Com’è noto ai cultori di storia delle
penne nere, il periodico dell’A.N.A. (“L’Alpino”) fu fondato
a Udine nel 1919 ed annovera fra i tre promotori un ferrarese
destinato a grande notorietà: il Tenente degli Alpini
(poi Capitano) Italo Balbo.
La passione per il giornalismo spinse più
tardi il “Quadrumviro” a fondare – nel 1925 – il “CORRIERE
PADANO”, di cui fu anche direttore per alcuni mesi.
Sul finire del 1925, infatti, Balbo chiamò alla direzione
del quotidiano un grande giornalista, Nello Quilici, che condivise
da allora in poi l’avventura umana e politica del futuro Governatore
della Libia, fino a morire con lui nel cielo di Tobruk il 28
giugno 1940.
Con Nello Quilici il giornale di Balbo “…acquistò rapidamente
fama di essere uno dei quotidiani più vivaci, intelligenti
e indipendenti della provincia…Con l’aumento della tiratura,
che nel 1931 era salita dalle iniziali 3000 a 40.000 copie,
erano cresciute anche le sedi del giornale. Il quotidiano vantava
quattro redazioni (Faenza, Forlì, Ravenna, Verona) e
uffici (Rovigo, Padova, Bologna, Rimini) nella Valle Padana,
più una sede redazionale a Roma” (1).
Insomma, il “CORRIERE PADANO” acquistò
fama e notorietà, al punto che “…ancora oggi ha una precisa
importanza culturale : la terza pagina era infatti, come si
diceva allora in gergo, una delle più “spazzolate” d’Italia.
Vi scrissero Comisso, Antonio Baldini, Ungaretti, De Pisis,
Govoni, Titta Rosa, Di Giacomo, Tozzi, Vittorini, Quasimodo,
Cardarelli, Flora, Ferrata, Arrigo Benedetti, Soldati, Bertolucci,
Brancati,Montale, Savinio, Moretti, Piovene, Luchino Visconti,
Bontempelli, Bigiaretti e vi cominciarono a scrivere anche future
celebrità come Bassani Luigi Preti e Michelangelo Antonioni,
che scrisse parole commosse sulla morte di Balbo…” (2).
A ciò si aggiunga che, nella redazione, erano presenti
vari giornalisti certamente “non allineati” e che, su temi di
grande importanza ( come l’antisemitismo o l’alleanza con Hitler),
il “CORRIERE PADANO” diede più
volte prova di un notevole anticonformismo rispetto alla linea
“ufficiale” del regime.
Con linguaggio attuale potremmo dire che il quotidiano di Balbo
“faceva tendenza” ed ha acquistato, a buon diritto, un posto
d’onore nella storia della stampa italiana.
Aggiungiamo che in redazione si respirava certamente un’aria
“alpina”. Non solo Italo (e più tardi Lino Balbo) avevano
indossato il cappello con la penna nera, ma il podestà
di Ferrara, Renzo Ravenna, era stato ufficiale dell’artiglieria
da montagna durante il primo conflitto mondiale.
E anche uno dei figli di Nello Quilici, Vanni, aveva prestato
servizio militare fra gli “scarponi”.
La conferma ci viene da Folco Quilici – celebre documentarista
e scrittore - che nel suo libro “Tobruk 1940” (Mondadori,2006)
riporta alcune frasi tratte da un diario del fratello Vanni
(anno 1939) : “ero a Merano, sottotenente al 5° Alpini.
Un giorno, in sala mensa, un altro sottotenente mi disse che
mio padre era stato violentemente attaccato dal “Regime Fascista”
di Farinacci…Fra gli ufficiali alpini il Fascio era poco popolare
e quell’attacco mi diede alcuni momenti di gloria al reggimento.
Invece di censura, mi fecero quasi tutti delle congratulazioni”.
Incuriositi dal racconto, abbiamo interpellato Folco Quilici,
che in data 19 luglio 2006 ci ha inviato una mail con ulteriori
notizie. “Caro Gallotta, eccole i cenni che mi chiede. Vanni
era nato a Berna nel ’18…Laureato in legge a pieni voti nel
’39. Alpino dal ’39 in poi, catturato dai Tedeschi nel ’43,
fuggito ed entrato nella Resistenza (squadre G.L.). Decorato
dalle forze alleate (credo con Victory Cross). Cordiali saluti”.
Per tali motivi ci è sembrato interessante esaminare
le notizie “alpine” pubblicate sul “Corriere Padano” in un periodo
particolarmente significativo: dal 1935 al 1943.
LE PAGINE NAZIONALI
Il 25 marzo 1935 il “CORRIERE
PADANO” dedica un lungo articolo (Scarponi a Tripoli
) di Alberto Boari all’adunata nazionale di Tripoli.
foto
tratta dal CORRIERE PADANO del 26 marzo 1935 |
“Quando il labaro del X con le sue 58 medaglie d’oro – si legge
nell’articolo – era apparso sul pontile di sbarco a fianco del
del “Comandante” On. Manaresi, l’entusiasmo non aveva avuto
più limiti, specie allorchè Italo Balbo, alpino
fra gli alpini, si era messo in testa al corteo, attraverso
la città festante”.
Oltre all’articolo citato, ricco di notizie e di riferimenti
utili a ricostruire il clima del momento, il quotidiano pubblicò,
nei giorni successivi, varie fotografie. La più bella
è probabilmente quella apparsa il 26-3-35, che reca la
seguente didascalia : “ Gli Alpini con in testa S.E. Balbo e
S.E. Manaresi si recano ad inaugurare il Monumento a Generale
Cantore”.
Il 19 luglio 1935, in terza pagina, viene pubblicato
il “Ritratto di Roberto Sarfatti , medaglia d’oro”, del pittore
ferrarese Cesare Laurenti.
Il 13 agosto 1935 Alberto Cerini pubblica un
lungo articolo intitolata “Un’ascensione al Monte Rosa” . In
esso si fa riferimento all’incontro con l’87° Compagnia
(“Indomita”) del 4° Reggimento Alpini.
Il 20 luglio 1936 appare un servizio intitolato
“Marinai e Alpini adunati ad Ancona”, in occasione di una mostra-mercato
della pesca. Si citano Angelo Manaresi e Mons. Trossi “cappellano
del 10° Alpini”.
Nello stesso anno, il 5 novembre, compare -
nella rubrica “Lettere particolari dall’Impero” L’ ”Elogio del
mulo” (bagalì), a firma di Mario Malagù.
Il 7 giugno 1938 viene pubblicato (come “servizio
particolare”) l’articolo “Il monumento di Brunico di fronte
alla Vetta d’Italia - Dove sei stato mio bell’alpino?”.
In esso si dice che l’idea del monumento fu del Prefetto “scarpone”
di Bolzano, Giuseppe Mastromattei, e che autore dell’opere è
lo scultore Paolo Boldrin, già ufficiale degli Alpini.
In pari data appare un lungo dettagliato articolo intitolato
“ Il monumento ai caduti della Divisione Alpina “Pusteria” inaugurato
dai Principi di Piemonte a Brunico”.
Il 3 luglio 1938 viene pubblicato una lunga
recensione dei “Canti della montagna” di Enrico Pedrotti, con
ampie citazioni del prefatore, Angelo Manaresi.
Il 31 luglio successivo viene pubblicato un
servizio da Belluno. Questo il titolo “La XII Batteria Alpina
sulla Cima Grande di Lavaredo”. A corredo dell’articolo appare
anche una bella fotografia.
Il 27 settembre 1941, infine, appare “Con gli Alpini a Malga
Spore”, a firma del ferrarese Luciano Chailly.
Segnaliamo infine “Il lieto successo
di “Scarpe al sole” al Festival cinematografico di Venezia”
di Emilio Padoan e tre articoli del filosofo e studioso Julius
Evola:
“Nell’ora delle vette”, “Spirito della montagna” e “Ghiacci
e spirito : un’ascesa del Gross-Glockner”.
LA
“CRONACA DI FERRARA”
Prima di
esaminare le notizie “alpine” apparse sulle pagine della cronaca
locale, dobbiamo premettere che da un lato si rilevano, con
una certa frequenza, riferimenti alle penne nere in armi mentre,
d’altro canto, sono assai scarse le notizie relative all’Associazione
Nazionale Alpini (o 10° Reggimento Alpini).
Come ha documentato Giuseppe Martelli nella sua opera “Gli Alpini
della Bolognese-Romagnola” (Bologna, 1997), nel 1934 si costituì
la Sottosezione “Italo Balbo”, che nel 1938 assunse la denominazione
di “Compagnia Val Po”. Nelle pagine ferraresi del “Corriere
Padano”, tuttavia (a parte la già menzionata scarsità
di notizie) si parla genericamente di “fiamme verdi” o di Alpini
in congedo, senza mai utilizzare le denominazioni ufficiali.
La scarsità di notizie appare singolare, per almeno due
motivi.
Innanzi tutto sono assai frequenti i comunicati o gli articoli
relativi ad altre associazioni d’arma.
In secondo luogo le penne nere in congedo erano rappresentate
dal Ten. Col. Carlo Alfonso Besini (Segretario Generale della
Provincia di Ferrara) e dal Podestà estense, l’Avv. Renzo
Ravenna, che risultava membro del Consiglio Direttivo. Alpino
era il “federale” di Ferrara, Arcangelo Balbo (detto Lino) e
“nume tutelare” degli scarponi ferraresi poteva certamente esser
considerato lo zio di Lino, vale a dire Italo Balbo. E padre
di un alpino era pure il Direttore, Nello Quilici.
Possiamo dunque ipotizzare due ragioni. In primis il desiderio,
da parte dei citati personaggi, di non privilegiare gli Alpini,
accordando loro preferenze tali da suscitare il sospetto di
parzialità. In secondo luogo il tradizionale riserbo
delle penne nere, che li portava più ad “essere” che
non ad “apparire”.
Ciò premesso rileviamo, nel 1935 (24 maggio) un “Ricordo
di Cesare Battisti a Ferrara”, seguito (il 30 dello stesso mese),
da un altro articolo intitolato “In memoria di Giuseppe Beretta”.
Il 22 maggio 1937 si dà notizia dell’arrivo a Ferrara
dell’On. Angelo Manaresi, che viene a celebrare il 22° anniversario
della “Grande Guerra”. “Siamo lieti ed onorati di salutare oggi
in Ferrara il camerata On. Angelo Manaresi – scrive il giornale
- in Ferrara che tra i suoi alpini conta S.E. Balbo e il nostro
Federale”.
tratto
dal CORRIERE PADANO
del 21 novembre 1937
|
Sempre
nel 1937 (il 21 novembre) appare un breve articolo che costituisce
un piccolo “scoop”.
Da esso, infatti, si apprende che il Comandante del Battaglione
Alpini “Trento”, Magg. Guglielmo Simeone, ringrazia la Marchesa
Maria Mosti Di Bagno – fiduciaria provinciale dei fasci femminili
– per aver donato l’anno precedente le drappelle al glorioso
battaglione, i cui Alpini – dice Simeone – “ricordano con piacere
in mezzo a loro, e con orgoglio e ammirazione, il federale dottor
Lino Balbo”.
Rammentiamo che, fra gli Alpini del “Trento” prestarono servizio
il pittore ferrarese Umberto Scandiani (Sergente Maggiore durante
la campagna d’Etiopia) e, nel secondo dopoguerra, il Sergente
Giuseppe Guidarini, per oltre trent’anni attivissimo socio del
Gruppo di Ferrara.
Il 24 settembre 1939 viene pubblicata la seguente notizia :
“Il colonnello Molinari destinato al comando del 5° artiglieria
alpina”. “ Valoroso e colto ufficiale - scrive il “CORRIERE
PADANO ” - il colonnello Molinari ha portato in tutti
gli incarichi a lui affidati il valido contributo di una scintillante
intelligenza e di un tenace attaccamento al dovere. La sua nomina
a colonnello, benché giovanissimo, e la sua destinazione
al comando di un magnifico reggimento che, ultimo nato agli
albori dell’Impero, si è già creata una tradizione
superba per ardimento e per saldezza nelle imprese di guerra
e di pace, è per noi ferraresi motivo di orgoglio e da
queste colonne vogliamo giungano al valoroso ed ottimo comandante
le espressioni del nostro più caloroso compiacimento”.
Il 28 giugno 1940 cadono, nel cielo di Tobruk, Italo e Lino
Balbo. A seguito di ciò compaiono sul “Corriere Padano”
numerosi articoli commemorativi, che tuttavia non contengono
particolari riferimenti “alpini”.
tratto
dal CORRIERE PADANO
dell'11 febbraio 1941
|
In data
11 febbraio 1941 viene pubblicato un breve comunicato dal seguente
titolo : “Il Premio “Lino Balbo” : l’universitario Luciano Chailly
vincitore della selezione provinciale”.
Chailly aveva partecipato al premio con una monografia sul tema
: “La guerra come strumento di rinnovazione delle gerarchie
fra i popoli”.
In data 26 marzo 1941 si dà notizia della morte in Grecia
del Capitano degli Alpini Gino Melotti, appartenente ad un battaglione
della “Julia”. Il giornale precisa che Melotti, nato a Gradizza
di Copparo (FE), da tempo risiedeva a Milano.
Il 1° aprile 1941 appare invece la notizia del conferimento
di una medaglia di bronzo al valor militare al S.Ten. Renzo
Calzolari del 5° Reggimento Alpini, impegnato in Grecia.
L’articolo riporta la foto del decorato e la motivazione della
medaglia.
Il 27 successivo, nella rubrica “Saluti dal fronte”, compare
una foto che ritrae il S.Ten. degli Alpini Ugo Veronesi (Btg.
“Vicenza”), di cui viene pubblicata anche una lettera. Veronesi,
allora impegnato sul fronte greco-albanese ed ora decano del
foro ferrarese e socio del Gruppo di Ferrara, è immortalato
con i fratelli Enzo ed Alberto, anch’essi in uniforme ma con
la “bustina”.
Il 6 giugno 1941 viene data notizia, con motivazione, della
seconda medaglia di bronzo conquistata da Renzo Calzolari, “fulgido
esempio di coraggio e di italianità”.
Sempre nel 1941, ed esattamente il 2 luglio, si legge sul “CORRIERE
PADANO ” che un’altra penna nera ferrarese ha avuto l’onore
di una decorazione: il S.Ten. Giuseppe Poli, del 3° Rgt.
Artiglieria Alpina, insignito della croce di guerra al V.M.
Anche in questo caso viene riportata integralmente la motivazione
della medaglia.
tratto
dal CORRIERE PADANO
del 3 luglio 1941 |
Il 3 luglio
l’onore tocca al S.Ten. Luigi Gallerani, di XII Morelli (frazione
del Comune di Cento), anch’egli decorato di croce di guerra
al V.M. Il “Corriere Padano” rende pubblica anche una lettera
del Comandante di reggimento (8° Alpini), indirizzata al
Commissario Prefettizio di Cento, che esalta “le virtù
militari del decorato e l’eroico comportamento durante le epiche
giornate dello scorso autunno sulle impervie montagne greco-albanesi”.
Luigi Gallerani, nel dopoguerra, entrerà in magistratura
e diverrà Procuratore Generale a Genova.
Il 1° marzo del 1942 viene data notizia della morte del
S.Ten. Ivo Simoni, del Battaglione “Val d’Orco”, in Montenegro.
L’articolo contiene una foto e le note biografiche del Caduto.
Ad Ivo Simoni verrà concessa, nel dopoguerra, la Medaglia
di Bronzo al Valor Militare. Al suo nome, inoltre, è
intitolato – dal 1998 - il Gruppo Alpini de Ferrara.
Il 14 giugno 1942 appare un “trafiletto” nel quale si comunica
che il Ten. Antonio De Donato, ferrarese appena ventottenne,
è stato promosso Capitano. “Ha partecipato – dice il
giornale – alle campagne sul fronte occidentale, marmarico e
balcanico e si fregia di nove nastrini. Ovunque si è
distinto per valore e saldezza d’animo”.
Come è emerso dalle ricerche di Giuseppe Martelli, De
Donato fu decorato di Croce di Guerra al Valor Militare (1940)
durante la “Battaglia delle Alpi”. Successivamente (1942, fronte
jugoslavo), ricevette anche un “encomio solenne” mentre comandava
una compagnia del Btg. “Pinerolo”.
tratto
dal CORRIERE PADANO
del 2 luglio 1942
|
Il 2 luglio
1942 viene pubblicato il seguente articolo : “ La medaglia d’argento
sul campo al Magg. Antonio Perelli”. Il “pezzo” è corredato
da una foto dell’ufficiale “appartenente all’8° Reggimento
Alpini”.
tratto
dal CORRIERE PADANO
del 4 luglio 1942 |
Il 4 luglio,
nella rubrica “Albo della gloria”, compare la foto di un altro
alpino della “Julia” : Marino Govoni, di XII Morelli, caduto
in Grecia il 28 marzo 1942.
Il 17 gennaio 1943 appare un breve articolo intitolato “In memoria
di Ivo Simoni”. In esso si riporta un brano di una lettera scritta
dal “suo colonnello”, il quale dice al padre del Caduto: “ In
noi tutti e negli alpini della 240a in specie il ricordo di
Ivo rimarrà in eterno: egli già indica con mano
ferma la via dell’onore e del dovere che ancora una volta gli
alpini sapranno percorrere là dove saranno chiamati ad
operare”.
L’eroismo degli alpini ferraresi produsse evidentemente una
certa eco. Infatti il “CORRIERE PADANO”,
sollecitato da vari lettori – come precisa la nota redazionale
– pubblicò in data 14 marzo 1943 un lungo articolo intitolato
“ Come si è ammessi nelle truppe alpine”. In tale articolo
si fornivano tutti i consigli utili per chi voleva arruolarsi
e combattere fra le penne nere.
Il 20 marzo 1943 viene pubblicata la notizia della morte di
Renato Rizzo, Tenente del Battaglione Alpini “L’Aquila”. L’articolo
è importante perché ci fa sapere che l’eroico
ufficiale fu proposto per la medaglia d’oro al valor militare.
In esso, inoltre, vengono riportate alcune frasi tratte da lettere
indirizzate al padre del Caduto dal Magg. Luigi Boschis, comandante
del battaglione “L’Aquila”.
Il 22 successivo appare un articolo intitolato “La Messa in
suffragio del Tenente Renato Rizzo”.
Fra i presenti alla cerimonia – che vide gremita la chiesa di
S. Giovanni - il cronista elenca anche “un gruppo di ufficiali
degli alpini al comando del T.Col. Carlo Alfonso Besini”.
Il 23 maggio 1943, con una certa sorpresa, compare nella rubrica
“Albo della gloria” un “pezzo” dedicato al Cap. Dorligo Albisetti
(3), da cui si apprende che il Caduto (medaglia d'argento al
V.M. in Russia) era figlio di padre ferrarese nonché
nipote del poeta Corrado Govoni, nato a Tamara di Copparo (FE).
Il 12 agosto 1943, infine, il “CORRIERE PADANO”
pubblica un breve comunicato dal seguente titolo:
L’eroico S.Ten. Ivo Simoni socio perpetuo della “Dante”. Nell’articolo
si precisa che, su proposta del comitato locale, il Consiglio
Superiore della Società “Dante Alighieri” ha deciso di
nominare socio perpetuo il valoroso ufficiale ferrarese, caduto
in Montenegro il 17 gennaio 1942.
Di lì a poco, nel turbinoso settembre 1943, la storia
avrebbe voltato pagina, costringendo tutti a decisioni difficili
e dolorose, spesso sfociate in tragedie individuali e familiari,
di cui ancora non si è spenta l’eco.
Il quotidiano fondato da Italo Balbo riprese le pubblicazioni,
che cessarono definitivamente nell’aprile 1945, con l’arrivo
a Ferrara delle truppe anglo-americane.
Un’epoca era finita, con le sue luci e le sue ombre, lasciando
agli storici un lavoro immane, che certamente non possiamo ancora
ritenere concluso.
(1) C.G. SEGRE’, Italo Balbo, Bologna, 1988, pagg. 165-166
(2) G.B. GUERRI, Italo Balbo,Milano, 1998, pag. 189
(3) Cfr. A Tradate accolta con tutti gli onori l’urna del capitano
Dorligo Albisetti ne “L’Alpino” n. 4/1998, pagg. 28-29
(4) Al Capitano Gino Melotti, su proposta del Gruppo Alpini
di Ferrara, è stata intitolata una piazza a Gradizza
di Copparo (FE)
Italo Balbo è ricordato nel sito alla pagina: lo
zio Italo Balbo
Lino Balbo è ricordato nel sito alla pagina: il
nipote Lino Balbo
Angelo Manaresi è ricordato nel sito alla pagina: ma
chi era angelo Angelo Manaresi
Luciano Chailly è ricordato nel sito alla pagina: il
ferrarese compositore Luciano Chailly
Umberto Scandiani è ricordato nel sito alla pagina: il
ferrarese artista Umberto Scandiani
Giuseppe Molinari è ricordato nel sito alla pagina:
il Col. Giuseppe Molinari
Antonio Perelli è ricordato nel sito alla pagina: il
Gen. Antonio Perelli
Renato Rizzo è ricordato nel sito alla pagina: Rizzo
Renato, un eroe dimenticato