Rileggendo e catalogando gli oltre 5.000 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla figura di Luigi Tabanelli (e dei suoi fratelli), del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che era stato alpino, combattente e reduce della Grande Guerra, poi per scelta, impegnato nella lotta antifascista, fino al sacrificio della vita, del quale desidero proporre la figura rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.
Luigi Tabanelli
Luigi Tabanelli nasce a Dozza, Bologna, il 10 agosto 1898.
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Chiamato alla visita di leva il 27 febbraio 1917 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi il 14 marzo viene assegnato al 7° Rgt. Alpini. Il 16 giugno 1917 transita al 6° Rgt. Alpini Btg. "Sette Comuni" 144ª compagnia. Il 27 luglio 1919 (la guerra è finita il 4 novembre 1918) viene trasferito in servizio al Circolo Militare di Verona ed il 7 gennaio 1920 transita al Btg. Alpini "Verona" bis dove rimane fino al 1° maggio 1920 quando rientra al Btg. Alpini "Sette Comuni". Qui, il 5 novembre, viene denunciato per grave insubordinazione e "quale punizione" viene trattenuto alle armi fino al 18 giugno 1923 quando è congedato.
Sul ruolo matricolare in data 27 gennaio 1920 viene annotato che : Ha procurato al fratello Enrico, classe 1900, il ritardo della chiamata ai termini dell'art. 6 sulla chiamata alle armi (l'articolo prevedeva che, in tempo di pace, più fratelli non potessero essere contemporaneamente chiamati alle armi n.d.r.).
Rientrato "finalmente" alla vita civile riprende la professione di contadino trasferendo negli anni '30 la residenza nella frazione di Sesto Imolese del comune di Imola dove sposa Teresa Martelli.
Sicuramente di idee (socialiste) non in linea con il regime fascista, si tiene prudentemente lontano dalla politica e mette davanti a tutto la famiglia ed il lavoro.
Con gli eventi politici legati al 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini si vive un clima di "liberazione" che ben presto finisce dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana.
Dal maggio 1944 entra a far parte della formazione partigiana 7ª brigata GAP (gruppo azione pattriottica) che opera prevalentemente nella pianura di Imola.
Purtroppo pochi mesi dopo viene catturato il 9 ottobre 1944 assieme al fratello Gildo, nella frazione di Sesto Imolese nel corso di un vasto rastrellamento tedesco che dalle 6 del mattino muovendo dalle località di Balia, Bettola e Sterlina, passando di casa in casa preleva tutti gli uomini. Portati nella piazza, i più anziani sono rimandati a casa ed i rimanenti, circa un centinaio vengono portati nella vicina cittadina di Medicina per ulteriore controllo e selezione. Selezione che avviene con l'intervento di un reggente del Fascio infiltrato dalla Resistenza che indica il si o no e che riconosce quanti sono attivi nella Resistenza. Circa la metà vengono rilasciati ed i rimanenti sono portati al campo di raccolta delle Caserme Rosse a Bologna, quindi avviati al campo di transito di Fossoli di Carpi, gestito dall'agosto 1944 come Sammellager, l'organizzazione per il servizio del lavoro coatto tedesco.
Dopo una tappa a Peschiera è inviato nel Reich, insieme ai compagni imolesi, il fratello Antonio anche lui sorpreso dal mattutino rastrellamento e altri italiani, per essere impiegato come lavoratore coatto, raggiungendo la città di Erfurt poi Kahla, in Turingia, dove, circa 15.000 lavoratori provenienti da varie nazioni dell'Europa occupata sono utilizzati in un polo industriale di circa 95 aziende raccolte sotto la sigla Reimahg (acronimo di REIch MArshall Hermann Goering), il cui compito era di sviluppare il progetto di costruzione del nuovo avveniristico caccia a reazione Me-262.
In considerazione della priorità strategica assegnata al progetto, (l'invincibile esercito tedesco non è più così "invincibile"), le condizioni di vita e sfruttamento forzato del lavoro dei prigionieri e lavoratori coatti impiegati a Kahla sono terribili, causano una mortalità altissima. Su 15 imolesi presenti (nati e residenti a Imola o frazioni), 10 non torneranno a casa.....fra questi Luigi che risulta deceduto a Kahla il 27 marzo 1945, in circostanze che rimangono sconosciute. Si presume sepolto ad Hummelshain (dove era stato allestito l'ospedale per gli internati e i lavoratori di Kahla).
il fratello Enrico
Enrico Tabanelli nasce a Dozza, Bologna, il 1° dicembre 1900.
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Chiamato alla visita di leva il 1° marzo 1918 è lasciato in congedo e indicato come professione contadino. Chiamato alle armi il 23 marzo viene assegnato al 5° Rgt. Alpini Btg. "Tirano" e giunto in territorio dichiarato in stato di guerra.
Con la conclusione della guerra (4 novembre) il 1° gennaio 1919 rientra al Deposito del Btg. "Tirano" ed il 20 febbraio viene ricollocato nella posizione di congedo provvisorio. Chiamato alle armi il 27 gennaio 1920 per proseguire il normale servizio militare in tempo di pace, viene dispensato provvisoriamente e lasciato in congedo in attesa del congedamento del fratello Luigi (classe 1898, che però è trattenuto "forzatamente" alle armi, quindi decade l'art. 6 sulla chiamata alle armi, l'articolo prevedeva che in tempo di pace, più fratelli non potessero essere contemporaneamente sotto le armi n.d.r.).
Il 6 settembre 1920 viene quindi richiamato alle armi e nuovamente destinato al 5° Rgt. Alpini Btg. "Tirano" dove rimane fino al 15 gennaio 1922 quando viene inviato in congedo illimitato con la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di averr servito con fedeltà ed onore.
Rientrato a casa riprende la professione di contadino.
Sul ruolo matricolare viene annotato che è morto a Dozza il 13 marzo 1926.
il fratello Gildo
Gildo Tabanelli nasce a Dozza, Bologna, il 10 agosto 1905.
Nel 1926 viene esonerato dalla chiamata alle armi in tempo di pace essendo l’ultimo di almeno due fratelli “che hanno servito la patria in tempo di guerra”.
Continua quindi la professione di operaio (non è indicato in quale settore) trasferendo negli anni '30 la residenza nella frazione di Sesto Imolese del comune di Imola dove sposa Maria Frascari.
Sicuramente di idee (socialiste) non in linea con il regime fascista, si tiene prudentemente lontano dalla politica e mette davanti a tutto la famiglia ed il lavoro.
Con gli eventi legati al 25 luglio 1943 che vedono la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini si vive un clima di "liberazione" che ben presto finisce dopo l'8 settembre con lo sbandamento generale (anche del Regio Esercito) e "l'occupazione" dell'Italia da parte degli ex alleati tedeschi ora divenuti nemici, ma nuovamente alleati con il rinato partito fascista della Repubblica Sociale Italiana.
Dal maggio 1944 entra, assieme al fratello maggiore Luigi, a far parte della formazione partigiana 7ª brigata GAP (gruppo azione pattriottica) che opera prevalentemente nella pianura di Imola.
Purtroppo pochi mesi dopo viene catturato il 9 ottobre 1944 assieme al fratello Luigi, nella frazione di Sesto Imolese nel corso di un vasto rastrellamento tedesco che dalle 6 del mattino muovendo dalle località di Balia, Bettola e Sterlina, passando di casa in casa preleva tutti gli uomini. Portati nella piazza, i più anziani sono rimandati a casa ed i rimanenti, circa un centinaio vengono portati nella vicina cittadina di Medicina per ulteriore controllo e selezione. Selezione che avviene con l'intervento di un reggente del Fascio infiltrato dalla Resistenza che indica il si o no e che riconosce quanti sono attivi nella Resistenza. Circa la metà vengono rilasciati ed i rimanenti sono portati al campo di raccolta delle Caserme Rosse a Bologna, quindi avviati al campo di transito di Fossoli di Carpi, gestito dall'agosto 1944 come Sammellager, l'organizzazione per il servizio del lavoro coatto tedesco.
Dopo una tappa a Peschiera è inviato nel Reich, insieme ai compagni imolesi, il fratello Luigi anche lui sorpreso dal mattutino rastrellamento e altri italiani, per essere impiegato come lavoratore coatto, raggiungendo la città di Erfurt poi Kahla, in Turingia, dove, circa 15.000 lavoratori provenienti da varie nazioni dell'Europa occupata sono utilizzati in un polo industriale di circa 95 aziende raccolte sotto la sigla Reimahg (acronimo di REIch MArshall Hermann Goering), il cui compito era di sviluppare il progetto di costruzione del nuovo avveniristico caccia a reazione Me-262.
In considerazione della priorità strategica assegnata al progetto, (l'invincibile esercito tedesco non è più così "invincibile"), le condizioni di vita e sfruttamento forzato del lavoro dei prigionieri e lavoratori coatti impiegati a Kahla sono terribili, causano una mortalità altissima. Su 15 imolesi presenti (nati e residenti a Imola o frazioni), 10 non torneranno a casa.....fra questi Gildo che risulta deceduto a Kahla il 22 gennaio 1945; causa dichiarata: embolo. Viene sepolto due giorni dopo a Hummelshain (dove era stato allestito l'ospedale per gli internati e i lavoratori di Kahla).