alpini del territorio bolognese romagnolo

LO SAPEVATE CHE…il ferrarese artista Umberto Scandiani è stato alpino?

di Giuseppe Martelli

pubblicato 15 dicembre 2003


Domenica 30 settembre 2001 in occasione della festa del Gruppo di Ozzano dell’Emilia, la Signora Mirella, vedova di Francesco Chiogna già compianto Capogruppo di Ferrara, con semplice ma significativa cerimonia ha donato al Museo degli Alpini del Gruppo una grande tela dedicata all’Adunata Nazionale Alpini di Bologna del 1982. Questa artistica tela era stata realizzata dal famoso pittore ferrarese Umberto Scandiani su richiesta ed iniziativa del Capogruppo Chiogna ed esposta nella facciata del Castello Estense. Fra le motivazioni che avevano indotto Scandiani a realizzare l’opera vi era come particolare legame il suo trascorso di alpino. La notizia tramandata dai “vecchi” del Gruppo ma non supportata da documentazione è oggi confermata grazie all’impegno nella ricerca dell’amico, prezioso collaboratore ed appassionato cultore di storia alpina, Mario Gallotta di Ferrara che è riuscito a rintracciare il figlio Riccardo. Questi, accogliendo con entusiasmo l’invito, ha gentilmente messo a disposizione l’archivio di famiglia con preziose notizie e documenti, grazie ai quali è oggi possibile confermare questa ritrovata memoria storica.

ma chi era Umberto Scandiani?

Umberto nasce a Ferrara il 4 aprile 1914 da Benedetto (ebreo) e Maura Panza (cristiana). Fin dalla tenera età vissuta nel vecchio ghetto ebraico emerge la sua grande passione ed il talento per il disegno che esprime con gessetti colorati sui marciapiedi. Dopo la scuola elementare, a soli 12 anni è ammesso a frequentare la scuola serale di perfezionamento artistico Dosso Dossi conseguendo tre primi premi. All’esame di disegno per l’ammissione al Liceo Scientifico di Ferrara stupisce la Commissione ed il prof. Busani consiglia la famiglia ad iscriverlo al Liceo Artistico di Bologna, cosa che avviene, e nel Capoluogo frequenta anche l’Accademia di Belle Arti dove ha come professori Morandi, Protti, Pizzirani, perfezionando il suo naturale talento per i paesaggi, come ritrattista e caricaturista. A 19 anni, forse spinto dal sentimento patriottico che pervade in tanti giovani, si arruola volontario nell’Esercito con ferma minima di due anni, chiedendo come specialità gli Alpini e la possibilità di frequentare la scuola allievi sottufficiali. Il 13 marzo 1933 giunge quindi alla Scuola Sottufficiali di Rieti. Il 15 giugno è promosso Caporale allievo sottufficiale ed il 15 gennaio 1934 concluso il corso, dove ha conseguito due diplomi di merito come tiratore scelto con il fucile e la mitragliatrice, con la promozione al grado di Sergente viene destinato per il normale servizio al battaglione “Trento” del 6° Reggimento Alpini.

 

 

Scandiani in posa scherzosa tenta
di suonare la tromba.

Dalle note caratteristiche autografe redatte dal suo comandante di compagnia emerge che il Sergente Scandiani < ha qualità fisiche robuste, prestanza militare, idoneità alla montagna. E’ un buon marciatore, discreto arrampicatore e discreto sciatore. Emerge per intelligenza vivace e per cultura. Comanda una squadra mitraglieri con ottimi risultati. E’ un bravo istruttore. Porta entusiasmo nei dipendenti. Di ottimi sentimenti. E’ appassionato alla vita militare. Ha giovanile orgoglio della divisa. E’ un ottimo Sergente per qualità fisiche, morali, intellettuali, per capacità e rendimento nel servizio. Lo ritengo meritevole di essere ammesso alla rafferma di anni uno >.

Scandiani a destra, Caporale alla Scuola Sottufficiali di Rieti.

Con l’approssimarsi della guerra italo-etiopica, nel dicembre 1935 il battaglione “Trento” viene mobilitato ed assegnato all’11° Reggimento Alpini della Divisione Alpina “Pusteria”. Il 6 gennaio 1936 si imbarca da Livorno sul piroscafo “Piemonte” ed il 15 gennaio sbarca a Massaua. Con la 144ª compagnia del “Trento” affronta la guerra sul fronte etiopico, la conquista dell’Amba Aradam, le battaglie per l’avanzata verso il lago Ashianghi e l’entrata il 5 maggio 1936 ad Addis Abeba, che sancisce la conclusione della guerra. (ricordo che nel “Trento” era presente, assegnato alla 94ª compagnia, un altro ferrarese, il sottotenente Lino Balbo, nipote del più famoso zio Italo Balbo, le cui due biografie sono già inserite nel sito).

 

Il Sergente Scandiani, al centro in piedi con la sigaretta, sul piroscafo “Piemonte”.

Dal foglio matricolare si apprende che il 15 marzo 1936 (in piena guerra) viene promosso sergente maggiore con rafferma di altri due anni. Durante la permanenza in Africa, cosa molto curiosa, sostiene gli esami presso la Scuola di Asmara dove consegue il diploma di Abilitazione Magistrale.

Conosciuto come abile caricaturista è chiamato dal comandante a realizzare quattro tavole (purtroppo non firmate), per immortalare gli ufficiali delle tre compagnie più il Comando del “Trento” che vengono inviate dal maggiore Simeone come omaggio e ricordo alla Sezione Alpini di Trento.

Per il suo grado ed il diploma ora conseguito, è inviato alla Scuola Allievi Ufficiali di Saganni, Etiopia, corso che non riesce a concludere in quanto tutto il battaglione viene rimpatriato il 4 aprile 1937. Sbarcato a Napoli il 12 aprile, dal 17 rientra nei ranghi dell’11° Reggimento Alpini. Alcuni mesi dopo, esattamente dal 12 settembre 1937, è collocato in congedo perché prosciolto dalla ferma militare.

Cominciano a delinearsi le prime discriminazioni anti-ebraiche. Il 4 ottobre 1938 è sottoposto al richiamo alle armi per mobilitazione destinato ad Aosta presso il 4° Reggimento Alpini ma non ha il tempo di rivestire la divisa in quanto ricollocato dopo pochi giorni in congedo. L’anno successivo pur essendo ancora iscritto alle liste di richiamo militare, viene esonerato perchè appartenente alla razza ebraica e dal 5 settembre 1939 collocato in congedo assoluto, cancellato dai ruoli con divieto di rivestire la divisa. Nel dopoguerra questa discriminazione viene riabilitata e nel foglio matricolare si legge che dal 6 settembre 1939 è ripristinato nei ruoli matricolari quindi collocato in congedo illimitato (non più assoluto) e tale iscritto nel Distretto Militare di Ferrara.

Questo è il Sergente Maggiore degli Alpini Umberto Scandiani.

 
Lettera inviata ai genitori abbellita con un significativo disegno che ritrae l’ambiente africano.

Una delle quattro tavole realizzate da Scandiani durante il “soggiorno” africano con le caricature degli Ufficiali del “Trento”. Questa, dedicata al Comando, è stata pubblicata su “L’Alpino” del 1° novembre 1936. In alto a sinistra il comandante Magg. Guglielmo Simeone.



I quattro originali, inviati dall’Africa dal Magg. Simeone alla Sezione di Trento sono ancora oggi conservati presso la Sezione che ora conosce l’anonimo autore.

l’artista Umberto Scandiani

Comacchio

Bilancioni

A sinistra due significativi quadri dedicati al paesaggio ferrarese.

 

A destra una bella e simpatica caricatura di Alpino,
(non indicato) raffigurato inequivocabilmente con le caratteristiche fiamme verdi del Corpo
.


Rientrato nel 1937 alla vita civile, raggiunge la famiglia a Milano dove nel frattempo si è trasferita ed inizia la professione di disegnatore tecnico presso la ditta Borletti continuando anche nella sua grande passione, dipingere. Nel 1943, per le leggi tedesche e fasciste è ricercato perché ebreo destinato ai campi di sterminio in Germania ed è “allontanato” (licenziato) dalla ditta Borletti. Riesce a sfuggire alla cattura realizzando da solo i propri documenti, ovviamente falsi, dove compare con il nome di Angelo Reggiani, professione fabbro e con i pochi proventi di questa nuova attività riesce a sopravvivere fino alla conclusione della guerra. Pur vivendo nella continua angoscia di “clandestino” conosce l’amore in una giovane di religione cristiana, Carla Realini, alla quale si unisce in matrimonio nel giugno 1946. Dalla loro unione nascono nel marzo 1948 la primogenita Gloria e nell’ottobre 1956 il fratello Riccardo. Ora, con la ritrovata libertà, può finalmente dedicarsi a ciò che gli è più congegnale ed apre uno studio professionale come pittore e grafico pubblicitario. Per il suo estro ha come clienti alcune delle più note aziende italiane e internazionali come la Thompson, Lesa, Bofil, Steffan, oltre a numerose richieste di locandine per il Teatro Lirico, tra cui quella che segna l’esordio sulle scene del cantante Enzo Jannacci. Nel 1969 prende coraggio ed espone al Lido degli Estensi la sua prima “personale” ottenendo un imprevisto (per lui) immediato successo sia di critica che di vendite. Le sue opere sono d’ora in poi richieste con mostre in Italia, in vari Stati dell’Europa ed in America e le sue tele trovano acquirenti anche dal Giappone e dall’Africa.

Disegno realizzato da Scandiani in occasione dell’Adunata Nazionale Alpini di Milano 1972.

Conosciuto in città anche nell’ambito dell’Associazione Nazionale Alpini, non si sottrae all’invito e realizza una bella locandina in occasione dell’Adunata Nazionale del 1972 che si svolge a Milano. Nel suo cuore è sempre viva la nostalgia della sua Ferrara e nel dicembre del 1980 ne decide il ritorno anche sollecitato dal fatto che il secondogenito Riccardo già da alcuni anni vi si è trasferito per frequentare l’Università. Con studio in Via della Ginestra continua il suo “lavoro” dipingendo mirabilmente la bellezza del ferrarese, i boschi di mele, i canali, il mare, le vele colorate.

La grande tela.

Il suo nome ed il suo trascorso “alpino” e ben noto anche agli alpini del Gruppo di Ferrara ed in occasione dell’Adunata Nazionale che si svolge a Bologna nell’aprile 1982 realizza, come sappiamo, una grande tela esposta poi per diversi giorni nella facciata del Castello Estense.

Circondato dalla notorietà ma anche dai ritrovati amici di gioventù con i quali condivide il suo carattere aperto e scanzonato, continua con entusiasmo a dipingere, ad esporre ogni estate con una Mostra al Lido degli Estensi, a frequenti viaggi di lavoro a Milano finchè le forze fisiche lo sostengono e alla fine lo fermano.

Muore prematuramente a Ferrara il 9 maggio 1988 ed è sepolto nel locale cimitero israelitico.

 

 

 


Ringrazio sentitamente il figlio Dott. Riccardo per la disponibilità e preziosa collaborazione ed inoltre l’amico Mario Gallotta di Ferrara per avermi segnalato questa ritrovata memoria che oggi trova meritata ricollocazione e rivaluta con orgoglio la nostra storia alpina locale.

Le immagini, esclusa quella tratta da “L’Alpino” sono di proprietà della famiglia Scandiani.