune inedite fotografie scattate al fronte, gentilmente concesse per il sito dagli eredi, con divieto di riproduzione senza autorizzazione scritta, compresa la fotografia in divisa.
rancio consumato in baracca.
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piccola vedetta a forcella Franza.
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baraccamenti e trincee a costone Eynard.
a destra, 2ª cengia a quota 2802.
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Ai primi di gennaio 1917 lascia il Reparto Volontari in quanto inviato al corso allievi ufficiali alla scuola militare. Il 26 marzo è nominato Aspirante ufficiale assegnato al 3° Rgt. Alpini. Il 17 maggio è già promosso Sottotenente ed il 1° settembre Tenente. Nello stesso mese di settembre 1917 nel corso di una ardita azione rimane prigioniero ed inviato in campo di concentramento per ufficiali di Nagymegyer in Ungheria. Riesce ad evadere nel giugno 1918 ma viene catturato al confine austro-svizzero e questa volta è rinchiuso nella fortezza di punizione a Komarom. Con la conclusione della guerra il 4 novembre 1918, nel mese di dicembre rientra in patria. Ma la "naja" non è ancora finita, promosso Capitano viene congedato il 15 novembre 1919. All'atto del congedo gli è assegnata la Medaglia di benemerenza per i volontari di guerra ed il distintivo d'onore per ferita di guerra.
La vita professionale.
Riprende gli studi universitari interrotti per guerra come allievo interno dell'Istituto di Anatomia Umana Normale dell'Università di Torino, laureandosi con lode il 23 luglio 1921. Poco dopo viene nominato Assistente e confermato annualmente fino al 1925, quando con concorso diviene Aiuto. Dall'anno successivo e fino al 1932 è incaricato dell'insegnamento di Biologia Generale per i corsi di Medicina e Chirurgia e di Medicina Veterinaria. Nel 1928 consegue la libera docenza in Istologia e Biologia Generale ed è docente anche di Tecnica Istologica ed Embriologica.
Fra il 1926 ed il 1929 svolge numerose esperienze di studio all'estero per apprendere l'uso della cinematografia applicata alle culture in vitro, quindi perfezionarsi nelle tecniche di coltivazione tessutale, ecc. Ha anche il privilego di essere nominato Assistente nel biennio 1928-1929 al Rockefeller Istitut for Medical di New York.
Nel 1931 si sposa con Eletta Porta, conosciuta nell'ambito universitario a Torino. Dal loro matrimonio nascono nel 1934 Franco, nel 1936 Chiara e nel 1945 Paola.
Il 1° dicembre 1932 arriva all'Università di Bologna nominato professore straordinario di Istologia ed Embriologia e dall'1 dicembre 1935 professore ordinario. direttore dell'Istituto di Istologia ed embriologia generale dall'1 dicembre 1932 al 31 ottobre 1940, direttore incaricato dall’1 novembre 1940 al 31 ottobre 1961, direttore incaricato dell’Istituto di Anatomia umana normale dall’1 novembre 1938 al 31 ottobre 1940 poi direttore dall'1 novembre 1940 al 31 ottobre 1966; incaricato di Anatomia umana normale dall’1 novembre 1938 al 31 ottobre 1940 dall’1 novembre 1954 al 31 ottobre 1959 e dall’1 novembre 1960 al 31 ottobre 1966, di Istologia ed embriologia generale dall’1 novembre 1940 al 31 ottobre 1957 e dall’1 novembre 1959 al 31 ottobre 1961, di Biologia generale presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dall’1 novembre 1935 al 31 ottobre 1937, di Anatomia umana presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali per anno accademico 1938-1939 dall’1 novembre 1940 al 31 ottobre 1944 e dall’1 novembre 1950 al 31 ottobre 1953, di Anatomia umana presso la Facoltà di Farmacia per anno accademico 1950-1951
La sua attività scientifica è testimoniata da oltre 250 pubblicazioni scientifiche. Posto "fuori ruolo" nel 1966 ed in pensione effettiva dal 1971, la Facoltà di Medicina e Chirurgia gli concede il titolo di Professore Emerito. Nel corso della sua vita professionale ricopre prestigiosi incarichi in numerosissime Accademie e Società Scientifiche italiane ed estere.
L'impegno politico.
il Sindaco Zangheri, a destra,
consegna
l'Archiginnasio d'oro. |
Rimasto sempre lontano da allettanti proposte nel ventennio fascista, non condividendone i principi, è uno dei rari casi dove nonostante le "pressioni" ed il suo aperto atteggiamento non viene "ostacolato" nella sua attività professionale, è troppo noto e stimato a livello internazionale. Cosicchè il regime non riesce ad "appropiarsi" dei suoi onori. Il suo impegno politico inizia nell'immediato secondo dopoguerra quando nel 1945 viene nominato Presidente della Commissione Universitaria per le Epurazioni (degli ex docenti fascisti), esercitando questo ruolo con grande riconosciuto equilibrio.
Nel 1951 viene eletto consigliere comunale come indipendente del Gruppo Due Torri, vicino al Partito Comunista, riconfermato fino al 1980. Nel 1952 durante la guerra in Corea viene chiamato a far parte della Commissione Internazionale incaricata di accertare se le forze armate statunitensi avessero fatto uso di armi batteriologiche. Dal settembre 1967 al settembre 1969 ricopre l'incarico di Assessore all'Igiene del Comune di Bologna. Nel 1976 riceve dalle mani del Sindaco Renato Zangheri il prestigioso riconoscimento dell'Archiginnasio d'oro, conferite a personalità distintesi per particolari benemerenze nel campo della cultura.
A qualche anno dalla morte, ed esattamente il 15 maggio 2005, all'illustre concittadino viene intitolato ed inaugurato un parco cittadino, sito in via Murri, presso Chiesa Nuova, il parco è un progetto dell'architetto Pietro Maria Alemagna. E' caratterizzato da grandi filari di gelsi presenti nella parte alta e dalla canaletta del Savena, che lo attraversa nella parte bassa. La grande foglia di gelso e i fili che si torcono su una ruota infissa nella parete, su cui è descritta la rete di canali che attraversano il centro storico di Bologna, alludono alla grande tradizione della produzione di seta in epoca moderna. La scultura in rame è opera di Nicola Zamboni.
L'alpinista
la tessera CAI di Torino con i
bollini dal 1920 al 1933. |
Da buon cadorino è grande appassionato di montagna e di alpinismo e dal 1920 al 1931 è iscritto al C.A.I. (Club Alpino Italiano) di Torino. Valente e preparato alpinista si rende fautore fra l'altro del primo sesto grado italiano affrontato il 9 settembre 1923 per giungere a quota 2890 metri sull'Antelao. Nel 1924 affronta in solitaria una nuova via lungo lo spigolo sud-est della Cresta degli Invalidi. .Nel 1925 realizza il sogno di aprire in solitaria una nuova via sull'Antelao che poi prenderà il nome : Direttissima dell'Antelao, via Olivo. Fra il 1922 ed il 1924, già conosciuto nell'ambito alpinistico, ha l'onore di accompagnare in alcune scalate un altro grande appassionato di montagna, Re Alberto I del Belgio. Nonostante gli impegni professionali non abbandonerà mai l'amore per la montagna e l'alpinismo, a questo proposito vi è la testimonianza di un gestore del Rifugio Galassi che assicura di averlo incontrato nell'estate del 1975 mentre scendeva dall'Antelao, in solitaria, come cinquant'anni prima.
Il rapporto con l'Associazione Nazionale Alpini
Di idee non certamente vicine al regime fascista, rimane sempre estraneo sia all'Ass. Naz. Alpini, sia all'Associazione Volontari Alpini Feltre-Cadore. L'unico suo approccio al "mondo alpino" avviene nel 1976, due anni dopo che Virginio Doglioni, presidente dell'Associazione Volontari Alpini Feltre-Cadore e suo comandante in guerra, gli aveva inviato nel 1974 la tessera di socio del sodalizio, al quale risponde accogliendo la tessera "come un diploma di onore". Nonostante accurate ricerche su L'ALPINO non ho trovato citato una sola volta in qualche rubrica il suo nome, nemmeno quando arriva nel dicembre 1932 a Bologna. Pur essendo già notissimo anche a livello internazionale, sicuramente non era sfuggita la sua presenza. Ciò conferma che le sue idee non erano "allineate" con il regime.
Deceduto a Bologna l'11 novembre 1981, dopo aver lottato invano con una malattia rapida e senza speranze. Per sue volontà testamentarie viene sepolto a Cortina d'Ampezzo accanto alla moglie Eletta ed il figlio Franco, prematuramente scomparso in montagna nel 1963.
Il bellissimo gesto verso la MAGNIFICA COMUNITA' DI CADORE.
Il 4 gennaio 2017 con verbale di deliberazione della Giunta comunitativa, si prende atto della donazione (che viene accettata) a favore dell'Ente, da parte della figlia, prof. Paola Olivo. Dal verbale redatto risultano nell'inventario della donazione:
1 - n 1 cappello da ufficiale con i gradi di capitano, parte della divisa del corpo degli Alpini, appartenuta al prof. Oliviero Mario Olivo, con nappina, senza penna.
2 - n 1 giacca da ufficiale del corpo degli Alpini, con gradi da capitano, decorazioni applicate, appartenuta al suddetto.
3 - n 1 paio di pantaloni da ufficiale del corpo degli Alpini.
* Edgardo Rossaro, vedi biografia in altra parte del sito al link : Rossaro Edgardo
* Arduino Polla, vedi biografia in altra parte del sito al link : Medaglia d'Oro Polla Arduino