Nel corso di recenti ricerche sui "Generali alpini" cioè quei Generali che hanno prestato servizio anche nelle Truppe Alpine, dal 1872 (data di costituzione del nostro Corpo) fino al 1933, data di pubblicazione dell'Enciclopedia Militare, fonte della ricerca, ho ritrovato fra gli oltre centosettanta nominativi rintracciati, che alcuni hanno svolto servizio per un certo periodo a Bologna e quindi anche risieduto, fra questi vi è il Generale Ottavio Zoppi del quale ne propongo una breve biografia come "notizia storica" legata al nostro territorio.
Ottavio dei conti Zoppi, nasce a Novara il 18 gennaio 1870. Attratto dalla vita militare (o per tradizione delle famiglie nobili), entra nel 1886 appena sedicenne nel Collegio Militare di Milano quindi prosegue la carriera presso l'Accademia Militare di Modena e nel 1890 è promosso Sottotenente di Fanteria. Nel biennio 1911-1912 con il 57° Reggimento Fanteria e con il grado di Capitano comandante di compagnia, prende parte alla guerra italo-turca in Libia e alla spedizione di Rodi e proprio in questa operazone si guadagna la medaglia di bronzo al valor militare così motivata : "Si espose varie volte coraggiosamente al fuoco per meglio adempiere all'incarico di recare ordini e verificare situazioni". Rodi, 4 maggio 1912-Psitos, 16 maggio 1912.
Allo scoppio della Grande Guerra entra nel conflitto come Maggiore comandante di un Battaglione del 23° Reggimento Fanteria della Brigata Como. Il mese successivo ancora una volta si pone all'attenzione dei superiori per coraggio e senso del dovere ed è decorato di una seconda medaglia di bronzo così motivata : "Dava efficace cooperazione al comando del Reggimento nell'impiego dei reparti per l'attacco al forte Son Pauses, e, sulla linea del fuoco, dava mirabile esempio di coraggio ai propri dipendenti". Son Pauses, 14 giugno 1915. Tenente Colonnello nel 1916, quindi Colonnello per meriti di guerra nel giugno del 1917, gli viene affidato con funzioni del grado superiore, il comando della Brigata di fanteria "Salerno". Nel settembre viene promosso Generale di Brigata ancora per meriti di guerra. Durante il ripegamento del nostro Esercito per la "rotta di Caporetto" quale comandante dell'ala destra delle retrovie della 2ª Armata (comanda in pratica l'equivalente di una Vivisione), si guadaglia la terza medaglia di bronzo così motivata : "Al comando di una divisione, durante il ripiegamento dal Livenza al Piave, trattenne con fermezza il nemico incalzante, accorrendo la dove più viva la lotta per infondere con la sua presenta vigore nei combattenti, dando così tempo al grosso di ritirarsi oltre il fiume. Determinatasi, sulla linea tenuta dalle sue truppe, una situazione particolarmente difficile per le vicende del combattimento sui tratti limitrofi della fronte, con singolare energia, di cui dette prova anche difendendosi personalmente a colpi di pistola dalla minaccia di un nucleo nemico, con sagge disposizioni, seppe far fronte alla pressione degli avvenimenti e trarre in salvo dietro il Pkave la propria divisione". Livenza-Piave, 3-9 novembre 1917. Promosso agli inizi del 1918 Generale di Divisione gli viene affidato il comando della 1ª Divisione d'Assalto dispiegata sul Piave.
Il 21 giugno nellla decisiva battaglia del "Solstizio" lo trova impegnato coi suoi battaglioni di arditi nella Piana della Sernaglia. Ancora una volta dimostra le sue doti di comandante capace e coi propri reparti coopera efficacemente alla vittoriosa azione. Oltre agli elogi del Comandante dell'Armata, il Duca d'Aosta, viene insignito dal Re della prestigiosa Onorificenza di Cavalere dell'Ordine Militare di Savoia. Conclusa la guerra mantiene ancora il comando della 1ª Divisione d'Assalto inviata in Libia, dove rimane da aprile a giugno, rimpatriata, gli viene affidato il delicato incarico con la sua Divisione di presidiare la linea di armistizio del confine orientale, quindi nel 1920 assume il comando della Divisione Militare di Verona. Dopo il prescritto periodo di comando è nominato Generale a disposizione del Ministero della Guerra.
pubblicato su L'ALPINO del 15 febbraio 1926 |
Il 1° febbraio 1926 gli giunge inaspettata, ma graditissima per l'onore, la nomina a Ispettore delle Tuppe Alpine. Il prestigioso incarico gli viene riconfermato nel marzo 1928 con la promozione a Generale di Corpo d'Armata. Mantiene l'incarico di Ispettore delle Truppe Alpine fino al 23 febbraio 1930.
Sul giornale L'ALPINO del 1° febbraio 1930 compare in prima pagina la notizia del passaggio di consegne fra il Generale Zoppi ed il subentrante e nuovo Ispettore Generale Giuseppe Treboldi (definito alpino di razza). Inoltre compare anche la conferma della nomina a Comandante del Corpo d'Armata di Bologna. L'articolo comprende ovviamente il saluto del Comandante del 10° (leggi Presidente Naz. ANA) Angelo Manaresi (bolognese) che riconosce a S.E. il merito di aver fra l'altro reso ancora più fraterni i rapporti fra gli alpini in armi e quelli in congedo. Su L'ALPINO del 15 febbraio, sempre in prima pagina viene pubblicato il commiato di S.E. Zoppi ed il messaggio di S.E. Zoppi alle Tuppe Alpine.
pubblicato su L'ALPINO del 1 febbraio 1930 |
Il 24 febbraio 1930 arriva nel nostro capoluogo per assumere il comando del Corpo d'Armata, incarico che mantiene fino all'ottobre 1933.
Fra i suoi subalterni arriva poco dopo il "Generale alpino" *Carlo Sassi, come Ispettore di mobilitazione della Divisione militare.
Del suo periodo trascorso a Bologna come Comandante del Corpo d'Armata e del suo eventuale rapporto con la nostra Sezione, non vi sono stranamente tracce scritte ne documentazione d'archivio che comprovino se era fra l'altro anche socio. Comunque nell'ambito sezionale vi era certamente conoscenza sui trascorsi alpini espressi sicuramente con stima e collaborazione. In occasione dell'Adunata Nazionale alpini a Bologna dell'aprile 1933, nelle cronache pubblicate su L'ALPINO del 15 marzo e ripetuto sul successivo del 1° aprile, compare l'invito di S.E. il Generale conte Ottavio Zoppi, già Ispettore delle Truppe Alpine, che offre domenica 9 aprile presso il Circolo Ufficiali il pranzo ai Generali e Colonnelli in servizio ed ai Consiglieri Nazionali. Nel numero successivo all'Adunata è pubblicato una breve relazione del convivio con l'elenco delle presenze, il clima, ecc.
Nell'ottobre 1933 lascia Bologna perchè nominato Membro del Consiglio dell'Esercito ed Ispettore per l'Arma di Fanteria, ruolo nel quale, fra i vari meriti riconosciuti, si fa promotore e pone le basi per lo sviluppo della "fanteria carrista", ed inoltre dal 12 dicembre il Re lo nomina Senatore. Su L'ALPINO del 15 ottobre in prima pagina compare la notizia della sua nomina a Ispettore della Fanteria. Il 15 maggio 1935 su L'ALPINO compare la notizia che è stato promosso Generale comandante designato d'Armata (grado di comando previsto in caso di guerra).
Lo sostituisce nel comando del Corpo d'Armata di Bologna il "Generale alpino" *Arturo Vacca Maggiolini.
Nell'ultimo anno di comando ha fra i subalterni il "Generale alpino" *Claudio Trezzani quale addetto al comando designato d'Armata.
Dal 17 aprile 1939 al 5 agosto 1943 è membro della Commissione
delle Forze armate e della Commissione per il giudizio dell'Alta Corte
di Giustizia. Nel 1944, il fascismo è caduto dal 25 luglio 1943, viene deferito d'ufficio all'Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il Fascismo alle personalità ritenute corresponsabili. Riconosciuto l'alto suo profilo morale ineccepibile, viene confermato Senatore. Si dimette volontariamente con l'avvento della Repubblica il 2 giugno 1946, lascia quindi la divisa onorata con bel 58 anni di servizio e si ritira a vita privata. Mantiene comunque i contatti con il mondo militare o meglio con le Associazioni d'Arma e ricopre gli incarichi di Presidente dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo ed anche di Presidente della Federazione Nazionale Arditi.
Lascia diversi scritti fra i quali : La spedizione su Rodi, (Novara 1913, Istit. Geogr. De Agostini), I Celeri (Bologna, Zanichelli 1933) che è un saggio sulle Truppe Alpine, poi sempre per la Zanichelli nel 1938 pubblica, Due volte con gli Arditi sul Piave ed altri numerosi saggi.
pubblicato su L'ALPINO di aprile 1962 |
Si spegne a Milano il 17 marzo 1962 e per rispetto alle sue volontà, non vengono tributati gli onori civili e militari come avrebbe certamente meritato.
Su L'ALPINO di aprile 1962 compare un doveroso ricordo biografico a cura del Generale Emilio Faldella.