Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla breve, giovane, intensa vita di Elio Sammarchi, del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che dopo la pur breve naja come alpino, sceglie la via di combattente nella lotta partigiana contro i tedeschi fino al sacrificio della vita, che desidero onorare rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.
Elio Sammarchi nasce il 4 febbraio 1924 a Sasso Marconi, Bologna, dove svolge la professione di vigile del fuoco.
il ruolo matricolare rintracciato
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Chiamato alla visita di leva il 10 maggio 1943 non si presenta e viene denunciato per renitenza alla leva militare.
In realtà era trasferito da tempo per ragioni di servizio presso un comando dei vigili del fuoco di Milano e residente nel quartiere di Dergano in via Imbonati 9. Venuto a conoscenza di questa involontaria situazione, il 28 maggio si presenta spontaneamente presso il distretto militare di Milano.
Dopo prescritta visita e giudicato abile arruolato, nello stesso giorno viene assegnato e incorporato nell’11° Rgt. Alpini Btg. “Bassano”.
Pochi mesi dopo sbandatosi a seguito degli eventi legati all’armistizio dell’8 settembre 1943, rientra “a casa”, a Milano.
Il 15 settembre entra in una formazione partigiana di Milano del gruppo “Sergio Bassi”, quindi agli inizi del 1944 si trasferisce in Valstrona, in provincia di Novara, nella brigata “Beltrami-Rudi”, che opera nella zona di Chesio nel Verbano-Cusio-Ossola e per l’abilità operativa viene promosso, assumendo la qualifica gerarchica partigiana di Capo Nucleo con il grado di Sottotenente.
La mattina del 9 maggio 1944 in località Chesio cade in una imboscata fascista della brigata nera “Tagliamento” e riconosciuto viene immediatamente fucilato. Questa versione viene confermata dal Ruolo matricolare dove è annotato : Deceduto il 9-5-1944 per fucilazione come da comunicazione del Comune di Milano in data 17 giugno 1948.
Viene decorato di medaglia d’argento “alla memoria” così motivata : “Giovane combattente della lotta di liberazione, caposquadra in una formazione partigiana, si distingueva ripetutamente per audacia e per decisioni in numerose azioni di guerriglia e di sabotaggio effettuate nella città di Milano. Dava, poi, belle prove di valore battendosi nelle formazioni di montagna e cadeva da prode sul campo”. Chesio di Valstrona (Novara), 9 maggio 1944.
Equiparato a tutti gli effetti per il servizio partigiano ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle forze armate nella lotta di liberazione.
E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna dedicato ai partigiani caduti.
Una lapide nel Comando Provinciale Vigili del Fuoco di MIlano lo ricorda insieme agli altri caduti del 52° Corpo Vigili del Fuoco.