residenti illustri nel territorio bolognese romagnolo

Il Generale alpino Claudio Trezzani, Comandante della 2ª Divisione Celere di Bologna
di Giuseppe Martelli

pubblicato il 1° settembre 2019
aggiornata il 16 febbraio 2020

 

Nel corso di recenti ricerche sui "Generali alpini" cioè quei Generali che hanno prestato servizio anche nelle Truppe Alpine, dal 1872 (data di costituzione del nostro Corpo) fino al 1933, data di pubblicazione dell'Enciclopedia Militare, fonte della ricerca, ho ritrovato fra gli oltre centosettanta nominativi rintracciati, che alcuni hanno svolto servizio per un certo periodo a Bologna e quindi anche risieduto, fra questi vi è il Generale Claudio Trezzani del quale ne propongo una breve biografia come "notizia storica" legata al nostro territorio.

In data 16 febbraio 2020 mi sono giunte dallo studioso Franco Luigi Minoia da Roma, che vivamente ringrazio, alcune precisazioni documentate in merito al primo periodo della prima guerra mondiale dove precisa che nel 1915 era ancora Capitano ed ho provveduto nella stessa giornata alla correzione.

Claudio Trezzani nasce a Savigliano (Cuneo) il 22 marzo 1881. Atratto dalla vita militare entra all'Accademia Militare di Modena uscendone il settembre 1901 Sottotenente specialità Alpini, ma non è indicato in quale Reggimento. Nel 1911-1912 con il grado di Capitano comandante di compagnia, prende parte alla guerra italo-turca in Libia. Al rientro in patria frequenta la Scuola di Guerra transitando così nel Corpo di Stato Maggiore.
Il 24 maggio 1915 entra in guerra come Capitano di Stato Maggiore della 34ª Divisione del V Corpo d'Armata. Promosso Maggiore nel 1916, in occasione di importanti e difficili operanzioni per un'importante attacco, mette in luce le doti di intelligente ufficiale guadagnando la medaglia di bronzo al valor militare così motivata : "Con ardite e intelligenti ricognizioni, dimostrando energia e coraggio, efficacemente cooperò alla lunga e difficile preparazione dell'azioneper la conquista di una forte posizione nemica, recandosi più volte, noncurante del pericolo, sotto il fuoco avversario, sulla linea delle fanterie, per constatarne la sistemazione e studiare il terreno d'attacco". Nova Vas, 10-12 ottobre 1916 (n.d.r. località dell'alto Isonzo nella zona di Castagnezizza). Promosso Tenente Colonnello nel 1917, durante il ripegamento del nostro Esercito per la "rotta di Caporetto" e motivata dal suo comportamento nel teatro delle operazioni in località non precisata dell'alto Friuli, vine nuovamente docorato qusta volta con la medaglia d'argento al valor militare così motivata : "In un lungo periodo di azione, capo di stato maggiore di una divisione, fu freddo organizzatore in impreviste ed ardue situazioni di guerra. Ripetute volte raccolse personalmente militari sbandati e li condusse su tre successive linee di difesa, impedemdo irruzioni nemiche e destando la emulazione del valore fra i propri dipendenti". Friuli, 24-30 ottobre 1917. Promosso Colonnello nel 1918 assume l'incarico di Capo Ufficio Operazione dell'8ª Amata e, durante la decisiva offensiva italiana dell'ottobre-novembre 1918, per l'efficacia, perzia, ed il fervore profuso viene insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia.

Con la conclusione della guerra, nel 1921 diventa insegnante di tattica alla Scuola di Guerra di Torino, quindi nel 1928 gli è affidato il comando del 90° Reggimento di fanteria che mantiene fino al 1931 quando assume l'incarico di Capo di Stato Maggiore del Corpo d'Armata di Udine. Promosso nel 1932 per meriti eccezzionali Generale di Brigata, ha il comando della 7ª Brigata di fanteria. Nel 1933 arriva a Bologna quale Addetto al Comando Designato d'Armata. Qui ha come suo comandante il "Generale alpino" *Ottavio Zoppi che ad ottobre vieno sostituito da un altro "Generale alpino" il Gen. *Arturo Vacca Maggiolini. Contemporaneamente ha come "collega" il "Generale alpino" *Carlo Sassi, già in servizio dal 1930.


da L'ALPINO del 15 febbraio 1936

Su L'ALPINO del 15 febbraIo 1936 compare la notizia che promosso Generale di Divisione, è stato nominato, sempre a Bologna, comandante della 2ª Divisione Celere "Eugenio Filiberto Testa di Ferro" che mantiene fino al 1938 quando viene inviato in Africa Orientale quale Capo di Stato maggiore del Governo Generale e poco dopo nominato Vice governatore Generale.

Il 31 luglio 1938 viene promosso per meriti di guerra Generale di Corpo d'Armata e nominato Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore Forze Armate dell'Africa Orientale. Suo diretto superiore è il Generale Amedeo di Savoia Duca d'Aosta. Partecipa a tutte le battaglie contro le forze inglesi fino all'ultima, tragica per gli italiani, dell'Amba Alagi, dove merita l'ennesima decorazione; la medaglia d'argento al valor militare così motivata : "Capo di Stato Maggiore del comando superiore forze armate dell'A. O, durante la battaglia dell'Alagi, affrontava giornalmente il tormento del fuoco dell'artiglieria nemica e l'azione di mitragliamento e di spezzonamento degli aerei britannici per visitare comandi e reparti in linea e fornire al proprio comandante, in ogni ora del giorno e della notte, precisi ragguagli sulla situazione. Esempio di grande coraggio personale, di sereno sprezzo del pericolo e di altissime virtù militari". Amba Alagi, aprile-maggio 1941.
Con la sconfitta degli italiani, il 17 maggio è presente alle trattative di resa del Duca d'Aosta con il Comando Britannico. A lui il Duca d'Aosta da incarico di accordarsi (fra le clausole vi è il riconoscimento del valore italiano con l'onore delle armi, che un reparto britannico renderà ai reparrti italiani mentre sfileranno per raggiungere la località della prigionia).
Durante i lunghi mesi di guerra che contrappone italiani ed ingllesi sui fronti di Cassala, Somaliland, Gallabat ed infine Amba Alagi, sostenuti dall'11 giugno 1940 al 17 maggio 1941, ancora una volta mette in luce le comprovate qualità di combattente e stratega meritando l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia.

Mentre sono note le vicende sulla prigionia dei soldati italiani (Amedeo Duca d'Aosta muore in prigionia a Nairobi, Kenia, il 3 marzo 1942), rimane invece misteriosa la sorte del Generale Trezzani, sottrattosi alla prigionia. Fra le ipotesi vi è quella che sia riuscito in maniera rocambolesca a volare negli Stati Uniti per poi, a conclusione della guerra, "rientrare" dopo il 25 aprile 1945 in Italia ed assumere la carica di Capo di Stato Maggiore Generale poi tramutata con la nascita della Repubblica in Capo di Stato Maggiore della Difesa. Del suo "soggiorno" negli Stati Uniti rimane traccia in alcuni scritti sui prigionieri italiani e il loro dilemma se aderire a eventuale cooperazione con gli Alleati.

Il 16 dicembre 1950 lascia l'Esercito per raggiunti limiti di età e si ritira a vita privata.
Si spegne a Roma il 13 settembre 1955.

Nel corso della carriera milutare aveva scritto numerosi ed apprezzati saggi di tattica militare.


* il Generale Ottavio Zoppi è ricordato in altra parte del sito al link : generale Zoppi Ottavio
* il Generale Vacca Maggiolini Arturo è ricordato in altra parte del sito al link : generale Vacca Maggiolini Arturo
* il Generale Carlo Sassi è ricordato in altra parte del sito al link : generale Sassi Carlo