Rileggendo e catalogando gli oltre 3.500 ruoli matricolari ritrovati nelle continue ricerche dedicate al nostro territorio, sono stato particolarmente colpito dalla breve, giovane, intensa, eroica vita di Augusto Zanasi, del quale ho "scoperto l'inedita notizia" che era stato alpino, combattente e reduce della Grande Guerra, poi per scelta, impegnato nella lotta antifascista fino al sacrificio della vita, del quale desidero proporre la figura rinnovandone il ricordo “per non dimenticare”.
Augusto **Zanasi (o Giannasi) nasce a Crespellano, paese nelle colline bolognesi, il
18 giugno 1899. Seguendo la famiglia, nel 1913 si trasferisce nel vicino paese di *Bazzano, residente in via Molino 6.
il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche |
Chiamato alla visita di leva il 5 maggio 1917 è lasciato in congedo e indicato come professione muratore. Chiamato alle armi per mobilitazione il 15 giugno viene assegnato al 2° Rgt. Alpini Btg. "Borgo San Dalmazzo". Inviato al fronte nell'alto Friuli, in Carnia, alcuni mesi dopo viene rinviato al Deposito del 2° Rgt. Alpini e ricoverato all'ospedale di Savigliano (Cuneo) dove gli viene riscontrata una punta di ernia inguinale destra ed il 15 ottobre è inviato in congedo temporaneo di tre mesi. Il 26 gennaio 1918 viene richiamato alla visita presso l'ospedale militare di Bologna e giudicato abile arruolato incorporato come militare di 1ª categoria, ma solo per i servizi sedentari, è assegnato al 94° Btg. di Milizia Territoriale.
Lascia quindi suo malgrado gli alpini, questo suo dispiacere è confermato dal fatto che fra i documenti ritrovati vi è una significativa fotografia che lo ritrae al fronte con i commilitoni alpini bazzanesi (fra i quali Barani Armando, Lanzarini Luigi, Lucchi Luigi, Migliori Alberto, Montanari Alfredo, Ventura Luigi, Zanasi Domenico, Zanoni Ernesto).
... con i commilitoni alpini bazzanesi...
il primo in basso
a destra è Augusto Zanasi
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Il 16 marzo 1918 transita al 328° Btg. di Milizia Territoriale, quindi dal 20 dicembre (la guerra è finita da poco più di un mese) viene assegnato al 28° Rgt. Fanteria della Brigata "Pavia" con sede a Pesaro. Congedato il 12 aprile 1919 è annotata sul ruolo matricolare la dichiarazione di "aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore".
Sicuramente l'esperienza di guerra alpina avrà avuto spazio nei ricordi, ma non è documentata una sua adesione alla neonata Associazione Nazionale Alpini costituita a Milano l'8 luglio 1919, ne tantomeno a livello locale (la nostra sezione nasce il 18 novembre 1922), il gruppo alpini di Crespellano nasce nel 1930 e quello di Bazzano nel 1937.
Rientra quindi alla vita civile e comincia ad interessarsi di politica. Nell'ottobre 1919 partecipa al 16° Congresso del Partito Socialista di Bologna e, lasciata la professione di muratore, assume l'incarico di dirigere le organizzazioni sindacali operaie e contadine del mandamento Bazzanese ed anche le funzioni di segretario della Camera del Lavoro di Savigno. Nel 1921 lascia il partito socialista e aderisce al partito comunista. Nel frattempo il nuovo partito fascista (fondato il 7 novembre 1921) sta dilagando e ben presto, per le sue non nascoste idee politiche, diventa bersaglio di persecuzione e attacchi delle squadre fasciste. Dopo l'ascesa al potere (29 ottobre 1922) si fanno sempre più serrate le persecuzioni e viene condannato ad un anno di carcere per ragioni politico-sindacali che sconta nelle carceri di Bazzano e (1) Castelfranco Emilia (alllora in provincia di Bologna) dove la famiglia ha preso residenza.
Nel frattempo ha sposato Teresa Moretti dalla quale avrà due figli Dino e Nello, che poi saranno entrambi protagonisti nel 1944-1945 della lotta partigiana.
Sul ruolo matricolare viene annotato che in data 13 marzo 1923 gli viene rilasciato il nulla osta per l'espatrio in Francia. Lascia così la famiglia a Castelfranco Emilia e dopo la nascita del secondogenito (25 febbraio 1924), deve affrontare il doloroso distacco di esule per sfuggire alle continue persecuzioni, continuando comunque anche oltre confine a svolgere attività antifascista. Nel 1926 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, dove esercita la professione di rappresentante di commercio (non viene indicato di cosa), continuando un'intensa attività clandestina.
Nel giugno 1927 viene arrestato e nuovamente incarcerato "per sicurezza" senza che fosse stata emessa alcuna sentenza istruttoria. Il 9 agosto 1928 viene processato dal Tribunale speciale e, accusato di «cospirazione, associazione, propaganda sovversiva», è condannato a 6 anni di carcere.
I primi cinque anni sono di sofferenze e di patimenti (viene anche ristretto, per lungo tempo, in una cella nella quale non può nemmeno distendersi perchè attraversata da una fossetta d'acqua), che lo portano ad ammalarsi di tubercolosi polmonare.
. ..omissis...
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Scarcerato sul finire del 1933 e dopo una lunga degenza all'Ospedale Maggiore di Milano, gli viene "finalmente" riconosciuta 1'esigenza di essere inviato in un sanatorio, ma anche escogitato ogni pretesto per impedirglielo. Con uno stradagemma (firma le dimissioni volontarie) lascia Milano per Bologna dove spera di essere ricoverato al Tubercolosario "Pizzardi". Sfinito e minato nel fisico cade nel piazzale principale del sanatorio, viene raccolto e finalmente ricoverato. Ma il male contratto in carcere è già molto progredito : sopravviene 1'emottisi, la crisi e poi la morte, il 29 aprile 1936.
Pochi mesi dopo, esattamente il 13 settembre 1936, viene pubblicata una lunga "lettera degli esuli antifascisti a Parigi in memoria di Augusto Zanasi".
A Bazzano, nel dopoguerra, a lui viene intitolata una via.
note : le fotografie sono tratte dal libro - Resistere, ricominciare. La Comunità di Bazzano dal fascismo alla ricostruzione - a cura di Mauro Maggiorani, Matteo Mezzadri, Vincenzo Sardone. Edizioni Aspasia 2003.
**Zanasi (o Giannasi), nei due ruoli matricolari rintracciati, nel primo compilato il 5 maggio 1917 all'atto della visita di leva, viene indicato come cognome Zanasi o Giannasi Augusto. Nel successivo ruolo matricolare compilato il 26 gennaio 1918 viene indicato solo Giannasi Augusto.
*Il comune di Bazzano è stato soppresso dal 1° gennaio 2014 per costituire, mediante fusione dei comuni di Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savino, il nuovo comune di Valsamoggia.
(1) A Castelfranco Emilia, dove la famiglia aveva anche preso residenza, nasce il 27 settembre 1922 il figlio Dino. Di professione bracciante, cresciuto all'ombra delle idee paterne avverse al fascismo, con la caduta di questo, dal 23 maggio 1944 si unisce alla lotta partigiana nella 63ª brigata Bolero Garibaldi, cadendo in combattimento a Sasso Marconi il 22 settembre 1944 ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna dedicato ai partigiani caduti.
Sempre a Castelfranco Emilia nasce il 25 febbraio 1924 il secondogenito Nello, operaio, anche lui cresciuto all'ombra delle idee paterne avverse al fascismo, con la caduta di questo, dal 7 maggio 1944 si unisce alla lotta partigiana nel battaglione Sugano (dal nome del comandante Sugano Melchiorri) della brigata Stella rossa Lupo con il grado di Sottotenente, rimanendo anche ferito in combattimento, ma continuando comunque la lotta armata fino alla liberazione di Bologna del 21 aprile 1945.